In questa pazza primavera, caratterizzata da freddo fuori stagione, piogge torrenziali e raffiche di vento, oltre alle lamentele di chi non vede l’ora di godersi i tepori della bella stagione, crescono sempre di più i dubbi di ognuno circa l’evidenza del cambiamento climatico, causato certamente anche da tutta una serie di cattive abitudini dure a morire. La consapevolezza del nostro ruolo rispetto alle modificazioni climatiche globali resta un tema attualissimo e importante: Fujitsu Climatizzatori ha deciso di affrontare la questione di petto elaborando una campagna di comunicazione sul web, che ha coinvolto un personaggio eminente del settore come il meteorologo e climatologo Andrea Giuliacci.
Giuliacci, infatti, dal 2 maggio è protagonista delle serie di clip video “Capire il clima per migliorarlo”, sviluppati con l’azienda di tecnologie per il clima e il benessere abitativo. Ogni settimana sul canale Facebook del brand viene pubblicato un video della durata di un minuto e mezzo circa in cui Giuliacci racconta curiosità e spiegazioni scientifiche inerenti il meteo e il clima della Terra. L’iniziativa sta riscuotendo il favore del pubblico della rete e si configura senza dubbio come un esempio virtuoso: Andrea Giuliacci e Salvatore Valenti di Eurofred Italy ci hanno raccontato tutti i dettagli dell’iniziativa.
“Capire il clima per migliorarlo” è il nuovo format promosso da Fujitsu Climatizzatori che la vede protagonista: Giuliacci, come è iniziata questa avventura?
La collaborazione è iniziata in maniera naturale, quasi inevitabile, perché Fujitsu è un’azienda che porta avanti delle politiche di sviluppo sostenibile, con un’attenzione, anche nel business, all’ambiente e ai comportamenti virtuosi. Come meteorologo, mi occupo da sempre di cambiamento climatico e di conseguenza cerco di promuovere le buone abitudini che dovrebbero cercare di contrastare questo problema. Per determinate tematiche ciò che resta fondamentale è la cultura, la divulgazione: se vogliamo influenzare positivamente l’atteggiamento delle persone dobbiamo spiegare loro cosa c’è in ballo, quindi, prima di tutto, dobbiamo raccontare cos’è il cambiamento climatico e cosa comporta. In Italia c’è mancanza di informazione su questi argomenti, per cui il fatto che Fujitsu volesse sensibilizzare il pubblico sul tema, colmando determinate lacune, è significativo, in quanto valorizza la linea di condotta dell’azienda, che si identifica e si distingue per essere impegnata in tal senso. Ovviamente, questa presa di posizione netta diviene ancora più incisiva nel momento in cui le persone riescono a rendersi conto del valore effettivo in gioco. Con Fujitsu abbiamo subito trovato una comunione di intenti rispetto a un tema che ci sta a cuore e quindi abbiamo sviluppato questo progetto, di cui sono contentissimo. Spiegare cosa sta accadendo, perché sta accadendo e cosa dovremmo fare per evitare l’aggravarsi della situazione giova a tutto il sistema, è un bene per tutti. Con Salvatore Valenti, il responsabile dell’iniziativa, tutto è nato in maniera naturale e io mi sono divertito a metterci la faccia, perché il clima e la meteorologia non sono solo il mio lavoro, sono anche la mia passione.
È stato difficile sviluppare un concept efficace per comunicare temi così delicati?
La climatologia e la meteorologia sono scienze serie, ma non devono essere seriose. Come in ogni ambito del sapere, nella divulgazione bisogna cercare di rendere interessanti gli aspetti affrontati. La meteorologia è di per sé una scienza parecchio interessante e affascinante, per cui non è difficile raggiungere l’obiettivo di realizzare un format piacevole. Alla fine abbiamo confezionato 12 pillole, attingendo ad un bacino potenzialmente enorme: abbiamo scelto di privilegiare una serie di contenuti più frizzanti, trattati in maniera semplice e accattivante. Ad esempio, la prima clip è quella apparentemente meno attinente al tema del cambiamento climatico, perché affrontiamo il discorso delle app meteo, con una mini guida utile per districarsi nel mare magnum della climatologia. Si tratta di una tip utile a capire determinati meccanismi, come distinguere le app alimentate in automatico, non supportate dalla verifica di un meteorologo, da quelle certificate, in cui i dati forniti sono suffragati dal lavoro di un operatore specializzato. Anche questo lato della questione è importante, serve per far capire davvero a tutti cosa c’è dietro il mondo della meteorologia. Conoscendo questi “retroscena”, si possono attivare più facilmente comportamenti virtuosi rispetto al problema del cambio climatico. Tutto è collegato.
Secondo lei, oggi è il web il canale più adatto e incisivo per questo tipo di divulgazione?
La televisione è uno strumento potentissimo, perché il messaggio viene assorbito in maniera massiccia e passiva e può raggiungere un numero elevatissimo di persone. Mi sto rendendo conto però che con le nuove generazioni il mezzo tv risulta meno efficace del web. I temi legati al clima devono essere comunicati soprattutto ai più giovani: è come per la cintura di sicurezza, che per me è diventata un’abitudine acquisita, mentre per i miei figli è un gesto innato, che compiono in automatico. Noi vogliamo far sì che ragionare sul cambiamento climatico diventi un comportamento innato, per cui dobbiamo cominciare a parlarne con i nostri figli il prima possibile, attraverso gli strumenti con cui fruiscono l’informazione i giovanissimi, ossia il web.
A settembre sarà a Ferrara per partecipare a un evento internazionale di rilievo come il ClimeTech: cosa rappresenta questo appuntamento?
Si tratta di un appuntamento cruciale perché a differenza di altre iniziative vuole far dialogare in maniera concreta istituzioni, mondo produttivo e mondo accademico, cioè coloro i quali possono offrire soluzioni con coloro i quali possono trarne giovamento. L’evento conta su partner istituzionali di enorme peso come l’UNESCO e la Commissione Europea, io sarò lì poiché negli ultimi anni uno dei problemi maggiori rispetto al cambiamento climatico è stato quello di riuscire a divulgare correttamente tutte le scoperte raggiunte in materia. Curerò dunque una sessione dedicata alla comunicazione del cambiamento climatico, per testare la percezione della gente comune. Ugualmente, le aziende hanno bisogno di sapere se il cambiamento del clima influirà sulle proprie attività e viceversa. Nella stessa sede, in sintesi, ci si potrà confrontare con le realtà in grado di fornire le soluzioni utili a risolvere le criticità, contando sulla presenza delle istituzioni e su uno spazio dedicato alla divulgazione. Si tratta sul serio di un’opportunità incredibile per tutti.