Sabrina Cereseto, in arte LaSabri è la sorella maggiore, l’amica più grande che tutte le ragazzine e i ragazzini dai 10 ai 17 anni vorrebbero avere, nonché una delle regine indiscusse della galassia YouTube. Amata dai genitori quanto dai figli, LaSabri nasce a Monza e, dopo un passato di ginnasta e modella, apre nel 2014 un canale YouTube sotto il nick name LaSabriGamer, intrattenendo il pubblico con la sua immensa passione per i videogame. In seguito, l’approccio di Sabrina subisce un’evoluzione e nei video i gameplay vengono via via accantonati per lasciare più spazio a temi cruciali come infanzia, omofobia, razzismo, cura e protezione degli animali ma anche ginnastica e vita sana. Accorcia ben presto il nick in LaSabri per rendere visibile quanto il suo mondo non sia più circoscritto al mero aspetto ludico. Nel 2018 si aggiudica il Golden Button di YouTube, per aver superato il milione di iscritti, e oggi vanta un seguito solidissimo e compatto di aficionados che non perde nessuno dei suoi nuovi contenuti.
Come nasce LaSabri?
Per gioco e grazie alla mia passione per i videogiochi. Da piccola, conoscevo e usavo tutte le console possibili e immaginabili (Nintendo, Playstation e Game Boy). Tra la fine delle medie e l’inizio delle superiori ho scoperto il computer e la connessione a internet. Scaricavo canzoni, chattavo con gli amici e soprattutto giocavo. Il mondo dei videogiochi era il mio magico universo. Nel 2011 ho iniziato a partecipare a fiere di settore dove ho incontrato persone che mi hanno consigliato di aprire un canale youtube. In quegli anni non sapevo nemmeno cosa fosse un canale youtube ma l’idea di avere uno spazio tutto mio, dove poter condividere la mia passione e parlare di tutto ciò che mi passava per la testa, mi entusiasmava. Ecco com’è nata LaSabri. Il primo video l’ho caricato nel 2014 e durava meno di 5 minuti. L’avevo fatto per ridere ma da lì non mi sono più fermata. Oggi il mio canale propone altri contenuti, ovviamente. Condiviso le mie passioni, momenti della mia vita e messaggi sociali ed educativi.
Quando hai capito che YouTube sarebbe diventato un lavoro a tempo pieno?
Non c’è stata una comprensione razionale. È accaduto. L’incontro con il gruppo Web Stars Channel ha sicuramente suggellato il passaggio dall’hobby al lavoro. Sono seguita da una società che fa formazione, che cura tutti gli aspetti relativi al business e che produce format appetibili per le aziende.
Che rapporto hai con la tua fanbase?
Sono la loro sorella maggiore. Mi amano e io amo loro. Mi raccontano tutto quello che non riescono a condividere con i genitori. Nei miei video quotidiani parlo di tematiche legate all’infanzia, all’omofobia, al razzismo, bullismo e cyberbullismo, cura e protezione degli animali ma anche di ginnastica e vita sana. Cerco di dare messaggi positivi e di instillare nei mie i fan l’idea di responsabilità.
Parli ai ragazzi, ma i genitori ti adorano: qual è la chiave giusta per comunicare meglio con i più giovani?
I genitori mi adorano perché parlo sempre di famiglia e di quanto sia importante il legame con i genitori. Io non mi sostituisco a loro. Ogni volta che qualcuno mi racconta un problema consiglio di rivolgersi al papà o alla mamma. E poi nei miei video non ci sono volgarità, non dico parolacce e credo che questo li renda felici 🙂
I creator che si rivolgono a un pubblico di giovanissimi hanno un grosso “potere”: come vivi questa responsabilità?
Vivo questa responsabilità con responsabilità. Come dicevo, doso intrattenimento e divertimento con messaggi educativi. Sul mio canale potete trovare molti video in cui racconto realtà diverse e sostengo onlus o associazioni che si occupano dei vulnerabili. Da Save The Children (ho adottato una bambina a distanza in Africa) a Fondazione de Marchi (vado spesso in ospedale a trovare i bambini. Spesso dormo con loro), passando per Make a Wish. Ho anche lanciato la campagna #Cyberesistance nel 2017 contro il Cyberbullismo.
Come definisci e programmi i contenuti sul tuo canale?
Pubblico un video al giorno di intrattenimento o educativo. Non ho una programmazione vincolante e vincolata in termini di contenuto, non ho un palinsesto vero e proprio. Vengo spesso ispirata da ciò che mi accade, da ciò che vivo o da messaggi ricevuti dai fan. Pubblico anche format e serie.
L’attività web ti impegna 16 ore al giorno: cosa c’è oltre lo schermo?
C’è la mia vita fatta di amici, amore, famiglia, gatti, cani, viaggi, cibo e sport.
Come nasce l’idea del tuo libro “Cavolini”, edito da Rizzoli, e cosa volevi raccontare in più con questo progetto?
Sono molta orgogliosa di Cavolini. Avevo già scritto per Rizzoli “#PLAY”. Era la mia autobiografia. Questo invece è un Fumetto e non è rivolto solo ai più piccoli, ma ha una storia che può piacere anche ai grandi. Tutto nasce dal mio amore per i Peanuts, che sono anche i miei primi tatuaggi. Sono cresciuta con Snoopy e per questo ho voluto portare un tributo a Schulz, mettendo nel libro i personaggi della mia vita. Il libro è uscito a novembre 2018 ed è dalla prima settimana fino ad oggi, sempre in Top Ten nella sezione varia. Ne sono davvero molto felice.
Elisabetta Pasca