Per Glamour Tour Operator il TTG Travel Experience di Rimini ha costituito un momento cruciale di aggiornamento, ma anche un’occasione ghiottissima per incontrare di nuovo tutti i player del settore turistico e riannodare quei fili che la crisi della pandemia aveva rischiato di spezzare. Glamour T.O. ha dalla sua i numeri di una forte ripresa segnando un aumento del 25% del fatturato rispetto allo stesso periodo del 2019. Dopo una progressione che ha portato il tour operator a ottenere buoni risultati in estate, grazie alla rinascita di un’industria che era crollata ai minimi storici, oggi il primo Paese di riferimento per Glamour, gli Stati Uniti, è tornato ad essere nuovamente molto richiesto, così come l‘Oceano Indiano e l’Africa. Con il CEO di Glamour T.O. Luca Buonpensiere (nella foto, il terzo da sinistra) abbiamo approfondito i temi cari al brand e analizzato il quadro globale del settore turistico che, dopo la contrazione dovuta alla pandemia, sta finalmente scorgendo una ripresa significativa.
La parola ai player del settore turistico: il CEO di Glamour T.O. Luca Buonpensiere dopo il TTG analizza la fase di rinascita del turismo grazie a una rinnovata voglia di viaggiare
Come avete vissuto questa edizione di TTG Travel Experience e cosa vi ha donato questa importante occasione di incontro del settore?
Sapevamo che era arrivato il momento dell’incontro, dopo tre anni di stasi tra guerre e COVID, c’è stata quindi una grande voglia di partecipazione, proprio per farci rivedere, per rincontrare amici e partners: di questo siamo molto soddisfatti. La fiducia non può che arrivare da questo forte e rinnovato afflusso di persone, da un forte risveglio di interessi e, onestamente, anche dai dati che sono estremamente interessanti. Un’altra sensazione che mi pare evidente è che la gente abbia di nuovo voglia di viaggiare, anche se persiste il tema di come scegliere una destinazione e dove sia possibile andare per godere di una vacanza in tranquillità. C’è un oggettivo problema di “visione discriminante” sulla scelta delle destinazioni, che risultano così ridotte rispetto a prima del COVID. Oggi bisogna entrare ancora di più nelle specificità di stagionalità, clima e condizioni ottimali per visitare una determinata destinazione.
Dopo le difficoltà causate dalla pandemia di COVID-19, quali sono le destinazioni più richieste in questo momento?
Purtroppo, abbiamo ancora un grosso problema – noi come credo moltissimi altri – sulla parte Far East, causato dalla chiusura della Cina e dalla ripartenza del Giappone con alcune difficoltà: concretamente, un conto è l’apertura politica e un altro conto è invece avere le strutture operative che rendono fattibile il viaggio. Anche lo Sri Lanka, sebbene sia sempre stata una destinazione che – soprattutto in collegamento con le destinazioni dell’Oceano Indiano – funzionava bene, oggi “soffre” un calo degli ingressi. Sicuramente quella che ha avuto un ritorno immediato in termini turistici è l’area del Nord America, con le estensioni caraibiche, il Messico, che va benissimo, e anche le località dell’Oceano Indiano, mentre registro, rispetto al passato, un’importante crescita delle Seychelles, che, negli ultimi anni, hanno guadagnato posizioni rispetto alle Maldive.
Ricordiamo che qualsiasi destinazione diventa più vendibile o meno vendibile anche in base alla facilità di arrivarci, con quale vettore o con quali frequenze; infatti, uno dei fattori principali di crescita di una destinazione rimane la compagnia aerea. Per esempio, la Thailandia, con Thai, è stata fortemente penalizzata e lo sarà almeno fino alla metà del prossimo anno. Dobbiamo sperare che anche le compagnie aeree abbiano la struttura, la voglia e le condizioni economiche per aiutarci a portare più persone possibile in una determinata destinazione.
Com’è cambiato il mercato del turismo in questi ultimi anni e cosa può rappresentare una sorta di “bussola virtuale” per gli operatori, in vista delle nuove sfide all’orizzonte?
Oggi il mercato, rispetto al passato, è totalmente stravolto, con cambiamenti molto più rapidi rispetto a qualche anno fa. Ciò significa che bisogna sempre essere pronti ad anticipare il cambiamento, non solo vederlo e adattarsi. Una visione che rimane statica, solo perché ci sono stati magari dei risultati positivi nel passato, secondo me diventa perdente a lungo termine.
Per il 2023 dobbiamo pensare che, vista la congiuntura internazionale e i problemi sul tavolo, potrà esserci un ulteriore cambiamento e dovremmo proporre dei pacchetti studiati in maniera un po’ diversa, sempre puntando sull’esperienza e sulla curiosità, che sono i due elementi che a mio avviso muovono maggiore interesse al momento.
Sono convinto che da qui a fine anno ci sarà ancora questa forte voglia di viaggiare con l’occasione delle festività, confermando una crescita che appare oramai accertata per il 2022, ma ancora incerta per il 2023. Certo, c’è da tener conto che alla chiusura del 2022 manca proprio l’ultimo bimestre, fonte per noi almeno del 30% – 35% dell’industria generale nell’anno; per questo motivo, andremo a proporre una forte programmazione in termini di disponibilità di voli e di camere, per poter offrire al consumatore finale e alle agenzie dei pacchetti particolarmente competitivi, sia come prezzo che come disponibilità.
A questo proposito, per concludere, abbiamo in uscita un catalogo di Capodanno online, molto dinamico, che verrà aggiornato in tempo reale, semplificando il lavoro alle agenzie, che verificheranno eventuali aumenti, offerte e disponibilità con rapidità e certezza di spesa, oltre che di riconoscimento di fee d’agenzia.