Nella cornice di Cannes, IPG Mediabrands, la holding media del gruppo Interpublic in collaborazione con Jonah Berger, Professore Associato della Wharton School presso l’Università della Pennsylvania e autore del New York Times best-seller “Contagious: Why Things Catch On”, ha lanciato oggi “The D100”, la classifica della 100 aziende più dinamiche al mondo realizzata utilizzando una metrica di misurazione innovativa su scala globale.
Per stilare la D100 (qui la classifica completa), sono stati intervistati oltre 10.000 consumatori in quattro regioni del mondo, suddivise in cinque mercati, tra cui Stati Uniti, Regno Unito, Germania, Cina e India. A ogni consumatore intervistato sono state poste domande sia relativamente a marchi global, sia rispetto ad aziende di specifici mercati, analizzando nel complesso oltre 1.200 brand.
I brand global sono stati definiti in base alla loro dimensione e l’essere o meno una multinazionale con una presenza in almeno più di un key market a livello mondiale (si pensi a Coca Cola, Nike e BMW). I brand specifici di ogni mercato, invece, sono stati definiti come tali per le dimensioni più ridotte e la presenza in un solo mercato (si pensi a Royal Mail per la Gran Bretagna e Hajmola per l’India).
La Top 10 dei brand più dinamici al mondo è:
• Google
• Amazon
• Samsung
• Nike
• Intel
• NASA
• BMW
• Mercedes-Benz
• Audi
• Lenovo
Il primo D100 Awards è stato assegnato a Google, eletta azienda più dinamica al mondo, e consegnato a Eric Schmidt, Executive Chairman, Alphabet Inc. (parent company di recente formazione parte di Google) al 63 ° Festival internazionale della creatività Leoni di Cannes in Francia.
“La D100 e i dati che abbiamo raccolto per definire tale classifica sono davvero sorprendenti. Il dynamic score e le nuove metriche di misurazione globale che abbiamo definito consentono a IPG Mediabrands di poter essere per i Brand un valido alleato in grado di contribuire alla maggior dinamicità della Aziende, permettendo loro di evolvere al ritmo dei propri consumatori” ha dichiarato Henry Tajer, Global CEO IPG Mediabrands.
Il “dynamic score” si compone di quattro differenti metriche, allo scopo di calcolare e determinare il dinamismo di ogni brand, al contrario delle tradizionali modalità di misurazione come la brand awareness e il brand value.
La D100 assegna per la prima volta il successo di un brand in base a:
• AGILITY: ovvero il grado in cui le aziende riescono ad adattarsi alle mutevoli condizioni di mercato.
• RESPONSIVENESS: ovvero il grado in cui un brand ascolta e risponde alle esigenze dei clienti e ai loro feedback.
• INNOVATION: il grado in cui le aziende fanno leva sulle nuove tecnologie e creano prodotti e servizi innovativi
• SOCIABILITY: la dimensione e la partecipazione del pubblico di un determinato brand sui social media.
I dati relativi alle prime tre dimensioni (agility, responsiveness e innovation) sono stati raccolti attraverso l’analisi della percezione dei consumatori coinvolti nello studio, mentre la quarta, la sociability, è il frutto di una serie di dati derivanti dai social media (Facebook, Twitter e Weibo). A ogni dimensione è stato assegnato un punteggio z-score, la media di tutti i punteggi dati alle quattro dimensioni ha poi permesso di formulare un indice globale complessivo definito “dynamic score”.
Jonah Berger, Professore Associato di Marketing presso l’Università della Pennsylvania ha dichiarato: “In collaborazione con IPG Mediabrands abbiamo applicato una metodologia rigorosa e onnicomprensiva, che mette in luce quali siano i brand che oggi stanno guidando il futuro. In ultima analisi, per le aziende non si tratta solo di essere rilevanti oggi, ma di saper rispondere in modo tempestivo ai cambiamenti che il futuro porta con sé”.
Nel suo nucleo, la ricerca mostra come il mondo sia profondamente cambiato. Se in passato essere grandi e avere una lunga storia alle spalle, ha significato per i brand avere la garanzia di successi continuativi, ora le cose sono diverse. Nel mercato frenetico di oggi, socialmente connesso e collegato, infatti, sono quelli identificati da IPG Mediabrands i nuovi parametri in grado di sostenere la vitalità delle aziende e la loro crescita continua.
Consultando per esteso la D100, risulta chiaro che esiste una relazione positiva tra il “dynamic score” e le performance delle aziende. I brand dinamici, definiti come quei brand che hanno ottenuto una deviazione standard al di sopra della media relativamente al dinamismo, hanno in media una crescita percentuale più alta del 2,7% relativamente al proprio fatturato, considerando l’ultimo trimestre del 2014 e 2015. Nonostante il fatto che tale percentuale non sia di per sé particolarmente rilevante, la crescita media dei ricavi delle aziende è, in generale, solo del 4,4%. Il rapporto tra il dinamismo e la crescita dei ricavi persiste anche quando si considerano metriche più tradizionali come ad esempio la brand awareness o la dimensione di un’azienda. Ciò suggerisce che il dinamismo di un brand influisce positivamente sulle performance al di là delle metriche di misurazione tradizionali.
La relazione tra il dinamismo e la crescita del fatturato è fortemente influenzata dal fattore “Agility”, mentre meno rilevante è il fattore “Sociability”. Le aziende agili hanno anche una capitalizzazione di mercato superiore. Mat Baxter, Global Chief Strategy and Creative Officer, ha dichiarato: “Questo è uno studio di enorme importanza perché dimostra chiaramente la necessità urgente per i brand di allontanarsi da metriche di misurazione obsolete e di cambiare in favore del dynamic score – che abbiamo dimostrato essere strettamente correlato con la crescita futura dei ricavi e lo slancio delle imprese”.