La produzione dei contenuti aziendali oggi viaggia anche sui vocali: il piano editoriale si arricchisce di fonti dirette e in tempo reale
di Francesca Anzalone
L’ultima tendenza: l’assistente vocale. Da Google a Alexa, ma anche dai nuovi dispositivi intelligenti provenienti dalla Cina, l’uso degli assistenti vocali è destinato a triplicare nei prossimi anni, questa la previsione di analisti britannici. Il business vocale è sicuramente in forte crescita e sempre più presente nelle nostre attività quotidiane, sia nella domotica che nelle attività di acquisto online. La voce diventa dunque un elemento caratterizzante dei prossimi anni, ma non solo, anche una nuova “umanizzazione” delle informazioni. I vocali fanno parte del nostro quotidiano, in parte determinati dal fattore tempo “ti parlo ma nel momento in cui tu mi puoi ascoltare”, quando li inseriamo in un contesto di business, maggiormente apprezzati per il fatto di non interrompere un’attività e quindi inserirsi armoniosamente in un contesto che presuppone anche una maggiore predisposizione positiva durante l’ascolto.
I vocali, dunque, oltre a fare parte della nostra quotidianità diventano una risorsa importante da poter utilizzare all’interno dei piani editoriali. Anche in questo caso è il fattore tempo a determinarne l’efficacia. Un piano editoriale istituzionale di valore presuppone contenuti verticali, specializzati, in grado di rappresentare Expertise e Know How importanti, non sempre facili da raccogliere e ancor di più, se da recuperare confezionati dalla risorsa. Ecco che il vocale diventa uno strumento ideale di raccolta informazioni di prima mano, fonte di conoscenza e opportunità per il piano editoriale.
Il tempo impiegato per redigere un contenuto da parte delle risorse specializzate è spesso troppo alto per potersi replicare più volte durante il mese, ecco che il vocale può rappresentare la soluzione ideale per accorciare i tempi, permettere alla risorsa di concentrarsi sul contenuto e non sulla forma e di condividere in maniera “semplice e immediata” concetti complessi.
Perché il vocale può rappresentare la soluzione ideale nella costruzione di un piano editoriale istituzionale (e non solo)? Chi possiede uno smartphone ha già lo strumento a disposizione per realizzare il contenuto, non deve acquistare nulla e può decidere di condividere il materiale dopo averlo riascoltato, rieditato. Il vocale dunque ci permette di condividere l’informazione quando siamo sicuri di ciò che stiamo affermando. La risorsa con competenze verticali si sentirà dunque tranquilla di condividere il contenuto. Quali accorgimenti dobbiamo avere per l’utilizzo di strategie attraverso i vocali nel piano editoriale? Quali competenze dobbiamo utilizzare? Organizzare le richieste in domande utili e finalizzate, condividere delle linee guida sulle tempistiche, delineare lo scenario in cui il materiale verrà condiviso sono alcuni aspetti essenziali che il comunicatore e la redazione coinvolta nella produzione dei contenuti dovranno identificare per ciascun interlocutore coinvolto. Insieme alla capacità di mappare e archiviare correttamente i contenuti attraverso tagging, identificazione delle parole chiave e un buon repository interrogabile. Tutto ciò ci permettere di ottimizzare questo contenuto sia attraverso la costruzione di testi interessanti, sia attraverso la condivisione del know how a livello interno, come ad esempio nella intranet aziendale.
Memo vocale, messaggio vocale, nota vocale diventa un ottimo contenuto sia a uso interno che a uso esterno, soprattutto a completamento di formazione, consulenza, e fidelizzazione della propria audience quando ci esponiamo in prima persona o quando la dichiarazione del Presidente o CEO dell’azienda devono arrivare dirette trasmettendo non solo un contenuto efficace ma anche la passione e l’entusiasmo.
Ti lascio con alcuni consigli per un utilizzo consapevole all’interno del tuo piano editoriale:
• cerca di cogliere l’occasione giusta per iniziare a farne percepire i benefici, esempio in un’intervista in presenza, e proponi per la volta successiva una conversazione vocale in differita;
• ricorda che con questo strumento hai un margine di errore molto più limitato;
• quando non sei presente ricorda al collega di registrare la riunione/conversazione in modo da avere tutte le info e non fare perdere ulteriore tempo al collega;
• ricordati di chiedere sempre il permesso per la registrazione e registra anche il momento in cui lo dici e lui ti risponde che è d’accordo;
• usa i materiali solo per le finalità che hai evidenziato e non usare il vocale in modo diretto se non stabilito per quel fine preciso.
Per un approfondimento ti rimando al mio volume Ufficio stampa e digital PR, la nuova comunicazione (Hoepli, 2017), al mio canale podcast
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