Rubrica a cura di Paolo Del Panta*
Jean-Christophe Babin è il CEO di Bulgari: francese, ma legato a Roma come un italiano sa essere. In una conversazione tutta da leggere, ci ha raccontato del legame che da 130 anni unisce la Maison Bulgari alla città eterna, un rapporto indissolubile e di reciproco affetto. Dal restauro della Scalinata di Piazza di Spagna alle prossime iniziative a favore di Roma: Babin ci ha voluto accompagnare nel percorso che l’azienda sta intraprendendo e dei valori che ogni cliente sposa quando acquista un gioiello Bulgari. Ma non solo.
Con il restauro della scalinata di Piazza di Spagna, Bulgari ha intensificato il suo legame indissolubile con Roma. Cosa rappresenta per voi questo scorcio della città eterna?
Rappresenta tanto e questa scelta nasce dall’affetto che ci lega. Abbiamo voluto contribuire a rendere ancor più bella la Roma che amiamo, restituendole quel che ci ha dato in termini di ispirazione. Ci è sembrato giusto contribuire a tanto splendore con il restauro di un monumento che è vicino a noi, sia da un punto di vista di prossimità fisica che ideale.
Pensate di investire in altri progetti a sostegno della cultura?
Quest’anno ne abbiamo finanziati tre: abbiamo sostenuto il restauro del mosaico delle Terme di Caracalla, reso possibile il nuovo allestimento illuminotecnico dello scalone monumentale del Museo di Roma-Palazzo Braschi e in ultimo la Scalinata di Piazza di Spagna. Sono progetti che sposiamo pienamente, tanto che abbiamo annunciato il restauro anche della seconda parte del mosaico di Caracalla. Probabilmente nel 2017 finanzieremo nuovi interventi di rifacimento: ad oggi stiamo studiando con il Comune di Roma tre iniziative importanti e decideremo presto quale fare nostra. È una scelta di gran peso, ma sempre molto bella.
Perché oggi la molte aziende hanno deciso di intraprendere questo percorso di recupero del patrimonio artistico? Quali sono i valori che legano le due dimensioni e che hanno spinto anche voi a sposare questa causa?
La nostra è principalmente un’azienda di gioielli e tra gioielli e arte c’è un legame ovvio. L’alta gioielleria è creazione artistica: vanta pezzi unici, composti da materiali inalterabili – l’oro, il platino, il diamante – che sono per di più rarissimi. Un pezzo di alta gioielleria è come una pittura o una scultura: è abbastanza logico che un’azienda specializzata nel gioiello sia legata al mondo culturale e artistico, non solo come ispirazione ma anche nel coinvolgimento in attività di mecenatismo. L’arte è anche il mondo di Bulgari.
Nei piani di ampliamento del business rientra anche l’e-commerce, ad oggi solo attivo negli USA e in Giappone, che rappresenta indubbiamente un utile strumento per penetrare nuovi mercati.
L’e-commerce ci permette di dare a nuovi e vecchi clienti la possibilità di poter avere a disposizione il brand giorno e notte. È un complemento molto importante per un’azienda: le boutique saranno sempre le boutique, ma è chiaro che il digitale offre occasioni h24, nonché un tipo di relazione diversa da vivere senza alcuna timidezza o remora. L’e-commerce è un supporto obbligatorio per chi vuole veramente rispondere alle esigenze di un pubblico moderno. Nei prossimi anni la nostra piattaforma sarà attiva in quasi tutti i Paesi: l’acquisto “itinerante” sta crescendo tantissimo, è fondamentale esserci nel momento in cui la tua clientela ti cerca, anche online.
C’è il rischio che con l’e-commerce si perda qualcosa nel racconto del vostro brand?
Ovviamente in una boutique la storia del brand si esprime da sé, nello stile e nella cura da parte dello staff. Il digitale però può avere anche una base di racconto straordinario: si può accompagnare il visitatore e potenziale cliente nell’approfondire la cultura del marchio, nell’affezionarsi comunque ad esso nonostante non possa in quel momento toccare con mano le sue creazioni. C’è una ricchezza diversa, ma comunque importante e che può essere molto d’aiuto nell’educazione al brand.
L’apertura a nuovi mercati ha configurato una nuova tipologia di clientela. Su quali mercati in particolare siete orientati?
Il lusso oggi indubbiamente è in forte crescita in Paesi nuovi, in cui c’è un maggiore accesso ai prodotti di alta gamma e un dinamismo anche in termini demografici. I giovani cinesi, per esempio, accedono ad un potere d’acquisto più elevato in maniera rapida, grazie soprattutto all’alto tasso di imprenditorialità. In Europa e negli Stati Uniti c’è una certa stabilità in questo senso, ma restano indubbiamente i nostri mercati di riferimento per la storia che ci lega ad essi.
Chi indossa oggi Bulgari?
Bulgari entra molto spesso a far parte dei momenti essenziali della vita, che sono gli stessi in tutto il mondo: il fidanzamento, il matrimonio, un anniversario. Comprare un gioiello è un impegno forte, che va al di là del valore economico, è un impegno che si prende avendo in mente un orizzonte di tempo infinito. Altri oggetti o accessori durano una stagione, un gioiello va al di là della temporalità. Questo spiega anche perché il nostro mondo si evolve in maniera quasi più lenta rispetto al resto: semplice, non ha bisogno di correre proprio per il suo essere collegato a dei momenti della vita molto stabili. Un grande cambiamento negli ultimi 50 anni del gioiello è stato la crescita del divorzio, perché ha creato la doppia occasione. Si tratta comunque di un momento di passaggio che crea una reazione forte e Bulgari c’è laddove c’è emozione.
Lo stile del brand si è nel tempo declinato in gioielli, orologi, profumi, hotel. Come riuscite ad essere sempre riconoscibili?
I prodotti tangibili – contrariamente agli hotel che sono un servizio – cerchiamo di legarli attraverso i simboli della Maison: il serpente non è solo un gioiello, ma è anche un orologio o la chiusura di una borsa, così come la collana intorno al collo della boccetta del profumo. Sono prodotti che hanno bisogno di un alto grado di esclusività, ma legati da una storia e da un simbolo comune. Questo credo sia un elemento che caratterizza Bulgari più di altri: noi cerchiamo di mettere al primo posto la marca, è questa che unisce le categorie e permette ai clienti di avere una lettura sempre chiara e coerente di Bulgari. L’albergo appartiene ad un settore un po’ diverso: l’elemento iconico non è così ovvio, ma cerchiamo di comunicarlo, per esempio, attraverso materiali che usiamo in alcune boutique o con degli sketch di gioielli che ricordano il brand. Ma il vero valore aggiunto è rappresentato dal trattamento del cliente, sempre molto personalizzato e sofisticato: motivo per cui non vogliamo alberghi con oltre 80 suites, perché sappiamo che al di là di un certo numero diventa più complicato offrire un servizio all’altezza. Nell’hotel vale la stessa cura del gioielliere di Via Condotti: in tutti i casi cerchiamo di anticipare i desideri del cliente.
Dopo 132 anni cosa ha ancora da fare Bulgari nel suo futuro?
Tanto. Siamo su un mercato che esiste da 8000 anni, noi ne abbiamo solo 132: per noi è solo l’inizio.
*Paolo Del Panta è editore di All about Italy, magazine dedicato alle eccellenze italiane. Nato nel 1997 per sostenere la competitività delle imprese del nostro Paese sui mercati internazionali, All about Italy si è da sempre impegnato a promuovere la filiera italiana, diventando una vera e propria piattaforma specializzata che riunisce al suo interno importanti ambasciatori dell’italianità, rappresentando un esclusivo trait d’union tra la qualità del Bel Paese e il mercato straniero. Oggi la prestigiosa pubblicazione – che è stata anche testimone di importanti riconoscimenti, tra cui anche una medaglia celebrativa da parte della Presidenza della Repubblica Italiana consegnata in occasione del Gala Italia tenutosi a Monaco di Baviera – è distribuita in USA e in Germania, con due edizioni in lingua originale, pensate appositamente per i mercati di riferimento.