Il livello di attenzione e sensibilità sulle tematiche della diversity e dell’inclusion si conferma molto alto in un mercato sempre più consapevole, selettivo e attento a valutare le iniziative dei brand, così come si riafferma per le aziende ritenute più inclusive un delta del +21% nella crescita dei ricavi rispetto alle altre, grazie a un Net Promoter Score (passaparola) positivo del +72,8%.
Il settore del fashion e della moda è sempre più percepito come inclusivo, subito dopo il retail, mentre consumatrici e consumatori ostili alle tematiche LGBT+ continuano a diminuire e aumentano coinvolgimento, familiarità e contatto verso le tematiche generazionali e LGBT+. Irrompono le persone indifferenti – disinteressate alle tematiche della diversità, nonché poco vicine ai temi della sostenibilità sia sociale che ambientale, prevalentemente di fascia d’età media (35-54 anni) – e le inconsapevoli, con forte collettivismo e scarso individualismo che non hanno nessuna forma di familiarità, coinvolgimento e contatto con le diverse forme di diversità nonostante l’interesse verso le tematiche sostenibili.
Questi gli highlights che emergono dal Diversity Brand Index 2023, unica ricerca italiana volta a misurare la capacità delle marche di sviluppare con efficacia una cultura orientata alla Diversity, Equity and Inclusion (DE&I), ideato e curato da Diversity e Focus MGMT e che sarà presentato giovedì 2 marzo 2023 durante la sesta edizione del Diversity Brand Summit, in streaming dalle ore 16.30 su www.diversitybrandsummit.it (previa registrazione). Quest’anno l’evento, coerentemente con un mercato finale sempre più esigente, segnalerà solo i 10 progetti più meritevoli, individuati dal Comitato Scientifico e dal Security Check Committee, al posto della top 20 degli scorsi anni.
Premiazione dei brand più inclusivi e presentazione del Diversity Brand Index 2023, unica ricerca italiana che misura la capacità delle marche di sviluppare una cultura attenta alla DE&I
Barbie, Lavazza Group, Intesa Sanpaolo, Lines, Procter & Gamble, Netflix, Rai, Real Time, Spotify e The Walt Disney Company: questi i brand che hanno firmato i migliori progetti e le migliori iniziative del 2022 che compongono la TOP 10 Initiatives del Diversity Brand Index per la loro capacità di lavorare concretamente sulla DE&I, impattando anche sulla percezione di consumatrici e consumatori.
Nel corso dell’evento del 2 marzo saranno infine premiati il vincitore assoluto (il brand che si è distinto per il miglior mix tra impegno intersezionale sulla DE&I rivolta al mercato finale, valutato dai Comitati, e percezioni di consumatrici e consumatori, rilevate attraverso la survey) e il vincitore digitale (il brand che ha implementato il miglior progetto digitale, riconosciuto dal mercato e dai Comitati). Le due marche vincitrici potrebbero emergere complessivamente anche al di fuori della TOP 10 delle singole iniziative.
Nel corso del Diversity Brand Summit, condotto da Corinna De Cesare, patrocinato dal Comune di Milano e con la partnership di Extra, interverranno esperte ed esperti sul tema, fra cui la Co-founder di Indigenous Fashion Arts Kerry Swanson. Il claim dell’evento scelto quest’anno è “Right Now – È tempo di agire”, un’esortazione a concretizzare sempre più i buoni propositi e la necessità di farlo il prima possibile, perché la sostenibilità sociale, specie in un momento storico come questo, è una sfida prioritaria.
“Quest’anno abbiamo voluto elevare l’asticella passando dalla top 20 a una top 10 delle migliori iniziative dei brand in tema DE&I” dichiara Francesca Vecchioni, Presidente di Fondazione Diversity. “Una direzione emersa chiaramente dalla ricerca Diversity Brand Index: la consapevolezza verso le tematiche della DE&I è infatti in continuo aumento. Consumatrici e consumatori, anche in un mercato così affollato, distinguono le azioni e la comunicazione più coerenti e autentiche in tema di inclusione, da quelle più strumentali o imputate di diversity washing. Non basta più stampare una bandierina rainbow sul proprio packaging o fare un post rosa per l’8 marzo per essere inclusivi: su questi temi le persone a cui si vuole parlare sono spesso più competenti delle stesse aziende che li comunicano. Oggi gli standard si sono alzati di molto, ai brand è richiesta coerenza, autenticità e competenza. Non si comunica più la DE&I, si comunica CON la DE&I, ed è uno strumento eccezionale solo se è autentico, l’unico modo per arrivare davvero”.