Giovanna Milella presidente e Giulia Cogoli (nella foto) direttore. E’ la soluzione di “alto profilo” scelta per il Salone del Libro, scosso dall’inchiesta sul suo presidente uscente, Rolando Picchioni, per un presunto giro di fatture false. Da un anno nel consiglio d’amministrazione della Fondazione per il Libro, che si occupa di organizzare il programma culturale della kermesse, la loro nomina dovrà ora essere ratificata dall’assemblea dei soci.
Giulia Cogoli, nei prossimi giorni, dopo 15 anni di gestione Picchioni ed Ernesto Ferrero, sarà chiamata a dare il via ufficiale al ‘Salone del libro 2.0′. La svolta ‘rosa’ è arrivata al termine dell’incontro, questa mattina a Palazzo Civico, tra il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, e il sindaco di Torino, Piero Fassino, alla presenza dei rispettivi assessori alla Cultura, Antonella Parigi e Maurizio Braccialarghe. “Abbiamo deciso di dare certezze subito nella continuità”, spiega Chiamparino, puntando su “una scelta che non implicasse dimissioni da parte di attuali consiglieri di amministrazione. Questo avrebbe rischiato di prolungare i tempi e creare incertezza”.
Giovanna Milella, giornalista Rai e fino a due anni fa alla guida del Prix Italia, e Giulia Gogoli, ideatrice e direttrice di eventi culturali di successo come il Festival della Mente di Sarzana, avranno il difficile compito di lavorare “all’ulteriore espansione e crescita di un evento che si è affermato come una delle principali manifestazioni internazionali del Libro”, spiega Fassino. Due, in particolare, le parole d’ordine del nuovo corso: sostenibilità economica e integrazione con le altre istituzioni dedicate al libro, tra cui il Circolo dei lettori di Torino. “Faremo tesoro di quanto fatto fino ad oggi, cercando di apportare i cambiamenti necessari perché il Salone del Libro resti al passo con i tempi”, sottolinea Cogoli, la direttrice in pectore della buchmesse italiana, che si è detta “entusiasta” di lavorare “con una donna di grande esperienza nel mondo culturale” come Giovanna Milella. Altrettanto soddisfatta l’ex padrona di casa del Prix Italia, che definisce Torino “crocevia di rinascita culturale”. “Qualora la proposta della mia nomina dovesse venire confermata – aggiunge – sarebbe per me un enorme privilegio”. Il passaggio di consegne era nell’aria già nei giorni dell’ultimo Salone del Libro, che si è concluso lunedì scorso con un nuovo record di vendite e spettatori.
E “attesta in modo responsabile l’esigenza di garantire il cambiamento nella continuità”, sottolinea il presidente uscente Rolando Picchioni, che non sembra intenzionato a dimettersi dal consiglio d’amministrazione della Fondazione per il Libro: “Continuerò ad assicurare tutto il mio impegno – afferma – affinché i risultati acquisiti non vengano dispersi, ma anzi rafforzati per assicurare alla manifestazione torinese quell’eccellenza nazionale che le è riconosciuta da tutti”. In settimana Picchioni – che si dice estraneo ai fatti che gli vengono contestati – verrà interrogato dai pm Andrea Beconi e Gianfranco Colace, che nei suoi confronti hanno ipotizzato il reato di peculato. L’ipotesi su cui lavorano gli inquirenti è che siano state confezionate fatture per prestazioni professionali mai eseguite: l’ente pagava (con soldi pubblici) e il profitto, illecito, veniva spartito. (ANSA, 26 maggio 2015)