In un mercato informatico che ancora stenta c’è, anche in Italia, un comparto che ha assunto consistenza, cresce e promette di esprimere oltre il 15 % del mercato del software e dei servizi entro il 2015 . E’ il comparto dell’Enterprise Information Management (EIM), che comprende non solo il semplice passaggio dei documenti dal cartaceo all’elettronico, ma tutte le soluzioni e i servizi che permettono di trattare, gestire e condividere in modo nuovo e fra persone e sistemi i documenti aziendali, e soprattutto i dati e le informazioni in essi contenuti. E’ questa la più significativa evidenza del primo studio condotto dall’Osservatorio EIM, organizzato da Assinform (l’Associazione delle aziende di informatica aderente a Confindustria) in collaborazione con Sirmi e con il supporto di aziende leader nel settore (Cbt, Infocert, Olivetti e Siav) , per monitorare l’andamento del comparto.
Lo studio si è avvalso di un’indagine sul campo (condotta a metà 2010) su 70 aziende fornitrici di soluzioni EIM e 270 aziende e organizzazioni utilizzatrici dei principali settori e di ogni dimensione. E’ il primo, in Italia a prendere in conto tutte le declinazioni delle più evolute tecniche di gestione dei documenti e delle informazioni, evidenziandone le ragioni e le dinamiche di mercato.
Fra le evidenze più significative sono che:
· la diffusione crescente dell’EIM interessa la gran parte delle aziende intervistate: il 74% di esse ha già adottato o prevede di adottare soluzioni EIM, estese o parziali entro il 2011;
· il mercato EIM è sempre più importante. In Italia, promette infatti di passare dagli attuali 1,2 miliardi di euro a quasi 2 già entro il 2015, con tassi di crescita annua medi vicini al 10% e di esprimere il 15% dell’intero mercato del software e servizi;
· il fenomeno non interessa esclusivamente i grandi utilizzatori. Per quanto l’orientamento a investire (o continuare ad investire) in soluzioni EIM sia ancora tipico delle aziende e delle organizzazioni di maggiori dimensioni, emerge un vivo e crescente interesse presso il 47% delle PMI (10-49 addetti);
· permane una diversa sensibilità settoriale. Tutte le banche e gli enti della PA interpellati hanno dichiarato di avere investito o di prevedere di investire in EIM, mentre la percentuale, pur restando su soglie ragguardevoli, scende al 64% nell’Industria, al 70% nella distribuzione, al 71% nella Sanità;
· c’è sempre più fastidio per carta e inefficienze. A livello d’insieme, le ragioni che più spingono ad investire in soluzioni EIM sono: l’ingestibilità di crescenti volumi di documenti cartacei, non solo fisica, ma anche della quantità di risorse necessarie per reperire le informazioni, estrarle, immetterle nei sistemi informatici. Nel caso della PA centrale e locale, la motivazione viene invece da spinte normative.