Aggiungi un posto a tavola che c’è un amico in più, recitava il noto adagio. E al tavolo di Stefano Paleari e Riccardo Casiraghi, creatori del progetto GNAMBOX, compagni nel lavoro e nella vita, di amici se ne sono aggiunti davvero tanti, più di 106mila, solo considerando i follower su Instagram. Uno scrigno di passione per racchiudere un modo nuovo, fresco e coinvolgente di raccontare l’universo del food: questo il progetto editoriale dei due ragazzi milanesi, che, partendo dalla propria passione personale, hanno creato un immenso “tavolo virtuale” per condividere quotidianamente stimoli di bellezza, recuperando il senso stupefacente dei viaggi di scoperta dei racconti del passato, guardando alla tradizione sempre con occhi luminosi e proiettati nel futuro. Tra una ricetta, un viaggio e un pasto in compagnia, Stefano e Riccardo hanno conquistato il web e i social, hanno pubblicato un libro e sono approdati in tv, segno che il loro racconto è formulato con gli ingredienti giusti per spiccare e lasciare il segno in mezzo al proliferare di uno storytelling del cibo spesso piatto e seriale.
Stefano e Riccardo, venite dal mondo del design ma siete approdati felicemente nel variegato universo delle arti culinarie: come siete partiti, quanta strada avete fatto, dove volete arrivare?
GNAMBOX è nato per caso circa 5 anni fa dalla voglia di sfogare le nostre passioni. Abbiamo iniziato raccogliendo in un blog tutto quello che ci piaceva (arte, design, fotografia, musica, food…) e dopo poco ci siamo resi conto che la cucina era il filo conduttore di tutto. La cucina vista come ricetta, persone e luoghi. Nel settembre 2012 abbiamo lanciato il sito gnambox.com e non ci siamo più fermati. Siamo consapevoli di aver portato una ventata di aria fresca nel mondo del food. Grazie alla nostra formazione siamo stati capaci (all’inizio senza rendercene conto) di porci con uno stile ben definito e con una comunicazione spontanea e fresca. Dal 2012 ad oggi la comunicazione digital è cambiata tantissimo e possiamo dire di esserci creati un lavoro da zero. Collaboriamo con brand dal punto di vista della creazione di contenuti digital e non, utilizziamo il sito e i social come dei veri e propri mezzi di comunicazione. Nel futuro ci immaginiamo a lavorare su progetti sempre più grandi, vogliamo che gnambox.com diventi un punto di riferimento per gli appassionati di food e life-style e vogliamo anche spingerci sempre di più verso progetti off-line.
Le vostre foto esprimono una profonda attenzione e cura per i dettagli, disegnando architetture visive in grado di catturare immediatamente l’attenzione: possiamo definirvi “food designer”?
Arrivando dal mondo del design non ci piace definirci tali anche in ambito food. Forse la parola che meglio ci definisce ora è “creators”. Siamo in grado di creare sempre contenuti diversi partendo dalla nostra creatività e dal nostro stile di vita.
Il tema food è ormai da anni sulla cresta dell’onda nella classifica degli interessi socialmente condivisi: in un orizzonte in cui proliferano programmi di cucina e food blogger, ci svelate gli ingredienti che hanno contribuito a rendere unica e irresistibile la “ricetta” di GNAMBOX?
La nostra ricetta parte da un ingrediente forse banale ma sempre fondamentale: la passione. Inizialmente lavoravamo a GNAMBOX solo di notte e per un anno abbiamo detto addio a serate libere e weekend. Abbiamo creduto nel nostro progetto e ci siamo rimboccati le maniche. Quando abbiamo lasciato i nostri lavori sapevamo di avere 6 mesi di autonomia per poter trasformare GNAMBOX in un lavoro.
Il vostro stile è caratterizzato da una profonda convivialità che ha conquistato più di 106mila follower su Instagram: quali sono le caratteristiche imprescindibili per costruire un buon racconto per immagini sui social network?
Raccontare la realtà. Sappiamo che il racconto sui social deve essere costante, raccontare chi sei davvero ti permettere di costruire un vero rapporto con i tuoi follower. Per noi riuscire a raccontare chi siamo, cosa ci piace realmente mangiare e dove amiamo viaggiare ci ha permesso di creare un immaginario e uno stile sempre riconoscibile.
In che modo vivete il vostro ruolo di influencer e coordinate il progetto editoriale con eventuali collaborazioni commerciali?
Sappiamo di riuscire ad influenzare le persone attraverso i nostri racconti e anche i brand lo sanno. Per noi è importante riuscire a collaborare con brand che fanno o potrebbero fare parte della nostra quotidianità. Se siamo arrivati a questo punto è anche grazie a tutti i no che siamo riusciti a dire nel corso degli anni. La credibilità online è difficile da costruire e la puoi perdere in un attimo. Per noi adesso è importante riuscire a costruire a quattro mani i progetti con i brand. Conosciamo il nostro pubblico, sappiamo qual è il modo migliore per inserire anche delle collaborazioni commerciali in modo naturale e spontaneo. Le collaborazioni online devono essere veritiere per funzionare.
“Non si è mai perduti fino a che si ha una buona storia e qualcuno a cui raccontarla”: quale immagine scegliereste per raccontare la storia di Stefano e Riccardo e di GNAMBOX?
Questa è un’immagine a cui siamo davvero legati. È stata scattata da Maria Teresa Furnari un paio di anni fa in un B&B nelle Marche che amiamo tantissimo e che si chiama Malatesta Maison de Charme. Eravamo al B&B per organizzare una cena d’estate insieme ad Andrew Trotter di OPENHOUSE Magazine, un magazine internazionale che racconta la vita di persone che decidono di aprire le loro case alle persone. Andrew è stata una delle prime persone che abbiamo conosciuto online 5 anni fa e ora siamo grandi amici. Questa foto racchiude per noi tanti bei sentimenti.
Foto di Maria Teresa Fornari
E se a sintetizzare il vostro straordinario percorso insieme dovesse essere un piatto, quale scegliereste?
Difficilissimo da dire. Ci ricordiamo che le prime foto di food che abbiamo scattato erano durante una giornata passata nell’orto in campagna del papà di Riccardo. Avevamo raccolto dei buonissimi pomodori e per pranzo avevamo cucinato degli ottimi spaghetti al pomodoro. Quindi la sintesi potrebbe essere un piatto di pasta al pomodoro cucinata con ingredienti semplici ma di ottima qualità!
Elisabetta Pasca