Il futuro passa dalla Puglia. Grazie a Roboze, oggi player internazionale che progetta e produce le stampanti 3D FFF più precise al mondo per applicazioni industriali. Al principio di una bella storia di innovazione e di successo, c’è l’intuizione di Alessio Lorusso, classe 1990, il quale, a soli 17 anni costruisce la prima stampante 3D “senza cinghie”. Nel 2013 a Bari fonda la Roboze Srl, con l’obiettivo di rendere accessibili soluzioni di stampa 3D ad alto contenuto tecnologico per favorire l’accelerazione dell’industria 4.0 con un’offerta di super-polimeri per la produzione di parti finite e sostituzione dei metalli. Nel 2018 viene inserito nella classifica 2018 di Forbes tra i 30 manager europei under 30 più promettenti, nella categoria “industry”, come imprenditore e visionario nel campo della manifattura additiva.
“Le nuove sfide ci piacciono, in modo da poter dimostrare al mondo manifatturiero il valore aggiunto delle nostre soluzioni di stampa 3D e per garantire vantaggi reali in termini di precisione, prestazioni, flessibilità e personalizzazione ai nostri clienti finali”
Come nasce, a Bari, l’avventura futuristica di Roboze e come sta proseguendo oggi il suo viaggio?
Tutto ha avuto inizio quando, a soli 17 anni, ho costruito la prima stampante 3D al mondo “senza cinghie”. Ho brevettato questo sistema spinto da una grande passione per le moto e la tecnologia. I primi anni sono stati i più difficili: con poca disponibilità economica per creare un team, mi sono dedicato in prima persona alla creazione della prima stampante acquisendo quante più competenze possibili in breve tempo. Parallelamente ho lavorato come dipendente in un’altra azienda, in modo da guadagnare ciò che poi ho reinvestito 2 anni più tardi per creare la mia azienda, per assumere il primo ingegnere e per la creazione del primo prototipo. Il mio sogno imprenditoriale diventa realtà nel 2013. Oggi nella sede di Bari progettiamo e produciamo le stampanti 3D più precise del mondo. Le soluzioni Roboze sono cruciali per settori come l’aerospazio, il motorsport e la difesa, dove la precisione di stampa e le alte performance dei materiali utilizzati rispondono ai requisiti delle applicazioni industriali più estreme.
Nel 2018 sei stato inserito nella classifica Forbes Europe Under 30: che spinta ti ha dato questo traguardo?
Sono molto orgoglioso di essere stato nominato nel 2018 come uno dei migliori imprenditori d’Europa. A noi però piace guardare al futuro, sempre con l’obiettivo di migliorare le tecnologie di stampa 3D che offriamo sul mercato. Sono una persona molto pratica, e ho sempre lavorato duro in modo da realizzare le mie idee. La passione per quello che facciamo a Roboze è smisurata. Ma la passione da sola non basta: ci vuole anche tanta determinazione e perseveranza, due doti che non ci mancano. Oggi le nostre stampanti 3D sono utilizzate da aziende del calibro di GE, Bosch, Dallara, KTM e Airbus. L’obiettivo principale è di offrire, con la nostra tecnologia di stampa 3D, le migliori soluzioni possibile nella produzione di parti finite con materiali compositi e super polimeri ad alta temperatura grazie alla continua innovazione di prodotto del team R&S di Roboze.
Ora Roboze è parte del network internazionale di Endeavor: cosa rappresenta questo nuovo riconoscimento per l’evoluzione dell’azienda?
È un grande onore per noi far parte oggi del network internazionale di Endeavor. A conferma del duro lavoro che ci ha permesso di raggiungere ottimi risultati, siamo consapevoli che c’è ancora tanta strada da fare. Le nuove sfide ci piacciono, in modo da poter dimostrare al mondo manifatturiero il valore aggiunto delle nostre soluzioni di stampa 3D e per garantire vantaggi reali in termini di precisione, prestazioni, flessibilità e personalizzazione ai nostri clienti finali.
Qual è lo stato di salute della tecnologia in Italia e in che modo è possibile supportare e incrementare l’innovazione nel nostro paese?
In Roboze siamo convinti che la sfida più grande è quella della ricerca. Per questo stiamo investendo molto nel campo delle risorse umane. Assumiamo giovani che sappiano condividere la nostra stessa passione e voglia di crescere professionalmente. In questo modo cerchiamo di supportare e incrementare l’innovazione nel nostro paese. Fondamentale è anche lo sviluppo nel settore dell’ingegneria dei materiali e delle nuove tecnologie, grazie a un lavoro costante e quotidiano da parte del team R&S di Roboze.
Roboze costituisce un caso virtuoso di “fuga di cervelli” al contrario: qual è stato il vostro plus?
Non ho mai pensato di fondare la mia azienda in una sede diversa da Bari. Anche se nel Nord Italia è concentrato il maggior numero dei nostri clienti, il livello di industrializzazione del Meridione non toglie nulla ad una azienda come Roboze che fonda il suo business su ricerca e produzione. Quasi tutti i dipendenti sono di Bari e provincia, ma ci sono anche persone che ci hanno raggiunto da altre parti d’Italia per poter lavorare con noi. Siamo molto orgogliosi di aver assunto qui a Bari professionisti preparati e desiderosi di mettersi in gioco.
La Puglia può essere considerata un promettente vivaio per lo sviluppo tecnologico del nostro paese?
Assolutamente sì. Nel quartier generale di Bari abbiamo uffici di progettazione, un laboratorio di ricerca e sviluppo, un centro Demo & Application per lo sviluppo della nostra tecnologia di stampa 3D. L’età media del nostro team è 28 anni, di cui l’80% laureati in materie ingegneristiche. Siamo orgogliosi di rappresentare un ottimo esempio per tutte quelle realtà imprenditoriali del sud Italia, e non solo, che stanno cercando di farsi strada sul mercato. L’importante è non aver mai paura delle nuove sfide, anche quelle più ardue: e poi determinazione, perseveranza e tanto, tanto lavoro.
Cosa c’è nel futuro di un’azienda che progetta il futuro come la vostra?
Sono molto fiero dei risultati raggiunti ad oggi dal mio team. Ma c’è ancora molto da fare. Nel 2018 Roboze ha chiuso un primo round di finanziamento con un Private Equity volto all’espansione su larga scala e a una crescita del fatturato del 500% per quest’anno. Tra gli obiettivi c’è anche quello di incrementare il personale a livello globale: nel 2019 Roboze ha come target il raggiungimento di 60 dipendenti e 90 entro il 2021 con ben 2 uffici di rappresentanza all’estero.
Elisabetta Pasca