Siamo entrati ormai nel cuore profondo dell’estate e, dopo un anno di dure fatiche lavorative, sorge in ognuno il bisogno naturale e legittimo di staccare la spina e concedersi un viaggio verso mete più o meno esotiche, per allontanarsi dalla routine, spegnere finalmente la stanchezza e riaccendere le energie necessarie ad affrontare un nuovo inizio.
Di sicuro, in un orizzonte multi connesso come quello in cui ci troviamo a vivere ogni giorno, questo desiderio di evasione può coincidere con la necessità di rinunciare ad essere perennemente raggiungibili, agganciati al proprio smartphone come ad un ancora di salvezza, per cercare piuttosto di recuperare una dimensione più genuina di sé: fortunatamente esistono mete suggestive e remote in grado di riequilibrare le percezioni, restituendoci una visione più concreta e autentica dell’esistenza. Eppure, prima di decidere di staccarci per un po’ dall’IPhone o dallo smartphone, sono proprio i social network, Instagram primo fra tutti, i nostri più preziosi alleati per viaggiare virtualmente in giro per il globo e scoprire i luoghi più adeguati e incredibili per la nostra fuga. Così, immergendoci in un virtuale viaggio visuale, pescando dal “baule magico” di Instagram, possiamo imbatterci in panorami mozzafiato, spazi sterminati di natura selvaggia e architetture maestose. In un tourbillon di stimoli visivi, scegliere può sembrare impossibile, ma puntando ipoteticamente a caso il dito su questo mappamondo virtuale di immagini, eccola la nostra meta, inedita, meno battuta e del tutto affascinante: la regione del Kashmir nell’India Settentrionale.
Il periodo di agosto è quello giusto: il nord dell’India, infatti, non è vessato dal temibile monsone estivo, per cui per chi vorrà andare a visitare le zone montagnose del Ladakh le condizioni di partenza sono più che ottimali. Immaginando un piccolo itinerario di viaggio, senza dubbio il Ladakh rappresenta una delle tappe obbligate dell’India nella zona himalayana: sullo sfondo di un paesaggio quasi lunare, la zona ospita popolazioni coloratissime e monasteri molto antichi, maestosi dal punto di vista architettonico e ricchi di tesori artistici, quali sculture in legno, statue dorate, affreschi, oggetti religiosi, raffinati "Tankha" (rotoli di pergamena dipinti) e arazzi.
Una scheggia di bellezza lasciata intatta dal tempo, un oasi protetta dai trambusti del progresso, in cui il buddhismo tibetano riesce conservarsi inalterato da secoli, regalando al Ladakh il titolo più che meritato di piccolo Tibet: qui è possibile visitare i monaci buddisti, i Lama, e vederli durante le loro funzioni religiose, da non perdere in particolare i drammi e le danze eseguiti durante le feste religiose. Terra di valichi, delimitata a sud dalla catena himalayana, quest’area è il proseguimento dell’altipiano tibetano di cui conserva intatti i caratteri geografici e culturali. Nelle valli esplode il verde dei terreni coltivati ad orzo, lungo i corsi d’acqua crescono rigogliosi i pioppi e le betulle, mentre sui pendii le case sono arroccate l’una all’altra e gli imponenti monasteri sembrano altari sorti spontaneamente dalla roccia.
Le valli Nubra si spingono sin sotto i contrafforti del Karakorum, con la religiosità di un tempo che riporta questa terra alle sue origini, mentre, più in là, il lago Tso Moriri, il "lago delle montagne", circondato da montagne altissime, coperte da ghiacciai, è nel cuore della regione del Rupshu, l’altopiano dell’Himalaia tibetano dell’India abitato dai tenaci nomadi Khampa. A causa del paesaggio nudo e roccioso come i crateri della Luna, questo territorio viene chiamato il "Shangri-la" del viaggiatore avventuroso, alimentando atmosfere interiori per un viaggio dell’anima indimenticabile. L’India è sempre in grado di stupire i visitatori con la sua vastità, il suo caos primordio e la sua complessità. In questo paese bisogna essere predisposti ad accettare l’inaspettato, che accompagna ogni possibile esperienza. Se si è disposti a lasciare a casa le proprie certezze e le proprie comodità per gettarsi a capofitto in un coacervo di intricate cosmologie e respirare un’atmosfera densa di sensualità e di surrealtà, ci si guadagna un bagaglio di memorie da serbare gelosamente per il resto della vita.
Lasciando il Ladakh, per una strada sterrata che taglia l’Himalaya, si raggiungono le pianure indiane. Il percorso è di una bellezza austera e totalizzante: la strada attraversa altipiani desertici e brillanti e verdi oasi di fondovalle, tutto sotto la cornice di un cielo blu cobalto. Il paesaggio fino al lago Tso Moriri è un trionfo visivo senza precedenti, una gioia per occhi e mente. Qui si trova anche la Puga valley, le cui sorgenti termali di acqua calda si ritiene abbiano effetti benefici per la cura delle ossa e delle malattia della pelle. Impossibile non fare un salto anche a Srinagar, capoluogo del Kashmir. Sulla strada ci si può fermare per visitare Sonamarg, che presenta un altro aspetto del Kashmir, il cuore della Valle dei Fiori. Si supera il severo valico di ZojiLà e si scende verso la pianura indiana. Srinagar è una piacevole cittadina di villeggiatura distesa sulle sponde di un lago. Si può pernottare nelle variopinte house boat in legno di cedro che a decine popolano le basse acque del lago.
*Foto tratte da Instagram
Srinagar è famosa soprattutto per i giardini degli imperatori Mughal e racconta, con uno show di musica e suoni, la fiabesca storia d’amore della coppia reale che 400 anni fa commissionò questo paradiso. Qui si trovano i più ingegnosi artigiani indiani ed è tutto un susseguirsi di piccoli laboratori artigianali per la realizzazione di molteplici prodotti locali. Sul lago ci si sposta tramite piccole imbarcazioni, le sikara, dal fondo piatto e con il rematore accucciato a prua. Contrattare la merce con un venditore kashmiro è d’obbligo, bisogna aver tempo, pazienza ed essere dotati di grande energia. Insomma, le premesse per un viaggio da sogno ci sono tutte e il tempo è giunto: spegnete lo smartphone e affrettatevi a prenotare, l’India vi aspetta ed è pronta ad accogliervi e conquistarvi sfoderando senza remore tutti i suoi più potenti incantesimi atavici.
**Foto Ente del Turismo Indiano
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