Rubrica a cura di Paolo Del Panta*
In un’epoca sempre più scevra di grandi icone, tra tutti i settori possibili da considerare, il mondo del business sembrerebbe il segmento meno fertile da questo punto di vista, eppure, tra i manager della nuova generazione, soprattutto nel campo della moda, è ancora possibile individuare delle figure di fortissima personalità che riflettono un atteggiamento vincente e carismatico. Questo è il caso di Guglielmo Miani, classe 1976, CEO Larusmiani e presidente dell’Associazione MonteNapoleone, un uomo che ha saputo coniugare con stile inimitabile abilità imprenditoriale ed eleganza fuori dal comune. D’altronde, per essere a capo di un’azienda che rappresenta uno dei templi sacri della sartoria d’alta classe italiana ci vuole uno spirito notevole, in grado di gestire una casa di moda di grande prestigio, focalizzata del tutto sulla garanzia di un pregio senza pari e sulla salvaguardia del fatto a mano Made in Italy. Guglielmo Miani ha preso in mano non solo l’azienda ma anche l’eredità morale del nonno omonimo, facendosi custode dei valori Larusmiani e anche dei principi che muovono l’Associazione d’alta gamma MonteNapoleone: una costante e inesausta ricerca della qualità che si esplica in un’attenzione maniacale all’alta artigianalità, necessaria per mantenere uno stile impeccabile e contribuire alla grandezza del brand, dell’associazione e del Made in Italy tutto nel mondo.
Larusmiani è storia, eleganza e passione: da dove inizia il vostro cammino di sartorialità tutta italiana?
Mio nonno, omonimo Guglielmo, aprì a Milano la prima sartoria nel 1922 e quel momento rappresentò ufficialmente l’inizio della storia di Larusmiani. Nacque un brand di abbigliamento uomo, dove la cura per l’eleganza e la qualità erano i principi fondamentali da preservare: l’abbiamo fatto, motivo per cui ancora oggi confezioniamo letteralmente a mano tutti i nostri capi, grazie a 40 sarti professionisti che realizzano le nostre creazioni seguendo i valori di 95 anni fa. Mio nonno, oltre che sarto, era un amante dei tessuti, a tal punto che iniziò a importare tessuti inglesi, che all’epoca erano i più prestigiosi al mondo. Iniziò a venderli ad altri sarti e fu così che diventò il più grande importatore di tessuti inglesi in Italia. Quando mio padre iniziò a lavorare in sartoria non gli piacque molto quel lavoro e decise di concentrarsi sulla divisione tessuti, creandone alcuni – completamente made in Italy – con contenuto più fashion e più moderni, cercati a quell’epoca dai primi stilisti. Anche quello fu un passaggio fondamentale che oggi continua ad essere il nostro core business, producendo più di 2 milioni di metri ogni anno. Il know how tessile abbinato all’artigianalità della sartoria vera italiana rende il capo Larusmiani unico.
Larusmiani è un brand particolarmente glamour: in che modo è possibile intercettare le nuove tendenze della moda e anticiparle, dettando con stile le coordinate e i paradigmi dell’eleganza nel mondo?
In questo seguo un approccio molto semplice, dettato dalla mia passione per quello che è il bello. Ciò mi porta a dare la mia visione di moda e di fashion. Ad ogni modo, seppur le novità e le evoluzioni siano importanti, per noi devono rispettare alcuni canoni fondamentali, che sono la qualità assoluta e lo stile personale del brand. Larusmiani rispetterà sempre la pulizia ed il rigore delle linee con un tocco di eccentricità.
In un orizzonte competitivo caratterizzato da industrializzazione e omologazione delle produzioni, come preservare il valore qualitativo e commerciale dell’artigianalità italiana?
Semplice, basta investire. Bisogna impegnarsi nei confronti di quelle che sono le vere realtà artigianali. Ecco perché a dicembre scorso abbiamo acquisito il marchio Lorenzi, il più antico e storico brand di via Montenapoleone che chiuse due anni fa. Aldo Lorenzi ci ha dato la possibilità di lavorare con altri 40 artigiani, che fanno un prodotto specializzato e di nicchia: crederci e investire è stata la nostra idea, perché sarebbe un vero peccato lasciar morire la storia e l’artigianalità di un marchio simile. Abbiamo quindi creato uno spazio ad hoc al piano -1 del negozio Larusmiani di via Monte Napoleone 7, riservandolo alla vasta gamma di preziosi accessori. L’obiettivo di questa liaison è far rivivere l’eccellenza di un certo tipo di artigianato, ormai quasi scomparso. Un altro esempio è la sartoria di Massa, dove vengono cuciti a mano tutti i vestiti Larusmiani. Se cento anni fa mio nonno aveva una organizzazione più tradizionale, dove ogni sarto iniziava e finiva il vestito per il cliente, oggi ogni sarto fa una piccola procedura a mano di tutto il capo, facendo sì che il risultato finale sia sempre con lo stesso standard.
Cosa determina quindi la differenza sul mercato?
La profonda conoscenza dell’artigianalità, la qualità assoluta, tutto questo è vera unicità.
Come Presidente dell’Associazione MonteNapoleone, quali fattori di criticità individua oggi nel settore e quali possono essere le best practice da mettere in atto per favorire lo sviluppo di nuove prospettive di business?
Sicuramente l’apertura di centinaia di monomarca tutti uguali in giro per il mondo rischia di mettere un freno alla curiosità di quella clientela molto sofisticata che noi chiamiamo global travellers. Sono clienti che oggi si trovano in un posto e domani in un altro, ma se si imbattono in brand che offrono lo stesso spazio espositivo in tutte le città del mondo alla lunga faticheranno a lasciarsi intrigare. L’Associazione MonteNapoleone lavora ogni giorno per la promozione di Milano nel mondo e per rendere ancora più unici gli spazi dei 140 brand associati. Gli eventi che abbiamo creato e che organizziamo ogni anno, come la Vendemmia, lo Yaht Club e altri ancora, servono ad arricchire l’esperienza e a renderla ancora più unica.
L’Associazione ha in programma di cambiare nome in MonteNapoleone Quadrilatero. I suoi confini infatti si sono estesi nel corso del tempo, coinvolgendo più strade e più associati. Quali obiettivi si pone l’Associazione per il nuovo triennio?
Cambiare nome è un qualcosa di naturale, perché ormai coinvolgiamo più strade all’interno dell’Associazione. Quello che intendiamo fare è dare spazio e visibilità a quei marchi che sono nelle vie limitrofe a Montenapoleone e che sono altrettanto interessanti. La nostra via ricopre nella città un ruolo fondamentale, anche dal punto di vista economico, considerando che lo shopping di lusso conta il 12% del PIL di Milano. Questo suo valore chiaramente deve fare da traino per portare benefici a tutto il distretto.
Come rendere il Quadrilatero della moda non solo luogo di shopping, ma anche un polo culturale – con la sua storia e la sua tradizione – attivo in maniera costante durante il corso dell’anno?
Ci sono numerose attività che promuoviamo, rivolte sì a soddisfare le passioni dei nostri clienti, ma che vogliono anche raccontare una Milano profonda e ricca di storia e cultura. Ne è un esempio il sito www.montenapoleone.luxury.it, all’interno del quale abbiamo raccontato – grazie ad un’attività di ricerca nell’archivio della Sovrintendenza – la storia di tutti i palazzi del Quadrilatero. Quando il nostro cliente viene a visitare il Quadrilatero con l’obiettivo di fare shopping, arricchiamo la sua esperienza raccontando la storia di questi palazzi.
Motivo per cui avete ideato anche la MonteNapoleone Vip Lounge…
Esatto. Questa è la prima lounge al mondo per servizi offerti. È stata creata per i brand del lusso coinvolti nell’Associazione, al fine di garantire un’esperienza a cinque stelle durante tutto il soggiorno dei nostri top clients. Attraverso questo spazio facilitiamo anche l’esperienza di shopping, che a volte – per motivi di tempo o voglia – non è possibile vivere. Lo facciamo ad esempio preparando, con stylist e personal shopper, una selezione dei capi migliori dei 140 marchi: il cliente deve solo scegliere all’interno di un unico spazio. Ma gli riserviamo anche altri servizi esclusivi che si inseriscono all’interno della città di Milano: come la priorità a musei, visite guidate a porte chiuse o la prenotazione di visite personalizzate al Teatro alla Scala, così come per ammirare l’Ultima Cena di Leonardo Da Vinci. Non si esaurisce tutto in una giornata di shopping, quello deve essere solo l’inizio di una entusiasmante esperienza a 360 gradi di Milano.
*Paolo Del Panta è editore di All about Italy, magazine dedicato alle eccellenze italiane. Nato nel 1997 per sostenere la competitività delle imprese del nostro Paese sui mercati internazionali, All about Italy si è da sempre impegnato a promuovere la filiera italiana, diventando una vera e propria piattaforma specializzata che riunisce al suo interno importanti ambasciatori dell’italianità, rappresentando un esclusivo trait d’union tra la qualità del Bel Paese e il mercato straniero. Oggi la prestigiosa pubblicazione – che è stata anche testimone di importanti riconoscimenti, tra cui anche una medaglia celebrativa da parte della Presidenza della Repubblica Italiana consegnata in occasione del Gala Italia tenutosi a Monaco di Baviera – è distribuita in USA e in Germania, con due edizioni in lingua originale, pensate appositamente per i mercati di riferimento.