La crisi fa bene alle business school, è quanto emerge secondo il settimanale Business Week: nel 2009 si è registrato un aumento delle iscrizioni ai dottorati presso i principali istituti di management internazionali: 40% alla Booth School of Business dell’Università di Chicago, 34% alla Wharthon School dell’Universtià della Pensylvania, più 27% alla Columbia Business School, più 25% alla Business School di Stanford e più 20% all’Insead di Parigi. Dati interessanti che potrebbero spiegarsi dalla situazione d’instabilità della borsa, dal mercato debole e dal vento di crisi. I direttori delle scuole sostengono che la maggior parte dei nuovi iscritti sono laureandi che, aspettando tempi migliori per trovare un lavoro, preferiscono continuare il percorso di formazione. Niente di nuovo, quindi, ma quello che stupisce invece è il numero delle domande d’iscrizione presentate da giovani già in possesso di un lavoro: al giorno d’oggi la carriera universitaria è vista come una valida alternativa al mondo degli affari. Fra dieci anni avremo magari un buon numero di giovani professori universitari e un ricambio generazionale nel corpo docente, ma per ora il boom di domande si traduce in una più diffusa e quindi salutare educazione al business.
Sara Macinante