Quello che volge al termine passerà alla storia come l’anno della distanza: distanza tra le persone, tra gli amici, i familiari, al bar o nel fare la spesa (pensiamo al boom dell’e-commerce nel food & grocery), distanza tra i compagni di classe, tra i colleghi, e tra questi e l’azienda. Mentre il mondo intero, improvvisamente azzoppato dalla pandemia, fa ancora i conti con un nuovo modo di concepire ogni ambito della vita quotidiana, in tutti i settori si è corsi al riparo per difendere il proprio business e la propria sopravvivenza economica. Da un lato i conti, gli investimenti, la produzione, dall’altro i dipendenti, l‘organico, le persone dell’azienda.
In un momento così complesso e incerto, dal punto di vista economico e sanitario come da quello sociale e culturale, la gestione delle risorse umane diventa determinante nel percorso di un’azienda, e chi sarà in grado di impostare adesso una strategia coerente con i tempi e le nuove esigenze di ognuno avrà certamente una posizione privilegiata nel passaggio dal vecchio al nuovo mondo.
Un esempio arriva dal mondo del betting, dove SKS365, operante nel mercato italiano delle scommesse sportive con il brand Planetwin365, ha risposto alla crisi facendo del suo piano di HR Management un pilastro fondamentale fin dal primo lockdown, coinvolgendo i dipendenti di quattro sedi (Italia, Serbia, Austria e Malta).
“L’isolamento forzato ha come conseguenza il rischio di acuire il senso di distanza tra dipendenti e azienda, in particolar modo nelle realtà multinazionali che già in tempi sereni fanno i conti con l’inevitabile distanza fisica e spesso culturale tra le diverse sedi. Una situazione inedita e improvvisa, che certamente lascerà un segno in tutti noi – commenta Brian Dean, Chief People Officer di SKS365 – Ci siamo ritrovati, come tutti, a reinventare rapidamente le dinamiche di lavoro per tutti i dipendenti, ciascuno con diverse mansioni ed esigenze. Ovviamente, per alcuni è stato più faticoso in termini di coordinamento individuale del lavoro a distanza, insieme alle altre responsabilità domestiche e familiari, o anche solo per la riorganizzazione della propria casa per trovare un luogo adatto a lavorare.”
SKS365 ha risposto alla crisi facendo del suo piano di HR Management un pilastro fondamentale fin dal primo lockdown
Sotto un unico tetto aziendale convivono 16 nazionalità, per un totale di quasi 500 persone. I risultati della gestione delle risorse umane durante i mesi di lockdown sono da leggere come effetto di un percorso più lungo, intrapreso da SKS365 già nel 2019, ufficializzato dalla pubblicazione di un ‘manifesto’, una dichiarazione contro ogni forma di discriminazione di età, gender, orientamento sessuale o religioso, etnia o nazionalità, disabilità all’interno dell’azienda, oltre che un patto tra il management e i dipendenti per la loro valorizzazione in forma di bonus economici, benefit extra e misure per il bilanciamento tra lavoro e vita privata.
“In alcune delle nostre sedi (come in Italia, appunto) le persone sono state soggette a limitazioni molto forti già dall’inizio dell’anno, e il fatto di essere confinati in un appartamento per lungo periodo richiede tempo per adattarsi. Ma sono rimasto colpito dalla reattività generale di tutti. Tra non molto, probabilmente – continua Dean – avremo modo di saperne di più su come la gente è stata influenzata dagli effetti di questo periodo storico. Quello che abbiamo ritenuto da subito importante è stato, per il management e per me, rimanere in contatto continuo con tutti, attraverso comunicazioni chiare e mostrandoci in prima persona. Tra call one-to-one e meeting di gruppo, abbiamo avuto una comprensione più ampia su come le persone stavano affrontando il momento. Anche da parte nostra, abbiamo fornito aggiornamenti sulle prestazioni aziendali, sulla salute finanziaria generale e sulle misure che stavamo prendendo per non lasciare indietro nessuno, per prenderci cura del benessere di tutti, non solo dal punto di vista economico. Quello che abbiamo voluto fare è stato rimuovere l’ignoto. Ma non potendolo cancellare del tutto, abbiamo deciso di rimuovere quantomeno eventuali paure, o ridurre lo stress che le nostre risorse potevano provare riguardo al proprio ruolo, all’azienda e alla sicurezza futura in generale. Ci siamo impegnati a pagare gli stipendi e provvederemo al pagamento del bonus annuale. Se un membro del personale contrae il virus o va in isolamento fiduciario, abbiamo predisposto una serie di iniziative per fornirgli tutto ciò di cui ha bisogno, cibo e cure mediche incluse, se necessario. L’azienda ha inoltre introdotto maggiori vantaggi in termini di programmi di assistenza ai dipendenti, che forniscono alle persone che lo richiedono l’accesso a un supporto qualificato.
Accanto alle politiche di integrazione e valorizzazione delle diversità, in SKS365 esiste un programma di formazione, aggiornamento e crescita professionale, che non si è interrotto nemmeno in tempo di lockdown, anzi: si è trasformato in un’occasione per ogni dipendente di approfittare del tempo chiusi in casa per progredire all’interno dell’azienda. A partire da aprile, inoltre, SKS365 ha messo a disposizione lezioni e corsi utili non solo all’accrescimento delle skills per l’avanzamento professionale, ma anche per migliorare o approfondire hobby e interessi personali. Più di 4.000 corsi on demand, alcuni con possibilità di conseguire una vera certificazione a seconda dell’ambito, tutti disponibili su un’unica piattaforma: Udemy, uno dei marketplace più famosi e ricchi al mondo. Dalla Leadership & Management allo yoga, dal Marketing al Data Science, passando per le lezioni di chitarra e i corsi di design, fino alla fotografia, al pilates e persino ai corsi per pilotare un drone.
Gli effetti mentali e fisici del Coronavirus rischiano di durare persino più a lungo della pandemia stessa
“Le occasioni di socializzazione o le proposte dell’azienda per il benessere dei dipendenti non mancavano anche prima della pandemia – dice Dean – Avevamo gli incontri di calcio settimanali, le lezioni di yoga, le consulenze con il nutrizionista, ecc. Durante il lockdown abbiamo trasformato tutto in virtuale (tranne le partite di calcio!) offrendo le stesse attività ma anche più di quelle consuete, grazie all’introduzione della piattaforma di e-learning Udemy. È motivo di grande orgoglio che il 95% dei nostri dipendenti abbia aderito alla piattaforma, il 90% di questi è attivamente iscritto ai corsi: in totale il tempo di apprendimento ha superato le 7.000 ore questa estate e aumenta ogni giorno. Abbiamo investito moltissime energie e risorse nel sensibilizzare il più possibile i nostri manager perché stabiliscano un contatto quotidiano o quasi con le proprie risorse, in cui oltre a discutere delle dinamiche lavorative, si affrontino temi di carattere generale o anche personali. Non si tratta soltanto di salvaguardare la produttività, ma di interessarsi allo stato d’animo delle persone, assicurandosi che in questi tempi così delicati ogni dipendente si prenda cura di sé e del proprio stato di salute psico-fisico.
Con la seconda ondata della pandemia, la conseguente introduzione di nuove restrizioni e di possibili ulteriori limitazioni all’orizzonte, la salute e la sicurezza dei nostri dipendenti sono la nostra priorità assoluta. Ciò significa che garantirne il benessere e preservarne la salute è importante quanto raggiungere gli obiettivi di business. Questo è il motivo per cui abbiamo istituito novembre “il mese del benessere”. A partire dal primo del mese, abbiamo dato il via ad una campagna aziendale che comprende una serie di comunicazioni verso i dipendenti. Nel frattempo, abbiamo realizzato una guida per tutti i manager, per sottolineare quanto sia fondamentale il tema del benessere e per fornire loro gli strumenti adeguati a supportare i loro team anche su questo aspetto.”
Un modello di gestione finalizzato al bilanciamento tra lavoro e vita privata e alla motivazione personale che, chiaramente, non è una novità in ambito multinazionale e non deriva certo dal particolare momento storico in cui si trova il mondo del lavoro a ogni livello. Il virus, il lockdown, l’isolamento e la crisi pongono, semmai, un filtro per la visione futura, un accento importante su quella che può essere la direzione, in cui, aggiunge Dean: “la sfida diventa quella di adattare ed equilibrare il nuovo modo di operare con il graduale ritorno a una sorta di normalità.” È una filosofia nuova, da costruire a partire dai concetti stessi di HR Management, Company Culture, Employer Branding.
Mentre in tutto il mondo l’apprensione per il contagio è tornata a crescere e le barriere si stanno gradualmente innalzando, quello sulle risorse umane sembra rappresentare un investimento vitale contro l’incertezza, importante in ogni business, come conclude Dean: “Gli effetti mentali e fisici del Coronavirus rischiano di durare persino più a lungo della pandemia stessa. Il futuro dirà molto su come è stato affrontato, in ciascuna azienda di ciascun settore, il rapporto con i lavoratori, non solo in termini di supporto tecnico e garanzia della posizione, ma anche come presenza, stimolo e coinvolgimento.”