Debunking, Fact Checking, Media Literacy, fiducia nella comunità scientifica e curiosità sono i rimedi per combattere le fake news e uscire dalle sole interazioni coerenti con il nostro pensiero. È possibile distaccarsi dal circolo vizioso in cui i social network, nati come strumenti ludico-pubblicitari e non con lo scopo di divulgare le informazioni, cercano di mantenere l’utente il più possibile al loro interno per ottenere dati utili alla promozione di contenuti più vicini ai loro interessi.
Questo il fulcro della riflessione di Alessandro Tavecchio, biologo e membro dell’Unità di Comunicazione della SISSA di Trieste e autore della lezione “La cattiva informazione: come funziona e il ruolo dei social media” all’interno del corso di Feltrinelli Education dedicato al tema del giornalismo scientifico e tecniche di divulgazione.
Alessandro Tavecchio, biologo e membro dell’Unità di Comunicazione della SISSA di Trieste, ci invita ad andare oltre le banalità, per superare il problema del riconoscimento delle fake news, all’interno del corso “Giornalismo scientifico: teoria e tecniche di divulgazione” di Feltrinelli Education
Il ruolo della stampa era quello di decidere, grazie ai criteri di notiziabilità, quale notizia dovesse arrivare nella coscienza pubblica collettiva. Oggi, l’avvento di Internet ha abbattuto i costi fissi editoriali e si è potuto assistere ad una progressiva riduzione di questo compito, dando ai lettori l’accesso diretto alle informazioni. La realtà condivisa che ha da sempre caratterizzato i media presenta delle microfratture: quella odierna è estremamente personalizzata, in cui tutto quello che si presenta sotto agli occhi degli utenti è il risultato di una raccolta dei dati e dei movimenti che compiamo quando ci troviamo online.
La riflessione di Alessandro Tavecchio invita ad andare oltre le banalità, per superare il problema del riconoscimento delle fake news.
Nella sua lezione Alessandro Tavecchio analizza come il tema della cattiva informazione, da almeno 10 anni è totalizzato dal termine “fake news”, corrispondente all’italiano “bufala mediatica”. Si tratta di un termine estremamente vago, con il quale si intende un insieme di cose diverse. Con questo uso promiscuo, i problemi della disinformazione causate dalle fake news si distinguono tra “Misinformation”, in cui si manifestano errori non intenzionali, “Malinformation”, dove dietro si cela la volontà di danneggiare qualcuno, e “Disinformation”, in cui l’informazione viene intenzionalmente manipolata per creare scandalo e per attirare un maggior numero di click sul link della propria pagina web.
Un esempio di Misinformation è arrivato dal caso della vespa killer in Italia. Infatti, l’immagine che girava in rete era di una vespa mandarinia, non presente in Europa, quando, al contrario, la specie appropriata alla segnalazione sarebbe stata la vespa velutina.
Lo scandalo nato invece attorno al bacio non consensuale di Biancaneve, deve tutta la sua fortuna alla strumentalizzazione della notizia, creando quello che si è definito come Disinformation e, allo stesso tempo, Malinformation. Da una recensione sul San Francisco Gate di due giornaliste al parco californiano di Disneyland, l’osservazione è stata inserita in un contesto più ampio, quello della Cancel Culture, diventando il pretesto per alimentare la polemica già esistente nel panorama mediatico.
Infine, la nascita di contenuti di natura umoristica legati al Russia Gate, alimentano la metanarrazione, secondo cui la Russia sia intervenuta nella campagna elettorale per le elezioni presidenziali negli Stati Uniti nel 2016. Questo esempio di Malinformation ha voluto creare reazioni emotive durante la propaganda politica. Questi meccanismi sono propri dei social network, strumenti nati originariamente con scopi di svago, ma che oggigiorno rappresentano dei canali privilegiati per la fruizione delle informazioni. Proprio a causa di questa nuova realtà, la diffusione delle fake news è un fenomeno diventato sempre più frequente e con ritmi di propagazione più rapidi.
“Tendiamo a credere a quello che ci viene messo davanti quando conferma i nostri preconcetti, ma esistono diverse strade per migliorare la qualità dell’informazione che circola. Chi fa “debunking” cerca di mostrare la falsità di certe notizie, ma funzionerà poco su chi ha già idee ben formate. Più in generale, il “fact checking”, la verifica dei fatti e delle affermazioni, specie di personaggi influenti, non dovrebbe più essere una responsabilità solo dei giornalisti ma di chiunque crea o condivide contenuti sul web. Infine, è importante la Media Literacy: una vera e propria istruzione sul consumo dei media, incoraggiandoci a farci domande e a fare attenzione alle informazioni che quotidianamente riceviamo; nessun metodo riesce a darci la sicurezza della veridicità di quello a cui siamo esposti. Per questo motivo, è necessario coltivare una naturale curiosità. Diciamo tutti (o quasi) di avere fiducia nella comunità scientifica, ma poi scegliamo di ascoltare solo le voci che ci danno conferme. Andare oltre alle banalità e grattare la superficie delle notizie che siamo abituati a scrollare nelle pagine dei social è fondamentale non solo per una corretta fruizione dei media, ma ci aiuta ad avvicinarci alla verità e a punti di vista diversi dai nostri.” spiega Alessandro Tavecchio.
L’approfondimento di Alessandro Tavecchio, è uno dei 4 argomenti affrontati all’interno del Corso Live di Giornalismo scientifico: teoria e tecniche di divulgazione di Feltrinelli Education, all’interno del quale sono inclusi anche gli interventi di Marina D’Alessandro, Nico Pitrelli e Donato Ramani e in cui si esplorano i processi decisionali di fronte all’incertezza, quali sono le dinamiche alla base della disinformazione e il ruolo fondamentale della comunicazione scientifica per prendere le migliori decisioni a livello collettivo. Il corso si compone di 3 lezioni in diretta streaming, un’esercitazione pratica in due sessioni e un incontro conclusivo in cui potersi confrontare con gli esperti in una sessione di domande e risposte, per una durata totale di 10 ore. Il corso è a numero chiuso, le iscrizioni sono già aperte e le lezioni si svolgeranno da martedì 05 ottobre a martedì 09 novembre 2021.
Con i suoi corsi live e on demand e i suoi laboratori Feltrinelli Education risponde alle esigenze della digital transformation, innova il senso stesso del libro, e propone momenti di cultura e intrattenimento aprendo le vie ad un nuovo modo di fare scuola.