Per l’industria italiana i numeri comunicati dall’Istat negli ultimi mesi non sono molto confortanti: dopo i segnali positivi registrati a luglio, ad agosto il fatturato è calato dell’1,4% rispetto al mese precedente e del 21,2% su base annua. È opinione diffusa che proprio nei momenti di crisi bisogna dimostrare di avere coraggio e investire maggiormente. Significa valutare nuove opportunità e proporre prodotti di qualità ad un prezzo contenuto per sfidare nel modo migliore il momento congiunturale. Tuttavia, per la maggior parte delle aziende, questi imperativi sono rimasti soltanto “buoni propositi”.
A differenza di uno zoccolo duro di imprese italiane che invece è riuscito a metterli in pratica ed ha avuto il coraggio di sfidare la crisi nei momenti più bui. E’ costituito da alcuni piccoli-medi imprenditori italiani che negli ultimi mesi hanno rischiato nuovi investimenti per aprire o allargare la propria attività negli Stati Uniti. Ora che il peggio sembra passato sono in pole position per sfruttare la ripresa. Quasi tutti gli imprenditori in questione producono macchine strumentali, dai sistemi di taglio delle lamiere di Cy Laser alle turbine per l’energia eolica della Brevini Wind, dalle apparecchiature per soffiare contenitori in pet della Siapi a quelle per produrre fazzolettini umidificati della Tecnoweb.
C’è chi ha aperto una controllata ad Atlanta, in Georgia, come la nuova Siapi America, che si occuperà di vendite e assistenza tecnica, mentre la produzione rimane in Veneto, vicino a Conegliano (Treviso), dove ha sede l’azienda controllata e gestita dalla famiglia Camerin. La stessa decisione ha preso la cremonese Tecnoweb di Pierangelo Mandotti, in partnership con Triune consulting services di Monroe, scegliendo Atlanta per l’apertura di una nuova sede: servirà alla vendita delle sue macchine che producono fazzolettini umidificati e per la fornitura di pezzi di ricambio e assistenza tecnica.
Infine dalla collaborazione fra un ingegnere-inventore di Schio, Livio Campana, un grande distributore di macchine utensili con sede nella stessa cittadina vicentina, Finsomac, e il titolare della società di consulenza Venture Usa, Massimo Denipoti, è nata Cy Laser, con sede a Chicago. Dopo aver creato in tutti i 50 Stati Usa la propria rete di distribuzione di macchine da taglio per lamiere con la tecnica rivoluzionaria del laser generato da fibre ottiche, Cy Laser sogna di poter realizzare un altro progetto: l’apertura di uno stabilimento di assemblaggio e produzione, probabilmente nel Michigan, da avviare nella prima metà del 2010, anno in cui il fatturato Usa dell’azienda potrebbe aggirarsi sugli 8 milioni di dollari per poi raddoppiare nel 2011. Lo scopo per tutte queste realtà aziendali è sempre lo stesso: essere vicino a tutti quei clienti che cercano nelle aziende non solo dei fornitori ma dei veri e propri partner, in grado di condividere le responsabilità nel raggiungere i loro obiettivi economici e tecnici.
La Fiat sbarca oltreoceano
Un ulteriore elemento che potrebbe fornire lo “sprint” decisivo alle imprese italiane potrebbe giungere dallo sbarco della Fiat in America. L’azienda guidata da Sergio Marchionne, infatti, potrebbe rappresentare un importante elemento di svolta e favorire i fornitori del settore auto. Già è possibile osservare i germogli di un rinnovato interesse. Per esempio, lo studio di ingegneria Mecaprom di San Mauro Torinese, specializzato nella progettazione e realizzazione di motori e trasmissioni auto, ha appena aperto un ufficio commerciale a Plymouth, vicino a Detroit. E la Icom, azienda di Latina produttrice di serbatoi per gas liquido propano, sta progettando di ampliare la sua controllata americana a New Hudson nel Michigan, che già assembla serbatoi per vari produttori di auto verdi, prevedendo un aumento della richiesta di sistemi di combustione alternativi. Altre due aziende italiane puntano a sfruttare il nuovo business verde. La Brevini di Reggio Emilia aprirà una nuova fabbrica Brevini Wind a Yorktown, in Indiana, entro il 2010 per costruire moltiplicatori per generatori eolici, impiegando fino a 400 dipendenti. E la Carraro di Padova, multinazionale quotata a Piazza Affari e guidata dal neo ad Alexander Bossard , programma di espandere la sua fabbrica di Virginia Beach in Virginia, per produrre componenti per l’ energia eolica e solare.
In determinati settori dunque, il business italiano negli Usa non solo “tiene” ma si dimostra estremamente vitale e proattivo. Alcune aziende italiane sembrano pronte e ricettive per affrontare la vigilia della ripresa, più presenti di prima sul mercato americano, dove sono in grado di offrire una flessibilità e una capacità di adattarsi ai loro clienti molto competitiva rispetto ai sistemi standardizzati dei nostri principali concorrenti, i tedeschi e i giapponesi. Come se una parte del sistema produttivo italiano avesse risposto con vigore al monito di qualche tempo fa del presidente del Consiglio Berlusconi - “l’Italia si deve svegliare!” - e, una volta aperti gli occhi, abbia azzeccato il piede giusto con cui ripartire per iniziare bene il “nuovo giorno”.
Ivano Basile