Per dieci anni il coreano Hwang Dong-hyuk si è visto rifiutare la sua sceneggiatura, bollata come troppo inverosimile, poi è arrivata Netflix e oggi Squid Game, serie che mescola distopia e commedia, dramma e azione, thriller e satira sociale, è diventata un fenomeno globale, grazie anche al tam tam degli utenti, che hanno condiviso contenuti virali sui social per esprimere l’apprezzamento verso questa produzione originale.
La serie, girata in soli 17 giorni, ha raggiunto il primo posto in 90 Paesi, dagli Usa a gli Emirati Arabi, dal Brasile alla Lituania, Italia compresa, registrando 111 milioni di spettatori a un mese dal lancio. Squid Game diventa così la serie non in lingua inglese più vista di sempre sulla piattaforma e addirittura la più vista e popolare in assoluto, scalzando dal piedistallo Bridgerton di Shondaland, che a un mese dal lancio aveva raggiunto “solo” 82 milioni di spettatori. Lo sceneggiatore e regista Hwang Dong-hyuk ha spiegato al Koren Times che il successo della sua creazione è dovuto al fatto che il mondo attuale è diventato “un posto dove storie di sopravvivenza uniche e violente sono benvenute per i legami con la realtà che viviamo”.
111 milioni di spettatori in un mese: Netflix fa centro con la nuova serie sudcoreana ed è subito Squid Game mania
Nella narrazione di Squid Game viene rappresentata “la società competitiva di oggi. Questa è una storia di perdenti che si barcamenano nelle battaglie quotidiane e vengono lasciati ai margini mentre i ‘vincenti’ continuano la loro scalata” – ha aggiunto Hwang Dong-hyuk parlando con la Cnn. Nei nove episodi che compongono la prima stagione assistiamo alla battaglia per la vita di 456 “concorrenti” che accettano di partecipare a una serie di giochi per vincere un ricco montepremi. Si tratta di uomini e donne, di tutte le età, schiacciati dai debiti o da altri gravi problemi, che vengono adescati con la promessa di un facile guadagno e portati su un’isola per affrontare apparentemente dei giochi da bambini come Un due, tre stella, il tiro alla fune oppure ‘il gioco del calamaro’, molto popolare in Corea del Sud, che dà il titolo alla serie. La sorpresa è che i perdenti delle diverse manche vengono eliminati fisicamente e ogni morto va a incrementare il jackpot per il vincitore fino alla cifra astronomica di 45,6 miliardi di won (circa 33 milioni di euro). Il tutto avviene sotto il controllo di un misterioso Frontman e del suo staff, composto da frotte di cecchini in tuta rossa, armati di mitra e mascherati.
In questa lotta estrema emergono i personaggi di Seong Gi-hun (Lee Jung-jae), quarantenne col vizio del gioco, mantenuto dalla mamma e compatito dalla figlia di 10 anni; Cho Sang-woo (Park Hae-soo), operatore finanziario ricercato per aver truffato i suoi clienti; la giovane profuga dalla Corea del Nord Kang Sae-byeok (la modella al debutto da attrice Jung Ho-yeon) che ha bisogno di soldi per far scappare la madre dal regime e riunire così la famiglia togliendo il fratellino dall’orfanotrofio; il generoso e ingenuo immigrato pachistano Abdul Ali (Anupam Tripathi) e l’anziano e malato Oh Il-nam (O Yeong-su).
Il pubblico dei social è letteralmente impazzito per una narrazione ben costruita e fitta di colpi di scena, arricchita da una composizione delle immagini evocativa e suggestiva: su TikTok e Instagram è ormai un susseguirsi di challenge e trend a tema Squid Game, come quelli legati al dolcetto Dalgona, la lastra di caramello da cui estrarre una figura senza spezzarla. Intanto Hwang Dong-hyuk si pronuncia in merito alla probabile seconda stagione: “Per lo stress ho perso anche sei denti – ha raccontato – ma le persone sono entusiaste della serie, sto valutando l’idea”.