Incertezza collettiva, autoconsapevolezza e responsabilità educativa: consapevolmente connessi con Barbara Tamborini, psicopedagogista e autrice ci porta a riflettere su come dobbiamo ripartire
Consapevolmente connessi in questi giorni significa vivere in un periodo unico, in cui è importante restare in costante ascolto degli altri e di sé e con una forte carica motivazionale, intervista a Barbara Tamborini
Il contesto
Mai come in questo periodo storico ci siamo trovati a gestire le emozioni in collettività: stiamo vivendo una emergenza sanitaria a livello globale e ciascuno con un suo ruolo. Le emozioni spesso ci travolgono, prevale un senso di incertezza che genera stress, alcuni stanno vivendo un senso di inadeguatezza con il quale stanno affrontando nuove sfide in un quotidiano che non è la quotidianità a cui eravamo abituati. Davanti a noi un tempo di cui abbiamo nostalgia, ma anche un tempo che, osservato da una nuova prospettiva ci presenta tante possibilità di miglioramento. Pensando al futuro come possiamo ripartire? E oggi, come possiamo affrontare al meglio questa situazione?
Un punto di osservazione consapevole e autorevole, una bussola per orientarci ce la offre Barbara Tamborini, psicopedagogista e autrice di successo insieme ad Alberto Pellai, con la quale abbiamo fatto un excursus utile sul docente, sul genitore e sulla persona. L’obiettivo? Offrire spunti di riflessione e strumenti utili con i quali affrontare queste giornate.
Siamo a casa, al telefono, ognuna alle prese con la connessione per supportare i propri figli nella didattica a distanza e, anche, per dare supporto a quei genitori che non sempre sono in grado di utilizzare gli strumenti. Condividiamo una risata, “siamo tutti sulla stessa barca, oggi ha bisogno lui domani ho bisogno io” che ci catapulta immediatamente in quella che è la solidarietà nel digitale, ma anche la quotidianità che offre una “nuova connessione”.
L’adulto con responsabilità educativa diventa motivatore
Barbara mi ricorda che il punto di partenza è che stiamo vivendo in un periodo unico nel suo genere dove nessuno ha chiaro “il copione migliore”, dove vi è incertezza collettiva, che si contrappone a quella governance a cui le persone erano abituate fino a qualche tempo fa.
“Siamo costantemente alla ricerca di una visione che ci aiuti a vedere il futuro con punti fermi, informazioni, ma che vengono spesso rimesse in discussione. Il ruolo dell’adulto con una responsabilità educativa diventa quello di comandante (per rimanere nella metafora), che deve motivare, orientare e mostrare un futuro, anche se in questo momento non è così nitido come vorremmo. E’ come se la vita fosse in pausa, in attesa di nuovo di poter schiacciare il play e ripartire. Un tempo di cui abbiamo nostalgia, ma anche un tempo che ci sta facendo riflettere su molte cose che non andavano bene. Oggi abbiamo l’opportunità di pensare a come dobbiamo ripartire”.
La tecnologia come strumento per “connettere”
Oggi abbiamo l’opportunità di pensare a come dobbiamo ripartire, mettere in campo una progettualità consapevole, di connessioni consapevoli, quelle che in questo momento sono diventate un punto di contatto più presente nella nuova quotidianità.
“Siamo in un momento di privazione del contatto tra persone, la tecnologia in questo aspetto supplisce, diventa un mezzo che genera opportunità, non sostituisce. Diventa un’occasione di “aggregazione digitale”, riporta ad una dimensione progettuale grazie alla condivisione di idee e costruzione della conoscenza, mette in relazione e permette di rafforzare la motivazione, fondamentale nel ruolo di docente. Ruolo altrettanto importante in quella del singolo che si trova, rispettando le proprie fragilità, a rivolgersi a connessioni di valore. Un’opportunità per riflettere sulle connessioni che mi portano valore, quelle a cui mi rivolgo quando ho un momento di down, ma anche di ascolto attivo verso i nostri figli che possiamo scoprire nel loro processo di apprendimento”.
L’opportunità: porci domande di senso e cambiare prospettiva
Ascolto attivo e capacità di cambiare il punto di osservazione risultano dunque le strategie migliori per affrontare le sfide di questo periodo, soprattutto ponendoci domande di senso, come avviene in “Sono Francesco”, l’ultimo volume di Pellai e Tamborini che sono partiti domandandosi se Francesco d’Assisi nascesse ai giorni nostri come sarebbe, per trovarsi di fronte ad un giovane rivoluzionario con tante inquietudini ma con un approccio decisamente interessante verso il futuro.
Sono Francesco, Alberto Pellai, Barbara Tamborini, DeA.
Ogni giorno un appuntamento sulla mia pagina Facebook – https://www.facebook.com/francescaanzalonePRmanager/ alle 14:00 per prendere un #caffèindiretta insieme e condividere riflessioni sul nostro quotidiano #consapevolmenteconnessi. Quello che vorrei condividere con voi oggi è un caffè davvero speciale, l’ospite virtuale è Barbara Tamborini, psicopedagosita e autrice di successo una connessione di grande valore per ampliare il nostro punto di osservazione.