Da gennaio, Alberto Salvia è stato nominato nuovo Amministratore Delegato di Danone. Un nuovo e importante incarico per questo manager, entrato nel gruppo nel 2000 e da allora impegnato in ruoli di crescente responsabilità. Ora Alberto Salvia dovrà guidare le strategie di Danone in Italia e continuare a promuovere l’evoluzione e lo sviluppo dell’azienda, tenendo in considerazione le peculiarità del mercato italiano. Tra nuove sfide da affrontare e obiettivi da raggiungere, il nuovo AD ci ha raccontato come intende portare avanti questa realtà da sempre protagonista del settore food.
Dott. Salvia, lei è nel gruppo Danone dal 2000. Com’è evoluta la sua carriera professionale in questi 19 anni?
Il mio percorso professionale in Danone prima di giungere in Italia ha le sue le peculiarità. All’estero ho infatti avuto modo di ricoprire incarichi diversi in contesti sempre differenti. Sono entrato in Danone come responsabile dello sviluppo del business nella divisione dairy in Ucraina per 4 anni. Sono poi stato nominato Country Manager per la regione Adriatica, che comprendeva Croazia, BIH (Acronimo di Bosnia Erzegovina) e Serbia sempre per una startup distributiva. A partire dal 2007 ho avuto poi l’opportunità di lavorare in Indonesia, divisione Dairy prima come Sales and Distribution Director, passando quindi alla divisione Waters come responsabile Modern Trade e Away from Home e infine Managing Director Business Unit. Anche qui, un contesto estremamente complesso, fatto di grandi numeri vista la demografia del paese e dinamico come tutto il sud est asiatico. Ultima tappa del percorso prima del rientro in Italia, tre anni in Tunisia come COO (Vicedirettore) della JV Delice Danone. Una società di primissimo piano nel contesto nord Africa, leader storico del settore Dairy e facente capo alla locale Delice Holding, a sua volta riferimento del settore agroalimentare tunisino con interessi in diversi paesi dell’area. In tutti questi anni non mi è certamente mancata la possibilità di vivere culture diverse, contesti professionali diversi, assumere sfide sempre nuove cercando sempre di apprendere.
Quali sono le principali sfide del mercato attuale per un’azienda come Danone?
Da sempre osserviamo e analizziamo i trend dei paesi in cui operiamo per essere preparati ad affrontare le sfide importanti anche e soprattutto a livello locale. In Italia il mercato dei probiotici sta registrando una forte crescita e Danone, in questo comparto, può vantare un posizionamento riconosciuto, grazie a prodotti come Activia ed Actimel. Activia contiene il bifidus actiregularis, un probiotico di origine naturale che, rispetto ai normali fermenti dello yogurt, è in grado di arrivare vivo e vitale in maggiore quantità nell’intestino. Actimel contiene 20 miliardi di Probiotico L.casei e, grazie alle vitamine B6 e D, si focalizza sul sistema immunitario. L’innovazione riveste in Danone un ruolo centrale; per Activia, recentemente, abbiamo sviluppato prodotti come Activia da Bere e Activia Mix & Go, mentre per Actimel, oltre ad avere appena arricchito e la gamma con gusti trendy, stiamo lanciando proprio in questo periodo Actimel Shot, una innovativa linea di prodotti che rappresentano un nuovo modo di vivere la quotidianità con vitalità e concentrazione. Grazie a queste novità miriamo a rinnovare l’esperienza di prodotto per i consumatori attuali e allargare il target conquistando anche i consumatori più esigenti e attenti ai nuovi trend alimentari.
Che tipo di strategie ritiene possano essere efficaci per favorire l’evoluzione del gruppo e il suo sviluppo nel panorama italiano?
La nostra sfida per i prossimi anni è quella di continuare a posizionare lo yogurt e i latti fermentati come alimenti utili per contribuire ad un sano stile di vita per tutta la famiglia e ampliare la nostra gamma. Ci riferiamo in particolare ai cibi con probiotici con un profilo nutrizionale in linea con le raccomandazioni degli esperti e in grado di fornire un importante contributo attraverso una assunzione quotidiana. Siamo poi da tempo in prima linea sulla riduzione degli zuccheri e continuiamo a migliorare le caratteristiche delle nostre formulazioni. Da un punto di vista produttivo, ad oggi possiamo puntare su siti di grande eccellenza dislocati nei principali Paesi europei, in grado di soddisfare le esigenze dei diversi mercati con standard qualitativi elevati.
Vorrei poi ricordare il valore strategico della ricerca scientifica che rappresenta uno dei pilastri chiave di Danone. I nostri primi yogurt furono messi in vendita nelle farmacie “per facilitare la digestione”, e ancora oggi ci impegniamo per fornire prodotti eccellenti ai consumatori, grazie al nostro ampio portfolio. La nostra divisione vocata alla ricerca, Danone Research, possiede una collezione di quasi 4.000 microorganismi (o ceppi di fermenti), un patrimonio che ci consente infinite opportunità di innovare e sviluppare gli yogurt del futuro, per portare ai consumatori sia nuovi benefici per la salute che un’esperienza di consumo gradevole. Attualmente, Danone Research sta focalizzando molte ricerche sui probiotici, con gli esperti impegnati nello studio del microbiota intestinale e dei suoi effetti sul corpo e sulla mente delle persone. A livello locale ci impegniamo con partner importanti a sostenere e a divulgare la nostra missione.
Il 2019 è appena iniziato. Quali prospettive intravede per il futuro del gruppo?
Ci aspettiamo un anno ricco di novità! Continueremo il nostro percorso di innovazione degli yogurt e latti fermentati, per consolidare il loro ruolo all’interno dell’alimentazione. Oggi c’è una grandissima attenzione alla salute e a tutto ciò che apporta benefici e aiuta a stare meglio. In questo scenario il ruolo dell’alimentazione è fondamentale e Danone ha nella sua mission proprio questo valore: portare la salute al maggior numero di persone attraverso l’alimentazione. In quanto azienda sempre attenta a monitorare i trend e gli insight emergenti, proprio per rispondere alle esigenze di consumatori ‘nuovi’ abbiamo anche deciso di diversificare la nostra offerta ed entrare nel mercato dei prodotti a base vegetale. Ma di questo parleremo prossimamente.
Lucia Mancini