La storia di Riso Scotti è un racconto appassionato che parla di tradizione e valori, senza tralasciare lo slancio verso il futuro e l’apertura dinamica a nuovi mercati. Dal 1860 a oggi, il brand si è consolidato diventando uno dei principali player globali del settore food, diversificando la produzione, dal riso bianco alla pasta di riso, dagli snack ai drink vegetali, fino ad approdare nel campo della ristorazione, investendo in prodotti innovativi legati a benessere e leggerezza e in soluzioni all’avanguardia in tema di sostenibilità.
Il Gruppo Riso Scotti rappresenta un’azienda di punta del Made in Italy, di matrice familiare, che ha scommesso con successo sull’internazionalizzazione e su una crescita virtuosa, contando su un cambio generazionale improntato alla ricerca costante del salto di qualità. E il processo si sta realizzando grazie all’impegno di una giovane manager, Valentina Scotti, la figlia maggiore del presidente Dario, l’iconico “Dooottor Scotti” dello spot pubblicitario divenuto parte dell’immaginario collettivo. Dopo l’esperienza in Lavazza Usa e in Deloitte come consulente di imprese alimentari, Valentina Scotti è oggi amministratrice delegata di Riso Scotti Danubio, operante nel fruttuoso mercato dell’Est Europa, con un bacino potenziale di 350 milioni di consumatori, e anche la responsabile del progetto di ristorazione So’Riso, che prevede aperture diffuse di bistrot a base di riso in Italia e nel mondo.
Attiva dal 1860, Riso Scotti è un’azienda che conta su un grande patrimonio di storia e tradizione: come affrontate l’innovazione tutelando la qualità?
L’innovazione è sempre stata un elemento trainante per il Gruppo, fin da quando mio padre ha preso in mano l’azienda. Da risieri al 100% ci siamo trasformati in un’azienda alimentare a tutto tondo che fa del riso il suo elemento principe. Latte di riso, olio di riso, pasta di riso: abbiamo messo in atto operazioni di sviluppo prodotto a livello industriale. Negli ultimi anni, dal punto di vista commerciale, ci siamo aperti a nuovi mercati internazionali, e abbiamo affrontato anche nuovi canali, come quello della ristorazione moderna, proponendoci come retailer.
A proposito di novità, ci racconta il progetto So’Riso, il nuovo format che reinterpreta il mondo dei cereali e della ristorazione?
So’Riso è una startup nata 3 anni fa, ci troviamo in una fase di pieno sviluppo, sono previste nuove aperture a Milano. All’inizio il progetto doveva mantenere il nome Riso Scotti, per sottolineare fino in fondo il legame con la marca. Poi ci siamo resi conto che nessuno vuole andare a mangiare dall’industria, che al limite può farsi garante della qualità della materia prima. Abbiamo capito che dovevamo scegliere un nome differente, per suggerire subito l’idea di un’esperienza diversa e originale, sotto la tutela di qualità di Riso Scotti. So’Riso all’inizio doveva essere semplicemente una risotteria, ma ben presto abbiamo capito che il format non doveva essere confinato al mondo del riso, ma aprirsi completamente al benessere, che rappresenta il fil rouge di tutti i prodotti che abbiamo sviluppato negli ultimi anni. Il riso può essere a ragion veduta incoronato come il migliore cereale del benessere. Per cui So’Riso ha messo al centro i cereali che fanno bene, tra i quali il riso è sovrano, e ha elaborato una proposta innovativa e accattivante che attinge a soluzioni culinarie molto trendy come i piatti unici stile pokè bowl. Ci siamo concentrati sul tema del benessere, declinando il riso in maniera meno tradizionale e sperimentando a trecentosessanta gradi con l’ampio ventaglio dei cereali.

So’Riso, varietà di riso da scoprire e da acquistare
In che modo Scotti vuole declinare il concetto di benessere?
Ovviamente esistono varie interpretazioni del benessere, non siamo certo gli unici a esserne portavoce. Noi guardiamo ad esso nell’ottica dell’italian food, cercando di conferire una caratterizzazione ben precisa. Bisogna essere unici, per fare la differenza. La nostra originalità sta nel preparare cibo che fa bene, il risotto è l’elemento di caratterizzazione, il fiore all’occhiello dell’intero concept. Scotti vuole far passare il concetto di benessere unito al gusto e devo dire che sta funzionando, proprio perché siamo stati in grado di elaborare una proposta davvero indirizzata a tutti, in grado di soddisfare esigenze diversificate.

Il riso può essere declinato in molteplici ricette, gustose e sane al tempo stesso
Come descriverebbe la sua esperienza all’interno dell’azienda e qual è l’impronta che vuole conferire al suo lavoro?
Personalmente, provengo da un’esperienza, quella della consulenza, che mi ha dato tantissimo e mi ha formato dal punto di vista del metodo, nel creare un sistema. Mio padre è in assoluto la persona che mi insegna e mi ispira di più ogni giorno in questo senso. L’esperienza con le persone maturata nel retail è un tipo di know-how che voglio mantenere e traslare anche sul versante industriale vero e proprio. So’Riso è per me un’opportunità per raccogliere in diretta il feedback dei clienti e utilizzarlo per migliorare il prodotto e i processi. Poter osservare costantemente e direttamente come cambiano le abitudini di consumo e le esigenze dei clienti è un vantaggio inestimabile. L’altra impronta che mi piacerebbe lasciare riguarda l’internazionalizzazione, quindi portare il carattere e le attività e i prodotti di Riso Scotti nel mondo, dai classici fino alle linee più innovative come Vital, pensata esclusivamente per il mercato estero. La sfida che oggi tutte le aziende come la nostra stanno affrontando è quella di riuscire ad arrivare ai mercati internazionali. Il cibo italiano ha un plus che va urlato e va difeso.

Il Polo industriale Riso Scotti a Pavia
Riso Scotti è proiettato nel futuro a 360 gradi: cosa avete in mente in merito a proposito di comunicazione?
Il format di So’Riso verrà introdotto sui mercati internazionali come Riso Scotti: useremo dunque il retail per sviluppare il marchio all’estero. Questa sarà di sicuro una delle leve future della nostra comunicazione. L’altra leva fondamentale è il web. Se pensiamo a livello globale, non possiamo che fare riferimento alle risorse e alle opportunità offerte da internet, che vogliamo utilizzare molto di più. Abbiamo iniziato un nuovo percorso che ci vedrà online massimo entro l’anno prossimo con un progetto innovativo.

Veduta esterna dello stabilimento, con la ruota originale del primo mulino
Nel presente di Riso Scotti ci sono partnership importanti come quella con Ebro Foods e progetti di successo come Riso Scotti Danubio: cosa rappresentano nel processo di evoluzione dell’azienda?
Far parte di Ebro Foods è un’opportunità eccezionale perché il gruppo ha sede nei principali paesi industrializzati ed è per noi fonte inesauribile di conoscenza e di scambio essere nella loro rete. Per quanto riguarda il progetto Riso Scotti Danubio, di cui sono Amministratore Delegato, si tratta di un’azienda con sede in Romania che ci sta dando grandi soddisfazioni e risultati. Stiamo cercando di replicare lì il modello italiano, utilizzando le conoscenze acquisite in anni di esperienza. Dario Scotti, mio padre, ha indicato la strada con scelte lungimiranti. La partnership con Ebro Foods ha dato un ulteriore slancio internazionale al Gruppo, che non smette mai di sfidarsi e di continuare nella ricerca di soluzioni innovative. Dal punto di vista industriale, tra l’altro, stiamo portando avanti un processo a medio-termine, che riguarda l’ottimizzazione produttiva e il riutilizzo e l’azzeramento di tutti gli scarti, anche in un’ottica di sostenibilità all’interno dell’impianto produttivo. Il progetto è in fieri, per arrivare a un controllo totale della filiera e allo scarto zero, con un impatto ambientale molto contenuto. Il cambio generazionale per il Gruppo Scotti non è critico, come spesso capita nelle aziende di matrice familiare come la nostra. Si sta lavorando con saggezza per consentire una continuità mirata sempre al salto di qualità.
Elisabetta Pasca