‘Games of Thrones’ fa la storia agli Emmy Awards. Il 20 settembre, la serie fantasy prodotta da Hbo ha sbancato agli oscar della televisione a Los Angeles, conquistando dodici statuette: finalmente – si legge su Ansa – arriva il premio, per la prima volta dopo cinque stagioni, di miglior serie drammatica. Peter Dinklage vince per migliore attore non protagonista per la parte di Tyrion Lannister. Ma il drama può anche vantarsi del miglior regista e del miglior sceneggiatore. Erano stati assegnati poi una serie di premi minori ai Creative Arts Emmys la domenica precedente.
Record anche per Viola Davis, che ha vinto il premio alla migliore attrice protagonista per una serie drammatica, con ‘Le regole del delitto perfetto’ (How to get away with murder). La Davis è la prima attrice afro-americana a portare a casa la statuetta da protagonista e, nel suo discorso di ringraziamento, ha sottolineato che la sua vittoria è stata resa possibile dal fatto che, finalmente, ci sono anche in tv ruoli per donne di colore. Poche altre sorprese sono arrivate da questa 67ma edizione degli Emmy, i premi assegnati a settembre per le serie tv andate in onda durante la stagione precedente. Finalmente Jon Hamm, pubblicitario di ‘Mad Man’, ha portato a casa la statuetta al migliore protagonista di una serie drammatica dopo sette anni di nomination andate a vuoto (ma la serie, nella sua stagione finale si è fatta soffiare il premio più importante da ‘Games of Thrones’, appunto). Jeffrey Tambor, per il secondo anno consecutivo, ha vinto per la categoria migliore attore brillante grazie alla sua interpretazione di Maura, transgender protagonista di ‘Transparent’. La prima serie prodotta da Amazon, che in Italia arriverà in tv all’inizio del prossimo anno ha vinto anche per la categoria migliore regista di una commedia, statuetta andata a Jill Soloway, alle cui vicende famigliari la serie è inspirata. La Soloway ha chiesto al pubblico di votare il ‘Trans Equality Bill’, per dare uguali diritti alle persone transgender, mentre Tambor ha dedicato la sua statuetta alla comunità trans.
Molto bene ha fatto anche ‘Veep’, risultando migliore serie comica e portando via il premio a ‘Modern Family’ che aveva vinto negli ultimi cinque anni. La protagonista Julia Louis-Dreyfus ha vinto la statuetta come migliore attrice brillante e Tony Hale ha ottenuto il suo secondo Emmy come migliore attore non protagonista in una commedia. Allison Janney ha vinto per il secondo anno la statuetta alla migliore attrice brillante non protagonista, per ‘Mom’. In passato aveva vinto quattro volte per ‘The West Wing’ e lo scorso anno aveva portato a casa anche un Emmy come guest star, per la sua interpretazione in ‘Masters of Sex’. Sette statuette in tutto, che non sono il record assoluto (che appartiene a Cloris Leachman, titolare di otto Emmy), ma che sono un ottimo risultato.
Per le miniserie, la migliore è risultata ‘Olive Kitteridge’, presentata l’anno scorso a Venezia. Questa storia di un’insegnante di provincia interpretata da Frances McDormand ha vinto tutti i premi della sua categoria: la McDormand ha portato a casa la statuette per la migliore attrice di una miniserie, Richard Jenkins l’analoga statuetta maschile e Bill Murray, che però non era presente, ha vinto come migliore non protagonista. Premi anche alla regista Lisa Cholodenko e alla sceneggiatrice Jane Anderson. La serata è stata anche l’occasione per annunciare un cambiamento nelle regole del premio. Dal prossimo anno non sarà più solo un gruppo ristretto a votare, ma tutti i 15mila iscritti alla Television Academy. Una mossa che probabilmente favorirà gli show più amati dal grande pubblico.