L’UNRAE, Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri, è l’Associazione delle Case automobilistiche estere che operano in Italia nella distribuzione e commercializzazione di autovetture, veicoli commerciali e industriali, bus, rimorchi, semirimorchi e allestimenti, caravan e autocaravan con le relative reti di assistenza tecnica e di ricambi originali. Alla guida di questa importante realtà per il mercato italiano è stato recentemente nominato Michele Crisci, presidente e amministratore delegato di Volvo Car Italia. L’Assemblea Generale dei Soci lo ha infatti eletto undicesimo presidente dell’associazione per il biennio 2017-2019, succedendo a Massimo Nordio. Le sfide da affrontare non sono poche e neanche semplici: il neopresidente ci ha illustrato quali sono i punti su cui intende maggiormente soffermarsi per rendere il comparto dell’auto, e non solo, un settore all’avanguardia nel nostro Paese.
Quali sono gli obiettivi che intende raggiungere nel suo nuovo ruolo di presidente dell’UNRAE?
Ce n’è uno fondamentale: proseguire il cammino portato avanti da Massimo Nordio, il mio predecessore. Si tratta di un percorso che dovrebbe portare l’UNRAE a essere l’unico referente per il mondo istituzionale e per i media per quanto riguarda il reparto dell’auto e dei trasporti. L’importante è che ci si renda conto che la nostra associazione da sola rappresenta il 70% di tutto il mercato italiano, mettendo attorno a un tavolo le più importanti case automobilistiche. Si tratta di un’opportunità straordinaria per chi vuole fare qualcosa per questo settore. Mi piacerebbe inoltre che l’UNRAE divenisse anche promotore della trasformazione che il nostro Paese deve intraprendere, in modo da garantire una mobilità moderna e tecnologica ai suoi cittadini. È necessario colmare il gap che abbiamo rispetto agli altri Paesi europei riguardo questo aspetto. Sicuramente è difficile visto il nostro territorio, una realtà di non facile gestione: la distribuzione della popolazione in Italia è particolare rispetto al resto d’Europa, e questo comporta delle esigenze specifiche dal punto di vista del trasporto.
I primi mesi dell’anno hanno visto una crescita del mercato dell’auto in Europa e in Italia, dove c’è stato però un rallentamento per quanto riguarda i privati. Che azioni è necessario intraprendere per risolvere la situazione?
Va fatto innanzitutto un appunto: è vero che i privati sono diminuiti, ma è anche vero che sono cambiati i canali di vendita. Il fatto che le aziende crescano e i privati no, non significa che questi ultimi non comprino auto: vuol dire, ad esempio, che l’auto aziendale sta diventando sempre più importante, quindi è l’azienda che acquista l’auto per il suo dipendente, il quale perciò non dovrà procurarsene una a sua volta. Molti privati poi si stanno avvicinando al mondo del noleggio, quindi c’è una migrazione di questi dati. Detto ciò, l’acquisto della vettura è sostanzialmente, in termine di valori, il secondo più costoso da effettuare dopo quello della propria abitazione. A me risulta sempre molto strano che per comprare una casa si possano ad esempio portare in detrazione gli interessi che noi paghiamo sui mutui ma la stessa cosa non si può fare sugli interessi che paghiamo per i finanziamenti delle auto. Sarebbe interessante promuovere questo aspetto. Comunque il dato importante è che i mercati sono in crescita, quindi è un segnale positivo, ma ricordiamo che l’acquisto dell’auto è ancora un atto gravoso per una famiglia. Si può fare molto comunque non solo per quanto riguarda l’acquisto delle vetture, ma anche riguardo autostrade, carburanti, assicurazioni, tutte aree che si muovono economicamente grazie all’auto.
Quali sono le misure più urgenti da adottare, da parte delle istituzioni, per il sostegno e lo sviluppo dei comparti che rappresentate?
Noi dell’UNRAE abbiamo iniziato a discutere tempo fa con le istituzioni riguardo una figura particolare, ossia il Mobility Champion, elemento attorno al quale mi piacerebbe organizzare un processo di sviluppo volto a sensibilizzare e pianificare una serie di interventi per l’evoluzione delle infrastrutture. Penso ad esempio alle vetture ibride, alle auto elettriche, a quelle con sistemi di assistenza alla guida molto importanti, e così via: è evidente che tutto ciò ha bisogno di un’infrastruttura che sappia accogliere al meglio queste innovazioni. Le case automobilistiche si stanno muovendo per migliorare queste tecnologie, che hanno dei risvolti positivi nella nostra quotidianità non indifferenti, ma serve un sistema di infrastrutture che in Italia manca. Crediamo che ci sia appunto bisogno di un Mobility Champion in grado di fare davvero aggregazione. Noi dell’UNRAE ci siamo, e vorremmo che partecipassero anche le altre realtà del comparto delle auto, così da pianificare tutte le migliorie e le azioni necessarie per far adottare nella maniera più rapida possibile le innovazioni tecnologiche utili per gli automobilisti.
Quali sono le future sfide della mobilità che ci attendono? In che modo l’UNRAE può aiutare aziende e privati ad affrontarle?
L’UNRAE non solo si propone come figura di riferimento per le istituzioni: grazie all’enorme esperienza accumulata in oltre 50 anni di carriera, infatti, siamo in grado di sollecitare anche altre tipologie dei soggetti. Penso ad esempio a chi, un domani, dovrà prendere la patente e si troverà a dover guidare vetture molto diverse da quelle che abbiamo oggi. C’è una serie di competenze che è necessario imparare, e quindi dobbiamo rivedere tutti i percorsi di formazione per questo scopo. In questo senso l’UNRAE può sicuramente aiutare, sia le aziende che i privati.
Lucia Mancini