Marco Valta, laureato in economia e commercio con laurea specialistica in economia internazionale dei mercati valutari, dopo un master a Berkeley, ha iniziato la carriera nel mondo digital ormai una decina di anni fa, co-fondando una startup nel mondo travel, la piattaforma VIRAIL, motore di ricerca viaggio che compara tutti i mezzi di trasporto.
Entra poi nel circolo di altre società sempre nel settore viaggi, co-fondate dal suo socio Bravofly (acquisita poi da lastminute group) e Hotelscan ( anch’essa acquisita da lastminute group). Appassionato da questo mondo ha iniziato a costruirsi parallelamente un portafoglio di investimenti Angel in startup che gli hanno permesso di entrare in contatto con imprenditori illuminati da idee che hanno rivoluzionato e che tutt’ora stanno cambiando il mondo in questi anni di digitalizzazione. Aver investito in circa 70 società gli ha permesso nel tempo di vedere moltissimi modelli di business, ispirarsi alle visioni di altri imprenditori digitali e imparare dai loro errori.
Quali sono le difficoltà maggiori nel nostro paese per gli imprenditori che vogliono innovare nel settore digitale?
Oggi il mercato del venture capital nel settore digitale in italia è ancora molto piccolo. Nel 2017 sono stati incassati solo 140 milioni da una cinquantina di startup, cifre ancora molto basse se paragonate a mercati decisamente più maturi come la Germania, la Spagna e la Francia. Negli ultimi anni tuttavia sono nate società di venture capital e club di investitori che hanno permesso agli imprenditori digitali di potersi finanziare nella fase di start up. Reputo che siano ancora pochi players che permettano lo scale-up (la fase successiva alla startup) nonostante ci siano segnali positivi di interesse.
Per quanto riguarda gli investimenti nel settore, in Italia quanto supporto proviene dalle istituzioni e quanto dai privati?
Mi risulta che in termini di valore il maggior supporto arriva dalle istituzioni, tuttavia nella prima fase del lancio di una startup è fondamentale l’apporto dei privati che possa permettere agli imprenditori digitali di dare il kick off alla loro startup, mentre l’accesso al capitale delle istituzioni normalmente avviene in un momento successivo.
Come è iniziata la sua avventura di digital entrepreneur?
Tutto è iniziato una decina d’anni fa quando appassionato dal mondo digital e dalla sua evoluzione ho voluto lanciare un progetto partendo da un’idea. Per realizzare l’idea abbiamo aperto un ufficio in India che ci ha permesso di sviluppare il prototipo dell’aggregatore di viaggi assumendo fino a una decina di sviluppatori a dei costi accessibili in quanto all’epoca eravamo ancora studenti universitari. Da lì, quando il prodotto è stato realizzato, abbiamo deciso di spostare l’ufficio in un paese dell’est europa dove abbiamo fatto crescere e sviluppare l’azienda.
In che modo si è sviluppato il progetto VIRAIL e quali sono le prospettive di crescita previste per l’azienda?
Virail è nato dall’esigenza di facilitare la pianificazione di un viaggio da in ogni sua tappa, permettendo all’utente di poter confrontare istantaneamente tutti i modi per raggiungere una destinazione.
Negli ultimi anni abbiamo assistito alla nascita di aziende che hanno radicalmente modificato il modo di viaggiare delle persone (Blablacar, Flixbus, Uber per citarne alcune). L’azienda ha l’obiettivo di aggregare in maniera globale tutte le soluzioni offerte per rendere la pianificazione di un viaggio il più semplice possibile.
Cosa serve per essere sempre al passo e competitivi rispetto alla concorrenza globale?
Viviamo in un mondo che cambia a una velocità pazzesca. Per essere al passo e competitivi bisogna saper interpretare l’evoluzione del mercato e anticiparne le tendenze. Noi in Virail.it per esempio, mano a mano che nascono nuovi player che offrono soluzioni di trasporto diverse da quelle classiche (auto, aereo, treno) ci preoccupiamo di integrarli in modo da poter offrire una fotografia di tutte le soluzioni di trasporto esistenti all’utente, cercando di essere più completi della concorrenza e di offrire una user experience migliore.
La digitalizzazione modifica giorno dopo giorno le dinamiche dei mercati e del lavoro: cosa dobbiamo aspettarci per il prossimo futuro?
Come tutti i processi di cambiamento il lavoro e le dinamiche dei mercati si trovano a fronteggiare rischi ma anche grandi opportunità. I rischi di fronte a cui è posto il lavoro riguardano il pericolo di disoccupazione tecnologica; allo stesso tempo, le nuove tecnologie offrono significative opportunità di lavoro in contesti che prima non esistevano; si pensi alle opportunità della sharing economy e a tutte le opportunità lavorative che sono state create da aziende globali come Uber, Airbnb, Deliveroo tanto per citarne alcune. Per quanto riguarda la natura del lavoro, la tecnologia richiede in molti casi una specializzazione e delle competenze che prima non c’erano e così nuove figure lavorative stanno nascendo per rispondere a queste esigenze. Oggi inoltre, grazie alla tecnologia, qualsiasi luogo può diventare “posto di lavoro”. Questo consente una libertà che solo fino a poco tempo fa era inconcepibile.
Elisabetta Pasca