Quello del Codacons con Chiara Ferragni sembra un rapporto difficile. Dopo la denuncia che l’associazione aveva mosso alla coppia Ferragnez per la raccolta fondi da destinare alla realizzazione del mimi ospedale Covid di Milano, ora si apre un nuovo capitolo.
Il Codacons ha denunciato l’influencer regina di Instagram, nella top 10 delle più pagate al mondo, per blasfemia e per “offesa al sentimento religioso”, dopo la diffusione di un’immagine in cui la Ferragni appare raffigurata come una Madonna.
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L’immagine, a corredo di un’intervista per Vanity Fair, che la raffigura nei panni di una moderna Madonna con bambino, dipinta da Giovanni Battista Salvi detto il Sassoferrato, sfrutterebbe a dire del Codacons la figura della Madonna e la religione a scopo commerciale, “essendo noto come la Ferragni sia una vera e propria macchina da soldi finalizzata a vendere prodotti, sponsorizzare marchi commerciali e indurre i suoi follower all’acquisto di questo o quel bene”.
La foto non è affatto piaciuta a tutti, generando indignazione e persino sconcerto tra alcuni fedeli. Per questo il Codacons ha deciso di presentare un esposto alla Procura della Repubblica e al ministro dei Beni culturali Dario Franceschini affinché intervengano su quella che definisce non come una provocazione, “ma una grave mancanza di rispetto per i cristiani, per l’intero mondo religioso e per l’arte in genere”.
Lo sfruttamento bollato come “indegno” della figura della Madonna che ha scatenato le proteste di una parte del mondo cristiano potrebbe quindi per il Codacons realizzare fattispecie penalmente rilevanti per blasfemia e offesa al sentimento religioso, motivo per cui l’esposto è stato inviato anche a Papa Francesco affinché si pronunci contro questa “squallida e inutile provocazione”.
Parole durissime contro la Ferragni, che seguono il precedente di qualche mese fa, a inizio pandemia, quando il Codacons si era scagliato contro i “Ferragnez” dopo che in pochi giorni la coppia super vip, proprio grazie alla potenzia dei social, dopo un’iniziale donazione di 100mila euro era riuscita a raccogliere i fondi necessari alla costruzione di un reparto aggiuntivo di terapia intensiva all’ospedale San Raffaele di Milano in cui curare i malati Covid.
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