Un settore televisivo forte, una stampa debole e in declino, con un crescente uso di internet e degli smartphone come fonte di informazione. Si presenta così il panorama del settore media italiano secondo l’analisi proposta dal Digital News Report 2016, pubblicato nei giorni scorsi dal Reuters Institute for the Study of Journalism (Risj).
Nel nostro Paese la tv resta la principale fonte di informazione, con tassi di utilizzo tra i più alti d’Europa, forse anche a causa della limitate penetrazione di internet nel territorio. Nonostante la nascita di nuovi canali, il settore resta altamente concentrato, con il 90% degli introiti generati da Rai, Mediaset e da Sky. La7 ha investito molto sull’informazione, ma resta comunque il quarto operatore, ai margini sia in termine di ascolti che di fatturato. Secondo il report il duopolio Rai-Mediaset si sta indebolendo, con le due emittenti che sono influenzate da legami con il mondo politico.
Parlando del mondo della carta stampata nel nostro paese, continua la ricerca, la readership è sempre stata piuttosto bassa, con il settore spesso influenzato da interessi politici ed economici. Elemento questo che influenza in modo non indifferente il limitato tasso di fiducia che i lettori dichiarano di avere verso i giornali.
Diversamente rispetto a quanto si registra per la tv, la concentrazione qui è minore con i due principali editori, Rcs e Gruppo Espresso che rappresentano il 40% del mercato. Gli equilibri comunque potrebbero cambiare dopo l’annuncio dell’accordo di fusione nel marzo scorso tra lo stesso Gruppo Espresso e Itedi.
Nella generale contrazione degli introiti registrata dai media tradizionali in Italia (-12% dal 2010-2014), la stampa è stata il settore che ha subito il contraccolpo peggiore. I guadagni da digitale sono in crescita, ma rappresentano ancora una fetta marginale. Essi sono principalmente basati sulla pubblicità, anche se alcune testate hanno introdotto formule di pagamento per i propri contenuti, come ‘Il Corriere’ con il suo paywall, o ‘La stampa’ e il ‘Sole 24 Ore’ che propongono contenuti premium per le notizie specializzate o l’accesso al database. Stando ai dati diffusi da Agcom sul 2015 il contributo delle attività digital delle testate è cresciuto dal 5% del 2010 al 10% del 2014, non riuscendo però a controbilanciare le perdite della stampa tradizionale.
Su internet i siti d’informazione più seguiti sono quelli dei principali quotidiani (Repubblica.it, Corriere.it, Ilfattoquotidiano.it, Lastampa.it, Ilsole24ore.it), quelli legati ai principali operatori tv (con Tgcom24 e SkyTg24), e all’Ansa. Minore il peso online della Rai, che, spiega il report, non ha ancora completato la sua trasformazione in media company multicanale e le performance dei suoi siti di news restano basse. Migliorano poi le prestazioni dei siti di testate digital come Huffington Post Italia, Fanpage e Il Post.
In ogni caso conclude l’analisi, gli italiani preferiscono usare aggregatori come Google News (19%) o app come la Giornali (17%), targata Android. Cresce poi il peso dei social, con Facebook re indiscusso, scelto dal 54% degli utenti italiani di tutte le età.

