Carlo Maria Capè è stato eletto presidente di Confindustria Assoconsult, l’associazione confindustriale che raggruppa oltre 400 società italiane di management consulting. Subentra a Ezio Lattanzio, in carica dal 2009 ad oggi, che continua il suo impegno associativo in qualità di presidente di Confindustria Intellect. A ratificare la nomina di Capè è stata l’Assemblea di Confindustria Assoconsult, riunita oggi a Roma.
52 anni, milanese, Capè è socio co-fondatore e amministratore delegato di Bip – Business Integration Partners multinazionale italiana attiva nel settore della consulenza. E’ laureato in ingegneria gestionale, esperto di energia e utilities, autore di testi di disciplina manageriale, già coordinatore del nuovo Codice Etico Assoconsult entrato in vigore a inizio 2014.
La squadra che affianca Capè è così composta: Giovanni Benedetto – vice presidente Vicario; Giuseppe Pitotti – vice presidente; Fabrizio Cananzi – vice presidente con delega per le pmi.
“Secondo i dati dell’Osservatorio Assoconsult 2013/14 – afferma Carlo Capè – in Italia il concorso del management consulting al pil è pari allo 0,2% contro una media europea dello 0,52%. La consulenza è penalizzata poiché solo il 20% della spesa pubblica in consulenza, è assegnata a soggetti organizzati in forma di impresa, il restante 80% di spesa è distribuito in micro incarichi a persone fisiche o società fino a tre persone. Di qui la continuità con quanto fatto dalla precedente presidenza, quella di affermare il valore distintivo delle organizzazioni appartenenti a un’Associazione di categoria”.
“Dall’altra parte – continua Capè – agirò per una maggiore integrazione con Confindustria. Dobbiamo diffondere la cultura della consulenza: il Paese, aziende e pubblica amministrazione, possono crescere solo attraverso la partnership con le società di management consulting che ne alimentino l’espansione. Ciascuno deve fare la sua parte: lo Stato indicare i criteri per normare l’attività delle società di management consulting, le piccole e medie società specializzarsi in segmenti specifici ed essere in grado di strutturare partnership. Punterò anche sull’innovazione e sui giovani: entro il 2015 sarà attivo un modello di recruiting unico affinché i neolaureati che scelgono di lavorare in consulenza possano avere un unico riferimento per tutte le società”.