Uomini & Donne della Comunicazione inizia il nuovo anno con un focus speciale sulle tendenze del marketing, della comunicazione e del digital dal punto di vista dei professionisti del settore: il quarto contributo è quello di Flavio Nani, Film Director e Head Production di The Big Angle, casa di produzione di The Big Now nata nel 2016.
Quando abbiamo fondato The Big Angle uno degli obiettivi principali che ci siamo dati era quello di creare un nuovo modello di casa di produzione che fosse davvero contemporaneo, che ci permettesse di rispondere in maniera convincente all’evoluzione del mercato. Lavorare a braccetto con la creatività ci permette perciò da sempre di avere un punto di vista privilegiato sui progetti che seguiamo e soprattutto ci consente di avere visibilità sull’intero ecosistema di comunicazione in cui le nostre produzioni vanno ad inserirsi; questo fa la differenza.
La tipologia di contenuti video che oggi il mercato richiede sono sempre più vari – questo credo sia il trend principale del nostro settore: il mestiere di chi produce e realizza contenuti video oggi non può essere semplicemente l’applicazione di un approccio unico, sempre uguale a se stesso – pur giusto che sia; in questo contesto la chiave sta nel riuscire a dare a ogni progetto la forma giusta, senza irrigidirsi in schemi preconcetti. Per citare un produttore che stimo molto, il concetto fondamentale oggi è quello della giustezza: il progetto giusto nello schermo giusto.
The Big Angle è nata più di due anni fa: non è semplice mettere a fuoco in maniera precisa quello che è cambiato in questo periodo, anche perché nel nostro ambito le dinamiche sono molto fluide e più che delle regole esistono moltissimi casi specifici, spesso diversi tra loro.
The Big Angle è stata concepita per essere una realtà molto versatile: abbiamo costruito una casa di produzione che fosse in grado di realizzare in maniera virtuosa tutti i tipi di contenuto video, dalle produzioni più classiche e strutturate agli snack content per i social; questa è sicuramente una caratteristica che ci sta premiando, quando siamo nati così come ora.
Probabilmente rispetto a qualche anno fa si sente meno il mantra della brevità, cioè si è un po’ meno tentati di pensare che più un contenuto è breve e meglio funziona; piuttosto si cerca di
sviluppare le idee attraverso molteplici contenuti caratterizzati da un formato diverso ma che sappiano essere parte della stessa campagna in maniera integrata.
Il linguaggio video è sempre più centrale nel mondo della comunicazione e più in generale nella nostra società; questa tendenza mi sembra essere già sotto gli occhi di tutti.
Nel mondo dell’advertising credo che la sinergia e l’integrazione tra creatività e realizzazione sarà sempre più decisiva; questo aspetto lo vivo quotidianamente da regista in The Big Now: lavorare a stretto contatto con i creativi dall’inizio del progetto ha un impatto decisamente positivo sulla qualità dell’intero lavoro.
In questo senso, a mio avviso, saranno sempre di più i progetti in cui parte della creatività starà nell’esecuzione. E in generale il livello del crafting farà sempre di più la differenza. Dal momento in cui realizzare video è una cosa alla portata di sempre più persone, i brand si dovranno distinguere per il livello qualitativo con cui si raccontano attraverso questo linguaggio.
Personalmente credo che lo storytelling sarà sempre più centrale e che il brand entertainment si svilupperà attraverso forme di racconto ancora più varie. I canali attraverso cui comunicarsi con i video sono sempre di più e le forme per farlo meno rigide: ci sarà da divertirsi!