Il mercato mondiale della cosmetica continua nel suo costante percorso di crescita, raggiungendo nel 2016 un valore stimato di € 205 miliardi (+4% vs 2015): sono questi, in sintesi, i risultati che emergono dai dati sul settore cosmetico, che saranno presentati oggi durante il Convegno Pambianco Beauty a Palazzo Mezzanotte, da Roberto Bonacina, Partner EY TAS Fashion & Luxury.
Al suo interno, ancorché con gradi diversi, i segmenti legati al mondo del make up, skincare e fragranze mostrano i tassi di crescita maggiormente elevati. In questi segmenti sono le aziende più dinamiche e innovative a guadagnare quote di mercato, spinte da consumatori sempre più esigenti e sofisticati, che ricercano prodotti “premium” di origine naturale, di alta qualità e con una sempre maggiore componente curativa.
Anche in questo settore, i mercati emergenti e i canali on line rappresentano alcune chiare opportunità di sviluppo nei prossimi 5 anni.
I principali player che oggi detengono rilevanti quote di mercato a livello mondiale perseguono costanti obiettivi di crescita esterna, cercando di ampliare e integrare i propri portafogli di marchi su 4 principali direttrici: prodotto, mercato, innovazione (tech/digitale) e canale distributivo.
In quest’ottica possono essere chiaramente lette le numerose acquisizioni fatte negli ultimi anni.
Questo comparto in Italia risulta ancora frammentato e composto da aziende di dimensioni relativamente piccole, spesso con marchi e format retail di primario interesse: le prime 20 società rappresentano circa il 33% del mercato con marginalità mediamente pari al 12,6%, sebbene presenti marchi di nicchia.
Le principali società quotate nel settore hanno dimostrato nel corso degli anni un’elevata stabilità a livello di crescita dei ricavi e dei margini, elementi che, unitamente alla forza dei marchi in portafoglio e alla quota di mercato globale in loro possesso, contribuiscono a valutazioni elevate.
A livello di attività M&A si registra un numero di transazioni in costante e rapida crescita, guidate da operatori corporate. Ancora inespresso risulta il potenziale degli investitori finanziari che pesano poco meno di un quarto delle operazioni degli ultimi anni.
In questo ambito l’Italia per operazioni è il 3° mercato dopo USA e Francia.