Quella del food design è una tendenza che, partendo dai social, ha influenzato le scelte stilistiche di alcuni dei migliori ristoranti e locali in giro per il mondo, che oggi sono secondo gli esperti di stile a tavola tra i più “instagrammabili”: dal Loulou di Parigi, raffinata interpretazione del “vivere parigino” che presenta tavoli in cuscinatura di velluto blu, al Noma di Copenaghen, concepito a livello architettonico come un vero e proprio villaggio scandinavo. Dal White Rabbit di Mosca, locale alla moda che serve cucina russa contemporanea al sedicesimo piano del Centro commerciale “Smolenskij passazh”, proprio di fronte al Ministero degli Esteri, allo Sketch Gallery di Londra, tappa imprescindibile per gli amanti del cibo a due stelle Michelin e per coloro che vogliono vivere un’esperienza sensoriale completa. E ancora dal Palm Court di New York, struttura di un’eleganza sobria con tavoli circondati da palme, al Takazawa di Tokyo, raffinato locale con una sala quadrata rivestita in legno e una cucina in acciaio lucido che funge da palcoscenico per lo chef. Nella “top 10” dei locali più instagrammabili rientrano anche l’Elon Café di Londra, il primo bar total pink con mura rivestita internamente di fiori, il 230 Fifth di New York, location perfetta per gustare un cocktail al quinto piano di uni dei grattacieli più alti nel centro della Grande Mela, il Nobu Malibu, ristorante glamour di Malibu per un lauto pranzo con vista sulla magnifica spiaggia californiana, e il Catch di Los Angeles, il locale più fashion di tutta la West Hollywood.
E l’importanza dell’estetica di un locale e del modo di servire un piatto è confermata anche dai maggiori esperti del settore: “Sono da sempre una fanatica dell’estetica in generale e credo che l’unione di tutti i sensi aiuti a vivere appieno un’esperienza, e quindi memorizzarla nel tempo – spiega Ilaria Forlani, pastry chef premiata nel 2017 ai Lux Food Drinks Awards Uk di Londra – Oggi, anche nel mondo della ristorazione tutto viene passato sotto lo scanner dei social che prediligono il bello e l’instagrammabile. Creare un piatto che stupisca, che possa essere fotografato e condiviso prima di essere assaporato è quello che fa sempre la differenza. E lo stesso dicasi per i locali: in un panorama sempre più in competizione, vince chi presenta l’atmosfera più glamour tra tutti”.
Pensiero condiviso anche da Francesca Zampollo, fondatrice della Online School of Food Design, ricercatrice e consulente in Food Design Thinking: “La filosofia del Food Design Thinking aiuta a sorpassare il concetto di tavola e di piatto verso l’esperienza del cibo nella sua totalità, dove il sapore diventa coerente con luci e musica. Il piatto diventa un tutt’uno, il servizio e il tavolo entrano in simbiosi con l’aspetto visivo del cibo, il tutto verso una modalità progettativa che si muove beyond the plate. Il Food Design, infatti, esplora in profondità i confini dell’interazione tra uomo, cibo e tavolo”.
Mangiare è ormai diventato un atto esperienziale che mette in moto tutti i sensi, non solo quello del gusto: “Quando si mangia non si compie un atto puramente necessario, ma si vive un’esperienza che rimarrà per sempre nei nostri ricordi – afferma Ilaria Innocenti, designer e art director emiliana che nel 2010 ha fondato Ilaria.I – Per questo motivo diventa indispensabile sperimentare nuovi modi di servire il cibo e il design può dare il suo contributo per poter far vivere un’esperienza personalizzata. Il mio consiglio è quello di rendere l’atmosfera dei propri locali più esotica, portando a tavola materiali insoliti come il cemento, il metallo e il legno, allontanandosi dallo standard comune della porcellana”.