"Internet delle cose", "influencer" e "cinemagraph" sono le parole più abusate nel 2015 da parte dei commerciali della rete secondo Studio D, agenzia di content marketing con sede a Santa Monica in California.
Come riporta il sito Digiday, inoltre, ci sono altre ‘buzzword’, ovvero parole particolarmente di moda in un determinato periodo o contesto, che sono troppo ripetute oltre a queste 3 espressioni, che rispettivamente indicano: il nuovo mondo sempre più connesso, come dimostra l’avvento degli smarwatch (Internet delle cose), le realtà più autorevoli della Rete (influencer), come è stato, per esempio, Instagram per quanto concerne il web marketing, e le cinemagraph, per indicare gif, ovvero le immagini viventi che possono essere condivise in un post senza dover ricorrere a un video player, di qualità molto elevata, quasi cinematografica, appunto.
Oltre a "Internet delle cose", "influencer" e "cinemagraph", le altre parole abusate nel 2015 sono: "gamification" (per descrivere il coinvolgimento quasi meccanico determinato dal successo di alcune app di gioco), "agile marketing" (come la strategia messa in atto da Oreo per pubblicizzare i propri biscotti durante il blackout del Superbowl) e "micrositi" (come, per esempio, redbulletin.com, letteralmente il bollettino delle attività dell’omonima bevanda).

