Giungono alla quarta edizione i Diversity Media Awards, l’iniziativa ideata e promossa da Diversity, no-profit fondata e presieduta da Francesca Vecchioni, che ogni anno presenta il Diversity Media Report: l’unica ricerca in Italia che rileva e premia i contenuti mediali e i personaggi che valorizzano i temi della diversità nell’informazione (a cura dell’Osservatorio di Pavia) e nell’intrattenimento (a cura del comitato scientifico Diversity).
Nati nel 2016 come riconoscimento dedicato alla rappresentazione nei media di persone e temi LGBT+, da quest’anno i Diversity Media Awards si estendono alla rappresentazione della diversità nelle aree genere e identità di genere, orientamento sessuale ed affettivo, etnia, età e generazioni, (dis)abilità. Un lavoro di ricerca e valutazione che coinvolge Diversity tutto l’anno e che trova la sintesi nella serata di gala con charity dinner del 28 maggio 2019 all’Alcatraz di Milano – diffusa in diretta streaming (TRULive) – durante la quale saranno consegnati i riconoscimenti ai vincitori e alle vincitrici.
“Chi fa comunicazione – dichiara Francesca Vecchioni – ha una grandissima responsabilità perché contribuisce a costruire il nostro immaginario collettivo. Saper rappresentare e dar voce a tutte le persone serve a ridurre la distanza tra noi e gli altri ed è il presupposto essenziale per la crescita e il benessere di tutta la società. Una rappresentazione inclusiva, non solo rispetta la reale composizione sociale, ma fa emergere le differenze promuovendo la conoscenza e contribuendo così a ridurre i pregiudizi”.
Dall’analisi di quest’anno emerge come la rappresentazione della diversità cambi notevolmente se si considerano i prodotti di intrattenimento (serie TV, film, programmi radio e tv, pubblicità e prodotti digitali) o l’informazione (principali Tg).
Dalle notizie dei maggiori Tg italiani del 2018, spiccano come temi più visibili età e generazioni, etnia, genere e identità di genere, l’informazione dimentica, invece, di parlare di (dis)abilità e orientamento sessuale e affettivo. Molto diverso ciò che accade nei prodotti d’intrattenimento, dove a farla da padrone sono i temi di genere e identità di genere e (dis)abilità mentre è l’etnia la grande assente.
Queste le evidenze emerse dalla Ricerca.
Diversity Media Report / Informazione
Su 49.536 notizie analizzate dall’Osservatorio di Pavia, con il coordinamento di Monia Azzalini, Responsabile genere e media, 5.355 pari al 10,8% del totale, riguardano l’età, focalizzandosi per la quasi totalità su bambine/i e giovani (84,5%) molto meno su anziani (16,3%). Nella maggioranza delle notizie appaiono come protagonisti di episodi di criminalità o violenza (43,3%) o di cronaca (incidenti, scomparse, 13,9%), e, nel caso di giovani e giovanissimi/e, nella doppia veste di responsabili o vittime di atti di bullismo, aggressioni a insegnanti, associazione in “baby gang”.
Anche i temi di genere e identità di genere sono frequentemente citati (4.043 notizie pari all’8,2%), centrali soprattutto in notizie di criminalità (62,6%): nel 39,6% dei casi violenze contro le donne come molestie, stupri, femminicidio.
L’orientamento sessuale e affettivo – per quanto pochissimo rappresentato (121 notizie pari allo 0,2%) – è raramente una connotazione identitaria di persone al centro di episodi di criminalità (14,9%) e più frequentemente un tema sociale (54,5%), in particolare un tema di famiglia (29,8%), più specificatamente di genitorialità, al centro anche del dibattito politico. Un risultato quest’ultimo certamente positivo poiché indica – come già emerso lo scorso anno – una continua, seppure sottile, linea di attenzione dell’informazione italiana sulla questione che costituisce il più ampio vuoto normativo della legge sulle unioni civili.
Diversity Media Report / Intrattenimento
Nei prodotti di intrattenimento la diversità è stata raccontata in maniera molto differente rispetto all’informazione. Il tema prevalente del 2018 è il genere con una particolare attenzione alla consapevolezza femminile e alle relazioni famigliari.
Le donne non vengono più raccontate ma si raccontano sia nei programmi Tv (La TV delle Ragazze, Love me Gender) che nelle serie TV (L’Amica Geniale, La fantastica signora Maisel, The Handmaid’s Tale, Élite, Le terrificanti avventure di Sabrina) e, anche se meno, sono presenti come voci narranti e percorsi esemplari di consapevolezza sia al cinema che nelle campagne pubblicitarie (Zen sul ghiaccio sottile, la campagna Domani è una figata di Sorgenia).
Le tematiche trattate però ruotano intorno ai rapporti personali/affettivi e faticano ad evolversi verso una rappresentazione sociale inclusiva che consideri maggiormente temi come il lavoro, il gender gap, le competenze. E gli uomini? In realtà sono molto presenti, proprio in funzione di questo sguardo femminile infatti il genere maschile si ritrova nelle relazioni affettive e famigliari (C’è Posta per te, È arrivata la felicità, Butterfly), anche con l’inserimento di riflessioni legate al tema dell’età e del confronto generazionale (Ella & John, Non ho l’età, In viaggio con Adele, Siamo fatti per cambiare di Ikea). Gli uomini sono raccontati nella loro affettività anche quando si affronta il tema dell’orientamento sessuale (Euforia, Puoi baciare lo sposo, This is Us) senza più paura di parlare d’amore.
I temi disagio mentale e (dis)abilità emergono con l’evidente impegno al superamento dello stigma soprattutto al cinema, offrendo spazio alla riflessione e permettendo di delineare i personaggi oltre la disabilità, e senza pietismo (In viaggio con Adele, Ella & John, Be Kind, Ballando con le Stelle).
Infine il tema più trascurato dall’intrattenimento è quello etnico, che ritroviamo non stereotipato in pochissimi prodotti televisivi italiani (Programma Italia, Nero a metà), e in alcune campagne pubblicitarie (Normal di RTL 102.5, Brilliance for all di Swarovski) evidenziando come nel nostro paese ci sia ancora molta strada da fare per arrivare a raccontare i temi e le persone oltre i pregiudizi.
I Diversity Media Awards saranno consegnati nel corso di uno show con charity dinner condotto da Fabio Canino, anche direttore artistico, e Melissa Greta Marchetto. L’edizione dei Diversity Media Awards 2019 sceglie di essere una human rapsody, un racconto composito e armonico della realtà che si costruisce col contributo di storie e personaggi eterogenei, esponenti del mondo della società civile, dello spettacolo, della comunicazione, della cultura, dello sport, delle imprese, delle istituzioni.
Sul palco – ad aprire lo show e ad accompagnarlo in vari momenti – l’Ensemble ambrosiano, un coro di 80 elementi, perfettamente rappresentativo dell’idea di diversità e inclusione che l’evento vuole diffondere. Inviata speciale di questa edizione Federica Cacciola, alias Martina Dell’Ombra, che porterà il suo punto di vista ironico e pungente sui temi della diversità.
È aperto il voting online delle nomination. Da oggi fino al 26 maggio chiunque potrà votare su www.diversitylab.it nelle seguenti categorie: Miglior Film, Miglior Serie TV Italiana, Miglior Serie TV Straniera, Miglior Programma TV, Miglior Programma Radio, Miglior Campagna Pubblicitaria, Personaggio dell’anno, Influencer dell’anno, Miglior prodotto digitale.
Durante la serata saranno attribuiti anche i riconoscimenti all’informazione: Miglior TG, Miglior Articolo Stampa Quotidiani, Miglior Articolo Stampa Periodici, Miglior Articolo Stampa Web.
Come già lo scorso anno, Diversity metterà a disposizione di chiunque il segnale e la serata sarà diffusa in diretta streaming TRULive (Trasmissione a Rete Unificata) da tutti coloro che decideranno di trasmetterla dai propri canali digitali: media, aziende, organizzazioni, singole persone, comunità.
Diversity Media Awards è un progetto di ricerca e comunicazione con un’evidente finalità sociale, e quest’anno Diversity ha deciso di lanciare un crowdfunding attraverso la piattaforma online Produzioni dal Basso, in modo da offrire a tutte e tutti l’opportunità di contribuire attivamente al progetto sostenendolo. Chiunque può partecipare cliccando qui.
Dal 2013, anno della fondazione, Diversity è impegnata in un’opera di disseminazione della cultura D&I, favorendo una visione del mondo che consideri la molteplicità e le differenze come valori e risorse preziose per le persone e le organizzazioni. I DMA assumono, dunque, una doppia valenza: da una parte promuovono la mappatura delle “buone pratiche” e degli esempi di una rispettosa rappresentazione delle persone e dei temi D&I nei media; dall’altra contribuiscono a tracciare linee guida, a generare un cambiamento verso l’inclusione, a fare la differenza.
Molte le istituzioni, le aziende e i partner che hanno scelto e scelgono di essere a fianco di Diversity. Dai patrocini di Commissione Europea, Ambasciata del Canada, Comitato Interministeriale Per I Diritti Umani e la collaborazione con l’Osservatorio di Pavia al supporto di Google, Eidoo, Carrefour, Jack Daniel’s, Lierac, PHD, YAM 112003, Esther Burton e Carpeneta. La serata finale è, inoltre, un’opportunità per i brand sensibili alle tematiche dell’inclusione di sostenere il progetto, partecipando all’iniziativa.
COMITATO SCIENTIFICO
Roberto Baiocco – Università Sapienza di Roma
Sandro Castaldo – Università Commerciale Luigi Bocconi di Milano
Fabio Corbisiero – Università Federico II di Napoli
Fiorenza Deriu – Università Sapienza di Roma
Luca Rollè – Università degli Studi di Torino
Alexander Schuster – Università degli Studi di Trento
Paolo Valerio – Università Federico II di Napoli
Nicla Vassallo – Università degli Studi di Genova
Tiziana Vettor – Università degli Studi di Milano Bicocca