Il mondo dell’information technology perde un altro pezzo da novanta. Dopo Steven Sinofsky, ex numero uno di Windows in casa Microsoft, arriva ora ufficiale la notizia della prossima uscita di scena (fissata a maggio 2013) di Paul Otellini, Presidente e Ceo di Intel. In carica da otto anni – prese il posto di Craig Barret il 18 maggio 2005 – e con una carriera quarantennale all’interno del colosso dei chip californiano. Prima di loro, nel novero delle dipartite eccellenti, si era iscritto anche John Chambers, storico numero uno di Cisco Systems e uno dei veterani della Silicon Valley, cha a fine settembre aveva anticipato il ritiro da ogni carica operativa entro due o al massimo quattro anni. Nell’annunciare il cambio di guardia, Intel si è data quindi sei mesi di tempo per trovare il degno successore del manager che ha confermato (non senza macchie) la società nell’olimpo dell’universo tecnologico e di quello dei semiconduttori in particolare. Il board di Santa Clara ha lasciato aperta la porta sia a soluzioni interne che esterne (in fatto di possibili candidati) e come da prassi ha reso omaggio all’opera di uno dei soli cinque manager avvicendatisi sulla poltrona di Chief Operating Officer in 45 anni di storia societaria. Lo statement a firma del presidente del Cda, Andy Bryant, parla di Otellini come di colui che "ha gestito la compagnia attraverso le nuove sfide imposte dai cambiamenti del mercato". E che continuerà a farlo nei mesi che lo dividono dal commiato da quella che lo stesso Otellini ha definito una "delle più grandi aziende del mondo".