Parole O_Stili è una community che nasce per far riflettere sull’importanza delle parole e sulla degenerazione violenta della comunicazione in rete. L’iniziativa avrà un importante primo momento di confronto collettivo il 17 e 18 febbraio a Trieste quando, in una ricca kermesse organizzata assieme alla Regione Friuli Venezia Giulia, sarà presentato il “Manifesto della comunicazione non ostile” scritto a più mani con l’obiettivo di ridurre, arginare e combattere i linguaggi negativi della Rete. Abbiamo esplorato l’universo concettuale che sostiene il progetto insieme a Rosy Russo, creativa, ideatrice e membro del Comitato scientifico di Parole O_Stili. Fondatrice di UAUAcademy e TriesteSocial, dal suo profilo biografico leggiamo che crede nei sogni, tiene sempre i piedi ben ancorati a terra, ma senza smettere di guardare il cielo.
Come nasce l’iniziativa Parole O_Stili?
L’iniziativa è nata questa estate da una semplicissima chiacchierata tra professionisti. Io lavoro nel mondo della comunicazione e dei social media e confrontandomi con alcuni colleghi è emerso una sorta di filo rosso che ci accomunava tutti. Un sentimento di stanchezza e di una certa fatica nei confronti dell’approccio sui social. Raccogliendo per bene questi stimoli e segnali mi è sembrato naturale proporre di ritrovarsi insieme per raccontarci quanto sta succedendo, provando anche a individuare le buone pratiche da adottare per combattere questo virus della comunicazione aggressiva. Da qui viene dunque fuori l’idea di un evento articolato in due giornate, che in principio doveva essere molto più circoscritto, aperto a circa 60 o 70 persone: subito dopo il lancio, però, si è scatenato un interesse crescente, a dir poco esponenziale, e così abbiamo spostato la data da novembre a febbraio, per avere il tempo di riformulare adeguatamente l’organizzazione e finalmente poter varare la versione definitiva dell’appuntamento.
Parole O_Stili risponde dunque ad un’urgenza e a un’emergenza in campo comunicativo?
Sicuramente Parole O_Stili arriva in un momento storico cruciale per la comunicazione, ci troviamo in una fase di profondo cambiamento e dobbiamo considerare le interazioni virtuali in un contesto di consolidata quotidianità. L’attenzione e le aspettative per il nostro progetto riflettono appieno questo background e hanno portato poi alla nascita di una vera e propria community. I primi a credere nell’idea sono stati un centinaio fra giornalisti, free-lance, docenti, politici, in sostanza un gruppo abbastanza trasversale: insieme a loro ho cominciato a scrivere il Manifesto della Comunicazione Non Ostile, che rimane tuttora il cuore del progetto. Lo presenteremo il 17 febbraio a Trieste, alla presenza della Presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini. I primi 9 punti del Manifesto sono stati pubblicati in Rete, lasciando aperta per una decina di giorni agli internauti la possibilità di intervenire. Siamo stati invasi dai messaggi e dai contributi di persone che desideravano esprimersi nel merito, dando poi la possibilità a ognuno di votare i principi maggiormente condivisi per poter presentare il 17 un lavoro che non sarà la riflessione di pochi ma l’approfondimento di molti.
Quali sono gli obiettivi da raggiungere con questa grande “chiamata alla riflessione” comune?
Era impossibile pensare di dire alla Rete cosa fare decidendolo a priori da fuori, il processo di condivisione per noi è sempre stato fondamentale. La risposta è stata ottima: alla community originaria che ha varato il progetto si sono unite e stanno continuando ad unirsi moltissime persone. Il messaggio che passa dalle e-mail ricevute è quello di una voglia energica e vitale di contribuire ad un’iniziativa virtuosa, di cui tanti sentivano realmente il bisogno. Forse dal 19 febbraio la Rete non cambierà, ma almeno qualcosa si sta muovendo, l’intento di sensibilizzare è stato pienamente raggiunto. Parole O_Stili non è un evento ma un progetto. Stiamo già immaginando come proseguire dopo questa prima tappa.
I Troll sono tra i principali virus che inquinano oggi la comunicazione, come si possono debellare?
Il fenomeno dei cosiddetti Troll sarà oggetto di analisi nella giornata del 17 febbraio, con dei dati elaborati per Parole O_Stili dall’Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo e da SWG. Il 18 febbraio sono previsti invece 9 mini convegni che affronteranno il tema in maniera più trasversale. All’interno di tutti questi panel, “Perché?” sarà la domanda più ricorrente. Ci interessa indagare le origini del fenomeno, che probabilmente sono da ricercare al di là della Rete. Occorre stare attenti a non commettere l’errore di attribuire esclusivamente al Web le origini dell’odio: in realtà, lo sappiamo bene, non c’è più distinzione tra reale e virtuale, ciò che siamo in Rete siamo anche fuori. All’interno della Rete, però, si stanno innescando delle dinamiche da non sottovalutare: magari dipendono anche solo semplicemente dalla maggiore velocità di risposta o dalla poca capacità di elaborare la complessità. Spesso si scrive reagendo di getto a un messaggio o a una provocazione e si finisce per pentirsene quando è troppo tardi. La comunicazione è filtrata dallo schermo: non si ha veramente davanti la persona con cui si interagisce. AcchiappaTroll è il supereroe virtuale che incarna i valori di Parole O_Stili sui social media e noi speriamo di portarlo nelle scuole perché vogliamo che diventi uno strumento educativo: puntiamo a veicolare l’importanza di acquisire la capacità di analizzare il contesto e capire anche in che modo poter intervenire offline. Uno dei progetti più ambiziosi che vorremmo far partire riguarda proprio le generazioni più giovani, io stessa ho quattro figli in età scolare e vivo insieme a loro i passaggi, le difficoltà e le scelte: per genitori e educatori non è per niente facile accompagnare i ragazzi in questo cammino. Dobbiamo prendere atto che ormai per i più giovani i nuovi mezzi di comunicazione sono imprescindibili, per loro non c’è davvero più distinzione tra reale e virtuale. L’inizio di un confronto su questi cambiamenti non può più essere rimandato.
Altro problema di stringente attualità è il proliferare delle “fake news”, condivise spesso acriticamente.
Uno dei principi del Manifesto recita proprio “Condividere è una responsabilità”, soprattutto quando si decide di diffondere delle informazioni sensibili. Testi e immagini andrebbero condivisi solo dopo averli letti, valutati e compresi e non dovrebbe mai mancare la verifica di ogni notizia postata, per avere conferma che sia veritiera e corretta. Uno degli errori più comuni è condividere senza nemmeno leggere il messaggio, sono stati fatti degli esperimenti in merito che hanno rilevato questa tendenza sui social network, in particolar modo Twitter. Sono variabili da non sottovalutare, occorre lavorare per arginare questa cattiva abitudine.
Gli influencer in particolare dovrebbero prestare maggiore attenzione, perché i loro comportamenti rischiano di generare grande confusione, come nel caso di Selvaggia Lucarelli?
Un personaggio come Selvaggia Lucarelli è emblematico della situazione attuale. Da una parte, sta facendo un lavoro interessante, invitando durante la sua trasmissione in radio le persone che l’hanno insultata a presentarsi per ripeterle in faccia le offese. Ovviamente nessuno si fa vivo. Dall’altra parte, però, è lei stessa un personaggio borderline, che il più delle volte sceglie di comunicare con toni aggressivi. Lavorare in maniera così capillare per costruire un documento condiviso da tanti può segnare davvero un punto: magari Selvaggia Lucarelli resterà la stessa, ma l’obiettivo è coinvolgere nel cambiamento la gente comune, i giovani, per costruire delle basi e tracciare dei confini. Se non interveniamo, la Rete rischia di trasformarsi definitivamente in un luogo ostile, impedendoci di gustarne invece la bellezza e le opportunità. Ad esempio, dalla Rete possono nascere belle amicizie e rapporti professionali importanti, non dimentichiamolo mai.
Qual è l’aspetto di Parole O_Stili che le sta maggiormente a cuore?
Mi piace sottolineare lo spirito di Parole O_Stili. Mi spiego: le persone che parteciperanno sono numerosissime, abbiamo più di cento speaker e influencer, che interverranno senza gettoni di presenza, per non parlare delle persone che ci hanno scritto e che verranno a Trieste. Ora, sappiamo bene che la città di Trieste non è centrale in Italia, raggiungerla non è facilissimo, eppure tutti hanno dimostrato un entusiasmo senza precedenti. Di questo non posso che essere grata. E fiduciosa per il futuro.
Elisabetta Pasca