Sette italiani su dieci amano trascorrere il fine settimana all’aperto, al sole. Tuttavia, solamente il 42% dichiara di usare quotidianamente la protezione solare. E’ quanto emerge dallo studio[1], giunto alla terza edizione, condotto da ISDIN su un campione di quasi 7.000 italiani in merito alle abitudini di Fotoprotezione.
Se si esclude la stagione estiva, non vi è l’abitudine di riapplicare frequentemente la protezione solare. In una “normale” giornata della settimana solo il 19,2% riapplica il protettore ogni 2 ore, mentre, durante il week end, la percentuale sale al 40,6%. Diverso il quadro in estate, quando si registra un incremento del dato sino al 69,7%.
Attenzione però, perchè proteggersi dal sole non significa necessariamente farlo in modo corretto. Infatti, il 47% degli italiani afferma di utilizzare la fotoprotezione solamente sul viso e non su tutte le aree esposte al sole. La situazione migliora quando si pratica attività all’aperto. In quel caso ben il 56% dei connazionali protegge tutte le zone esposte al sole.
Il rapporto degli italiani con il sole: il 42% usa quotidianamente la protezione solare. Lo rivela la ricerca di ISDIN
Tra i criteri che guidano la scelta del fotoprotettore emerge la texture del prodotto: deve favorire l’applicazione (facile e veloce da stendere) e, nel contempo, non deve lasciare la pelle appiccicosa o con residui bianchi. Significativa (e in crescita rispetto allo scorso anno) è anche la percentuale di persone che ricercano un fotoprotettore in grado di inserirsi bene nella propria beauty routine.Dallo studio emerge dunque come le abitudini di Fotoprotezione in Italia stiano, a poco a poco, cambiando: la fotoprotezione è sempre più presente, ma con un ruolo preponderante durante l’estate. “Medici, farmacisti e dirigenti dei servizi sanitari svolgono un ruolo importante nella sensibilizzazione della popolazione su questi temi”, spiega la Dott.ssa Aurora Garre, “sebbene sia vero che gran parte della popolazione sia già sempre più consapevole della salute della propria pelle”.
[1] Lo studio è stato condotto per via telematica dal 25 aprile al 25 maggio 2022 su un campione di 6.883 italiani.