Continua il nostro focus speciale sulle tendenze del marketing, della comunicazione e del digital dal punto di vista dei professionisti del settore: ecco i We Are Social Trends 2019.
Voice technology, gaming, intelligenza artificiale: sono solo alcune delle tecnologie emergenti e delle innovazioni che stanno guidando il cambiamento intorno a noi. Il nostro network internazionale ha identificato le tendenze chiave da tenere d’occhio quest’anno e il loro possibile impatto sul marketing e la comunicazione.
La ‘Stories-ficazione’ della comunicazione
Gabriele Cucinella, Stefano Maggi e Ottavio Nava, co-founders e CEO di We Are Social Milano e We Are Social
Madrid
Le Stories stanno facendo registrare su tutte le piattaforme un incremento continuo del loro tasso di engagement e penetrazione ( crescono 15 volte più velocemente dei contenuti su feed ). Un trend che i brand non potranno non c onsiderare nel corso del 2019, con l’obiettivo di rendere questo formato social un elemento centrale delle loro strategie di contenuto. Sticker, geo-tag, filtri e tutti i tecnicismi che le contraddistinguono non sono soltanto un divertimento per i più giovani, ma avranno sempre più a che fare con l’evoluzione dei linguaggi e della narrazione sui canali social. Le marche dovranno pensare alle Stories come a un’esperienza interattiva per entrare in contatto con
le persone in maniera efficace, offrendo loro la possibilità di sentirsi parte della narrazione grazie all’interfaccia dei device. Le fotocamere degli smartphone saranno sempre di più una sorta di lente sulla realtà e le Stories una grande tela per giocare con essa. Creare asset visivi “su misura” e personalizzabili sarà sempre più importante per i brand perché le persone stanno dimostrando di volersi esprimere con le Stories, aggiungendo il loro tocco creativo e condividendole.
Social Commerce
Nathan McDonald, Co-Founder e Group CEO di We Are Social
Il social commerce, un tempo ‘parente povero’ dell’e-commerce, è cresciuto. Le aziende che utilizzano un modello Direct-to-Consumer (DTC) hanno dimostrato che è possibile creare da zero un brand con un prodotto di qualità e un’efficace comunicazione social. E presto vedremo scendere in questo campo anche i player più tradizionali. In parallelo si stanno muovendo anche le piattaforme che stanno creando funzionalità sempre più evolute per rendere il percorso di acquisto e condivisione il più semplice possibile. Con un numero crescente di brand che applicano il proprio modello di social commerce ai loro prodotti e servizi, vedremo nuove modalità non solo di acquistarli ma anche di scoprirli, provarli e raccomandarli. Sta emergendo quindi un nuovo tipo di esperienza di vendita al dettaglio, abilitato dalle piattaforme che sembrano voler facilitare le sfide del mondo retail. Finora l’evoluzione del marketing all’interno delle piattaforme ha dimostrato che l’equilibrio tra “social” e “commerce” può essere non sempre facile da raggiungere. Per creare contenuti che siano social e “shoppable” chi si occupa di comunicazione
deve pensare all’importanza di rimanere autentici e rilevanti per le persone cui si vuole parlare.
Questo offrirà vantaggi a lungo termine. Chiediamoci infatti: a chi affideremmo la nostra carta di
credito?
Gaming
Benjamin Arnold , Managing Director di We Are Social New York
Il 2018 è stato un anno memorabile per l’industria del mobile gaming. Per YouTube sono stati i 12 mesi migliori di sempre con oltre 50 miliardi di ore di contenuti giocati, mentre la piattaforma Twitch di Amazon ha registrato una crescita esponenziale del numero di creator, di spettatori e del volume totale di contenuti giocati *. Senza dubbio il successo del fenomeno globale Fortnite ha spinto i numeri complessivi oltre le aspettative, e sono pochissimi quelli che nel settore prevedono un rallentamento nel 2019. Mentre la Gen Z continua a sovvertire comportamenti e abitudini tradizionali, le piattaforme e gli eSport in generale stanno crescendo molto rapidamente, diventando le piattaforme preferite. Anche le opportunità di pubblicità e partnership per i brand si stanno evolvendo all’interno di questo settore. KFC e Old Spice hanno dimostrato negli ultimi anni come sia possibile ottenere risultati efficaci grazie a un pensiero creativo che mette al centro le persone. E in questo ambito sembrano apparentemente senza limiti anche le opportunità per i creator e gli influencer nel 2019: star come il performer Tyler “Ninja” Blevins, che ha recentemente dichiarato di guadagnare al mese somme a sei cifre solo dallo streaming, stanno diventando in questo senso i beniamini delle marche che parlano ai più giovani. Di conseguenza, sia YouTube che Twitch stanno lavorando su nuove modalità di coinvolgimento di questi influencer sulle rispettive piattaforme. Twitch ha registrato l’aumento del numero di partner e affiliati dell’86% anno su anno, mentre YouTube sta introducendo nuove funzionalità come la super chat, la membership e il merchandising, con l’obiettivo di incoraggiare sempre più aspiranti giocatori a
iscriversi, a far crescere il proprio seguito e di conseguenza la loro influenza. Aspettatevi molto di più per il 2019.
“New Masculinity”
Jim Coleman, CEO di We Are Social Londra
Sulla scia di #MeToo, la mascolinità è diventata un argomento molto sensibile. L’ideale “iper-maschile” della pubblicità ha contribuito alla formazione di quella che è stata recentemente definita “mascolinità tossica”, termine generico che identifica una serie di manifestazioni estreme di genere da parte degli uomini, come dominanza, indisponibilità emotiva e aggressività sessuale. Nel 2018 questo problema è stato messo sotto i riflettori in maniera chiara ed esplicita. La “New Masculinity” è un tema di cui sentiremo molto parlare nel 2019 (e oltre) con l’obiettivo di trascinare gli stereotipi maschili del marketing degli anni ’80 in un contesto più inclusivo. I brand svolgono un ruolo importante in questo ambito: veicolando ogni giorno, attraverso i contenuti, ideali e valori alle persone, hanno la responsabilità di concentrarsi sulle uguaglianze di genere e non sulle differenze. Le marche che si rivolgono agli uomini devono adottare un approccio più sfaccettato che non faccia leva su ideali riduttivi e superati, sia per non continuare ad alimentare gli stereotipi sia per essere rilevanti per il target maschile moderno. Più è diversificata la visione della mascolinità offerta e maggiori saranno le possibilità di coinvolgere le persone.