Il 2020 come pietra miliare di un cambiamento da cui non si torna indietro, come ‘turning point’ di rifocalizzazione su un desiderio di sicurezza e stabilità e come catalizzatore di ottimismo rispetto alla possibilità di cambiare in meglio il futuro. È questo il filo rosso che accomuna le risposte degli 8.160 ragazzi tra i 16 e 24 anni, intervistati da ViacomCBS Networks in 15 nazioni (Argentina, Australia, Brasile, Cina, Francia, Germania, Italia, Messico, Olanda, Portogallo, Singapore, Sud Africa, Spagna, UK e USA), per la nuova ricerca Beyond 2020: Global Youth, Voices&Futures.
“Beyond 2020 mette a fuoco il bilancio dei ragazzi rispetto ad un 2020 non assimilabile alla sola esperienza del Coronavirus. Ci permette di guardare all’anno trascorso con gli occhi dei giovani italiani e di affacciarci direttamente sul futuro, così come lo immaginano.” – commenta Morena D’Incoronato, Vice president Research & Portfolio Strategy di ViacomCbs Networks Italia – “In Italia, la ricerca rientra nel quadro dell’Osservatorio Giovani e Futuro di MTV che dal 2013 racconta e analizza il punto di vista dei giovani italiani. Rispetto ai coetanei nel mondo, i 16-24enni italiani hanno espresso un senso di insicurezza maggiore e amplificato da una situazione socio-economica già compromessa dalla pandemia. Fortemente disillusi rispetto alla possibilità di realizzarsi in Italia, guardano con ottimismo alla ‘community’ globale dei giovani, confidando nella capacità di fare massa critica sul piano internazionale, come dimensione in cui realmente valorizzare i propri talenti”.
Il 2020 – non solo Covid
Il 73% del panel internazionale dice di essere stato impattato da altro rispetto al Covid. Per il 52% si è trattato della campagna Black Lives Matter, per il 42% del cambiamento climatico, per 12% degli eventi legati al terrorismo.
Italia: per l’89% il Covid è stato l’evento più disruptive del 2020. Ma un 51% segnala anche il razzismo/George Floyd, il 42% i disastri naturali e il 30% eventi politici;
Il 45% del panel internazionale si sente stressato più che in passato (nel 2017 era il 38%);
Italia: il 49% (1 su 2) dei ragazzi si sente stressato. Ai ragazzi sono stati ‘negati’ momenti formativi e di passaggio generazionale, come quelli legati all’educazione (41%) e alla laurea (13%), opportunità di lavoro (28%) ed eventi/cerimonie familiari (44%).
Il 2020 ha cambiato il modo di agire dei ragazzi nel mondo: il 59% ha ridimensionato le spese, il 51% ha dedicato tempo ad informarsi su temi di rilevanza sociale, il 37% sta ripesando a come proseguire negli studi o nella carriera.
Italia: il 51% dei ragazzi dice di essere attivo sul piano sociale, a supporto di campagne e movimenti. A livello internazionale il dato è pari al 54% (50% in Europa)
Italia: rispetto ai coetanei europei, i giovani italiani si sono concentrati meno nel riflettere sui temi della salute mentale (26% vs 35%), nel rivedere l’allocazione delle proprie spese (47% vs 51%) e nel cambiare percorso di studi (14% vs 20%).
La prospettiva a 10 anni
L’82% del panel internazionale dice di aver dovuto stravolgere i propri piani nel 2020, il 93% pensa che dovrà impegnarsi molto per raggiungere i propri obiettivi, ma nel 55% dei casi confida in cambiamenti positivi nei prossimi 10 anni.
Italia: il 66% crede che il futuro possa cambiare in meglio (50% media EU), ma esprime incertezza rispetto al proprio avvenire personale (77% vs 70% media EU).
Ambiente, economia, uguaglianza di genere, criminalità e razzismo ‘di sistema’ sono le priorità su cui lavorare da qui al 2030 (panel internazionale). Per i ragazzi italiani, in cima alla lista figurano, invece, ambiente, razzismo ed economia.
Le speranze: nei prossimi 10 anni ragazzi confidano in cambiamenti positivi per quanto riguarda l’ambiente (61%), l’uguaglianza di genere (61%) e la sfera economica (60%). La salute mentale sarà una questione critica in futuro (75%), anche se non sarà più oggetto di tabù (83%)
Italia: rispetto ai coetanei europei e internazionali, gli italiani sperano che ci siano dei cambiamenti sul fronte dell’ambiente (71%, 13 punti% al di sopra dei ragazzi europei), delle opportunità lavorative (64%, +17 punti % vs EU) e della criminalità (64%, +12 punti% vs EU); ma anche sul piano dei diritti con il riconoscimento della diversità (50%) e dei diritti LGBTQia+. Sperano che diminuiranno la povertà (57%) e il terrorismo (57%). Le speranze di maggiore consapevolezza sui temi della salute mentale si fermano al 34% (EU 40%).
Italia – speranze vs realtà: tuttavia i giovani italiani sono consapevoli del gap esistente tra realtà e aspettative. Solo il 18% crede avverranno cambiamenti positivi in fatto di criminalità (EU 25%) e di riduzione della povertà (EU 22%), il 15% in tema di salute mentale (EU 23%), il 33% relativamente alle diseguaglianze di genere (EU 42%)
Il 60% del panel internazionale pensa che in futuro fronteggerà difficoltà economiche e che la disoccupazione salirà (56%), pur confidando in una ripresa economica complessiva (69%).
Italia: il 60% sa di dover affrontare problemi di natura finanziaria in futuro, con livelli di disoccupazione più alti (53%), ma il 71% si sente preparato a fronteggiare le difficoltà, più dei coetanei europei (media EU 68%).
I giovani italiani aspirano, per il prossimo futuro, a combinare realizzazione personale e stabilità economica: il 62% vuole un lavoro stabile, ma senza rinunciare alla liberà di decidere in autonomia (14%) e di essere a proprio agio con se stessi (20%)
Il 79% del panel internazionale ritiene che automazione e intelligenza artificiale prenderanno piede in molti contesti lavorativi (dato Italia 80%);
La politica: i politici saranno più responsabili delle loro azioni (74%), ma non ci saranno grandi cambiamenti nella sfera politica in generale (63%)
Italia: il 75% pensa che i politici saranno più responsabili. La corruzione continuerà ad essere un problema per l’83% dei ragazzi (EU 74%). Sulla corruzione, solo l’Argentina evidenzia livelli di sfiducia più alti (85%).
Le relazioni: Stare insieme, in presenza, continuerà ad essere importante (84%), ma le relazioni romantiche nasceranno sempre più online (57%; dato Italia 56%).
È sui singoli individui e sulle aziende che, secondo i giovani, ricadrà in futuro la responsabilità di cambiare le cose: l’80% del panel internazionale vede per sé un coinvolgimento attivo nel creare una società più equa, il 74% crede che il razzismo in futuro sarà meno diffuso e l’83% si aspetta che anche le aziende prendano posizione contro l’ingiustizia sociale (panel internazionale)
Italia: il 74% dice che la propria generazione sarà meno disposta ad accettare ineguaglianze, rispetto alle precedenti.