Che cosa riserverà questo 2017 al settore del programmatic? A chiederselo è Gaetano Polignano, Country Manager di Tradelab, che inizia il nuovo anno con un overview sui principali trend che caratterizzeranno l’ecosistema del programmatic nel 2017: programmable, nuove metriche per le campagne branding, nuovi modelli di attribuzione e molto altro per spiegare come evolverà il settore dell’acquisto automatizzato.
Il programmable rimpiazzerà il programmatic
Nel 2017, la sfida più grande sarà far passare gli inserzionisti più maturi dal programmatic al programmable. Di che cosa si tratta? Il programmable, riposizionando il ruolo dell’uomo rispetto alla potenza del calcolo della macchina, mette fine al dominio del programmatic «100% algoritmo»: il programmatic ha portato grandi novità dal punto di vista dell’automatizzazione e dell’ottimizzazione, ma da quando è entrato sul mercato sono pochi i cambiamenti significativi a cui abbiamo assistito, soprattutto a livello di personalizzazione strategica per i diversi brand. Quello che nel 2017 succederà con sempre maggiore frequenza è la partecipazione attiva dei brand alla costruzione di un algoritmo su misura, personalizzato e personalizzabile, in funzione delle loro conoscenze del target e del mercato, oltre che dei loro obiettivi. Grazie a questi ingredienti, si potrà elaborare un algoritmo su misura che permetterà una personalizzazione del targeting, del prezzo di acquisto e del messaggio. Questa architettura evolutiva sarà poi affinata e arricchita dalle rilevazioni automatiche di attributi supplementari riconosciuti dalle macchine. Inoltre, gli esperti e i professionisti potranno scomporre le performance per attributi, la verifica delle ipotesi effettuate a monte, e arbitrare le scelte della macchina. La complementarietà tra l’esperienza umana (definizione degli attributi discriminanti a priori) e forza di calcolo della macchina (rilevazioni di microsegnali poco intuitivi) permetterà di estrarre tutto il valore dell’acquisto media programmatico.
Nuove metriche per le campagne branding
Gestire la notorietà di un marchio in programmatic è una possibilità che piace sia ai publisher che ai Marketing Directors. Tuttavia, nel corso del 2016, questo investimenti si sono dimostrati ancora cauti, malgrado la disponibilità di formati e inventory. Al di la del contesto premium, il programmatic permette oggi agli inserzionisti di pilotare e controllare la durata d’esposizione di ogni utente a ogni pubblicità vista, per generare degli uplift significativi di notorietà e di considerazione presso il loro target. Un passo in avanti più importante, che permette un miglioramento diretto e quantificabile della notorietà e dell’immagine di marca, della considerazione e dell’intenzione d’acquisto. Si noti anche che la crescita recente di questi budget branding testimonia una presa di coscienza globale, favorita da un controllo di un sempre maggiore del metodo di acquisto dell’inserzionista…
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