Nella carriera quarantennale di uno studio di progettazione si possono scorrere non solo i segni della propria storia, ma a volte intravedere il respiro di un’epoca. È il caso di Hangar Design Group, che nel procedere lungo i crinali della creatività pura, del design di prodotto, dell’art direction, della costruzione di brand identity per i maggiori marchi italiani e internazionali, ha tracciato un segno profondo della cultura estetica del nostro Paese. Alimentando con le proprie capacità interpretative i percorsi imprenditoriali, stilistici, manifatturieri e di marca che fanno parte della nostra cultura condivisa.
“Compendium” è il libro che raccoglie storia, passioni, progetti e percorsi di creatività di questo studio multidisciplinare di design strategico, fondato quarant’anni fa dagli architetti Alberto Bovo e Sandro Manente alle porte di Treviso e arrivato oggi ad avere sedi a Milano, New York e Shanghai.
I 40 anni di Hangar Design Group raccontati in “Compendium”: un’indagine sulla creatività, a cura di Francesco Zurlo per Rizzoli
Il libro, a cura di Francesco Zurlo ed edito da Rizzoli, viene presentato martedì 28 settembre a Milano, presso il nuovo Adi Design Museum.
Zurlo descrive i lavori più significativi dell’agenzia dagli esordi fino ad oggi, lasciando spazio a una retrospettiva complessiva delle opere, secondo un criterio cronologico. L’obiettivo è quello di segnare una traiettoria che parte dai primi interventi di grafica fino ai progetti di design strategico degli ultimi anni. Un percorso che evidenzia l’evoluzione di un gruppo e che si intreccia con la storia della comunicazione e del design degli ultimi quattro decenni.
Dal 1980 ad oggi, il lavoro di Hangar Design Group si è infatti evoluto fino ad abbracciare – attraverso la chiave del design strategico – tutti i campi relativi alla progettazione di marca: dalla comunicazione visiva al retail, dal design di prodotto al digital.
Francesco Zurlo restituisce la complessità degli interventi e della ricerca dello Studio, svelandone i meccanismi profondi, spesso legati a metodologie ed esperienze che da personali diventano collettive.
Proprio grazie alla scelta di far prevalere il talento del gruppo su quello individuale, così come la trasversalità delle competenze sulla specializzazione, Hangar Design Group è riuscito a evolversi da studio di grafica a design agency riconosciuta a livello internazionale, in grado di supportare realtà grandi e piccole, di diversi settori, nel processo di definizione della propria identità.
“Hangar Design Group si è affermata negli anni come un chiaro “operatore di design strategico” afferma Francesco Zurlo “Una realtà in grado di dare forma al senso di un brand e concretizzarne la narrazione in tutti i suoi aspetti tangibili”
In “Compendium” la metafora del volo e del viaggio, che è insieme racconto ed esperienza quotidiana grazie alle numerose incursioni e presenze all’estero, traccia la storia di Hangar Design Group e ne diventa la chiave di lettura.
“Dopo quarant’anni di un’avventura professionale che è andata molto oltre le nostre stesse aspettative di gioventù, abbiamo voluto fermarci per fare il punto e dare un segnale alle nuove generazioni cui sarà affidato il futuro dell’agenzia.” afferma il Presidente Alberto Bovo. “Abbiamo scelto di farlo attraverso linguaggi espressivi radicalmente diversi, forse anche per riaffermare l’anima poliedrica dello studio, che della trasversalità e multidisciplinarietà ha fatto il proprio tratto distintivo.”
“È stato come compiere un viaggio all’interno delle idee, del metodo e dei progetti di Hangar Design Group.” aggiunge Sandro Manente, Chief Executive dell’agenzia. “Abbiamo voluto ragionare sull’evoluzione del nostro pensiero creativo per immaginarne le possibili trasformazioni nel futuro prossimo. Quel che è certo, infatti, è che nei prossimi anni sarà richiesta altrettanta energia e capacità di iniziativa per continuare ad anticipare le tendenze e le esigenze di un mercato della comunicazione in continuo cambiamento. Hangar Reloaded vuole essere, in fin dei conti, anche uno stimolo e un buon auspicio per una nuova generazione di creativi pronti a raccogliere la sfida.”