Tornando a Wave 9, vengono evidenziati alcuni aspetti interessanti: il 50% degli intervistati dichiara di essere preoccupato di “perdere qualcosa di ciò che accade nel mio social network” (FOMO – fear of missing out) mentre il 60% delle persone si sente stressato e in ansia quando non può accedere ad Internet. Una recente ricerca dell’azienda Apple, analizzata anche sul Wall Street Journal, ha evidenziato come si arrivi ad utilizzare il proprio dispositivo mobile fino a 80 volte al giorno, un dato che sorprende alcuni, ma non sorprende per niente altri.
Altro aspetto su cui riflettere è che le persone propense a considerare i social network come luogo di divertimento o svago sono diminuite del 37% rispetto al 2010 e, al contrario, sono aumentati del 40% gli utenti che li considerano come piattaforma di promozione di sé stessi.
In Wave 9, the Meaning of Moments sono stati identificati e descritti i 138 momenti più rilevanti nella vita delle persone e sono stati individuati i sentimenti e i consumer need ad essi associati. Lo studio dei Moments è alla base della filosofia e dell’approccio UM: individuare i momenti più rilevanti nella relazione tra le audience e i brand è di vitale importanza per massimizzare l’impatto dell’attività di comunicazione.
Fino a qualche anno fa sarebbe stato impensabile considerare gli strumenti tecnologici e più in generale le piattaforme virtuali come fonti di stress, invece il nostro millennio è caratterizzato da una vera e propria invasione ed intossicazione da tecnologie. Il contesto digitale è enormemente influente. Il 53% degli utenti dei social media concordano sul fatto di essere influenzati da opinioni condivise online, una percentuale che aumenta al 60% nella fascia di età tra i 25 ed i 34 anni. Ma non tutte le piattaforme hanno lo stesso ruolo. Facebook, per esempio, è considerato la piattaforma per eccellenza della quale si parla tra gruppi di amici (60% a livello mondiale). Twitter, invece, è maggiormente percepito come una piattaforma che influenza l’opinione pubblica mondiale (45%).
Lo stress digitale rappresenta una delle nuove condizioni provocate dalla continua connessione e volontà di condivisione virtuale che modifica molte delle dinamiche a cui siamo sempre stati abituati finora.
IPG WAREHOUSE si occuperà ancora di questo tipo di tematiche nei prossimi approfondimenti.