Effetto domino, un film di Alessandro Rossetto: l’inconsapevolezza delle connessioni e le parole non dette
Riflessioni consapevolmente connesse sul film
di Francesca Anzalone
#Consapevolmenteconnessi, ovvero la necessità di vivere le connessioni in maniera consapevole, siano esse nodi concettuali di una mappa mentale, siano dialoghi in presenza o attraverso strumenti digitali, siano esse professionali o personali. Tutto ruota attorno alla parola e al suo sapiente uso tra capacità del dire, del sottintendere e del non dire deliberatamente.
Abbiamo bisogno di consapevolezza, di capacità di osservazione e di valori da seguire per non lasciarci travolgere da eventi in grado di creare una reazione a catena dal forte potere distruttivo.
La società odierna punta sul giudizio, forse la via più semplice per non dover analizzare la propria situazione, oppure perché troppo centrati sui propri interessi si finisce per cogliere la debolezza altrui a favore di un tornaconto personale, anche in forma di merce da barattare in caso di necessità. L’apparire supera l’essere e i valori diventano involucri di un vuoto assordante. Al centro la parola con la sua capacità di trasferire un messaggio in modo semplice e immediato, in grado di supportare e creare coinvolgimento ma al tempo stesso in grado di ferire, uccidere, limitare, disorientare, alienare dalla realtà.
Le connessioni nel film Effetto domino
Una parola sapientemente usata nel film Effetto domino di Alessandro Rossetto, affermato documentarista e alla sua seconda opera cinematografica, presentata alla 76^ edizione della Mostra Internazionale di Arte Cinematografica di Venezia nella sezione Sconfini e già nei circuiti cinematografici nazionali, che, insieme al cast, ha saputo costruire una comunicazione straordinariamente articolata, portando in parallelo una comunicazione esplicita e una altrettanto costruita, implicita.
Un film dunque che, nella sua bellezza e completezza cinematografica, diventa anche un esempio concreto per l’analisi del linguaggio.
Un film che coinvolge, trattiene con determinazione lo spettatore, lo accompagna, lo porta a riflettere, gli fa osservare la realtà, lo aiuta a capire cosa sta accadendo, laddove gli stessi protagonisti non se ne rendono conto, il tutto attraverso numerosi codici stratificati con l’obiettivo di scuotere la società verso un’osservazione più profonda.
Il lavoro corale di Effetto domino
Qui i protagonisti sono legati tra loro credendo di conoscere la natura della relazione e con il desiderio di prevaricare sull’altro per un interesse economico, e laddove il non detto, il sottinteso, la comunicazione non verbale tradisce l’egoismo, ecco che subentra la presenza costante del narratore che, come il capitano di una nave, tiene dritto il timone sul messaggio principale, con il grande valore, di non giudicare mai, e svela l’inconsapevolezza delle connessioni.
Il silenzio qui è protagonista per lasciare spazio alla riflessione dello spettatore, ma anche per lasciare ai protagonisti la possibilità di esprimere le loro emozioni, e soprattutto di costruire il loro personaggio. Un lavoro corale, come più volte sottolineato dal regista e dagli attori stessi durante le presentazioni, che ha seguito in parte una sceneggiatura, che ha lasciato che il vissuto di ciascun attore potesse esprimersi e che l’insieme potesse generare silenzi consapevoli.
Effetto domino regia di Alessandro Rossetto
con Diego Ribon, Mirko Artuso, Maria Roveran, Nicoletta Maragno, Roberta Da Soller, Olivier Rabourdin, Lucia Mascino, Marco Paolini, Andrew C. NG, Shi Yang Shi, Stefano Scandaletti, Valerio Mazzucato, Silvio Comis, Vitaliano Trevisan, Giancarlo Previati, con la voce di Paolo Pierobon
Prodotto da Francesco Bonsembiante
Una produzione JOLEFILM con RAI CINEMA
Film riconosciuto di interesse culturale con contributo economico del Ministero dei beni e delle attività culturali – Direzione Generale Cinema
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