Nivea trascina in aula il marchio cruelty free Neve Cosmetics: secondo il colosso di casa Beiersdorf, la piccola casa cosmetica italiana farebbe confondere i consumatori con un nome troppo simile. Il colosso multinazionale ha incassato la vittoria in primo grado di giudizio. Il Tribunale di Milano, con sentenza n.9103/2015, ha infatti dichiarato la nullità dei marchi Neve e Neve Make Up della società Neve Cosmetics, esprimendosi a favore di Beiersdorf. Secondo il giudice il termine “Neve” non può essere utilizzato da altri concorrenti sul mercato dei prodotti per la cura della persona.
Sulla pagina Facebook la Neve Cosmetics spiega la situazione: «Per chi ce lo sta chiedendo la causa intentata dalla multinazionale tedesca ha lasciato a bocca aperta noi per primi. Siamo certi di non aver nulla in comune con il colosso internazionale e ciò che rappresenta. Come sapete siamo un’azienda piccola, giovane e di indole assolutamente pacifica. Abbiamo affrontato questa causa con l’impegno, l’onestà e la limpidezza che ci contraddistinguono. Continueremo a combattere. Si tratta solo del primo grado di giudizio, è ovviamente nostra intenzione presentare ricorso in appello, forti della nostra buona fede e pronti a difendere i nostri diritti e quelli della nostra clientela. Avere il vostro appoggio in questo ambito ci regala ancora più determinazione, grazie di cuore per il supporto».
Poche ore dopo la sentenza del tribunale però si è scatenata la bagarre in Rete: sui social è partita la campagna #iostoconNeve: con commenti dei consumatori su Twitter e sulla pagina Fb del colosso, che ha scelto di censurare in maniera massiccia le considerazioni negative degli utenti. Non sappiamo come andrà a finire la questione legale, sta di fatto che Nivea ha dimostrato una pessima gestione della crisi sui suoi canali social. Moltissime persone hanno già annunciato che boicotteranno il marchio, già colpevole di non realizzare prodotti bio come quelli proposti da Neve. Come a dire, a di là del nome, è impossibile confondere le due realtà. E la parte della cattiva spetta interamente a Nivea.