Si conferma il trend negativo degli investimenti pubblicitari: secondo Nielsen Media Research, meno 16,5% nel primo quadrimestre 2009 con un investimento di 2,095 miliardi. Tutti i settori merceologici hanno ridotto la spesa rispetto all’anno scorso, ad eccezione di Enti/Istituzioni e Viaggi/Turismo che crescono rispettivamente del +1,5% e del +3,2%.
L’analisi dei media rivela per la televisione, sia canali generalisti sia satellitari, rivela una flessione gennaio-aprile 2009 del -14,8%. La stampa, nel suo complesso, da gennaio ha evidenziato un calo del –25%: in particolare, i quotidiani a pagamento hanno registrato una diminuzione pari al 21,8% (a livello di tipologie, la Commerciale Nazionale -26,7%, la Locale -17,8% e la Rubricata -19,4%); contrazione anche per i freepress a -27,3%, anche se il volume d’affari di questi ultimi è nettamente inferiore rispetto ai primi (44 milioni contro i 590 dei quotidiani a pagamento). I periodici mostrano una flessione con -29,5% (con l’Abbigliamento -32,0%, la Cura della persona -23,2% e l’Abitazione -19,0%). La radio perde il 18,6% su quadrimestre e dell’8,6% al mese. Lieve incremento invece per internet con +3,5%.
I dati sono stati resi noti dal presidente dell’Upa (Utenti Pubblicitari Associati), Lorenzo Sassoli de’ Bianchi.
La flessione degli investimenti pubblicitari rispecchia il fatto che il 40% delle aziende associate Upa ha confermato o increntato gli investimenti nel 2009 rispetto al 2008, mentre il 60% (soprattutto piccole e medie imprese) li diminuisce. Tra i motivi rintracciati per il calo delle spese pubblicitarie il 20% degli associati Upa ha indicato l’incertezza della situazione, mentre per gli altri le motivazioni sono rintracciabili in un mix tra calo fatturato, calo redditività, difficoltà nel ricorso al credito e ritardi nei pagamenti dei clienti. “Anche se non ci sono i segnali che possano indurre a ottimismo di maniera” – ha precisato il presidente dell’Upa – “ho fiducia perchè vedo una reazione. Il paese non si è fermato, le aziende stanno tutte reagendo, purtroppo alcune lo stanno facendo con pesanti ristrutturazioni”.
Sara Macinante