Questa sera a Milano si terrà la presentazione del capitolo italiano del Global Women in PR, associazione internazionale senza scopo di lucro che vuole creare una cultura del valore nella diversità di genere. GWPR opererà sul nostro territorio con molte iniziative volte a creare opportunità di networking internazionale e a stimolare la creazione di progetti, iniziative e contenuti di comunicazione ad alto profilo e potenziale, nell’ottica di incidere sull’evoluzione e il cambiamento del contesto in cui si muovono le donne della comunicazione.
Abbiamo approfondito le dinamiche del progetto insieme a Carola Salvato, CEO di Havas LIFE, Presidente e portavoce del GWPR Italia.
Che cos’è GWPR, che storia intende raccontare e cosa vuole cambiare?
Global Women in PR è un’associazione internazionale impegnata a creare opportunità di networking fra donne manager che lavorano nel settore delle PR, della Comunicazione, del Public Affairs e dell’Advocacy al fine di contribuire a incidere in modo significativo sulla cultura e sul ruolo del valore nella diversità di genere, promuovendo un ambito di dialogo, partecipazione e inclusione. La sua missione è supportare le donne nell’esprimere il loro pieno potenziale costruendo, nel contempo, una rete capace di portare in luce sia i valori fondamentali che il mondo delle donne porta con sé, sia quelli relativi all’intelligenza emotiva, fondata sui processi di consapevolezza e integrazione e sulla capacità di creare una leadership orizzontale.
Quali iniziative verranno messe in campo per favorire il networking internazionale e il proliferare di nuovi progetti e contenuti di comunicazione?
GWPR crede nell’importanza di sostenere, nutrire ed elevare il dialogo sul tema della diversità di genere e del merito, poiché driver di crescita. L’impegno è di creare ponti, connessioni e conversazioni significative con le associate e gli stakeholder per essere artefici di un cambiamento culturale in questo ambito. Verranno implementati programmi formativi, mentoring, eventi a tema, networking e progetti ad hoc in partnership con tutti gli stakeholder impegnati su questo delicato fronte.
Quali sono i partner che accompagnano GWPR nel suo cammino virtuoso?
L’associazione ha ricevuto il riconoscimento e il sostegno di ICCO gruppo che rappresenta 2.500 Agenzie PR nel mondo e 48 associazioni di categoria internazionali e gode in Italia del supporto incondizionato di Assorel e di PRHub, le associazioni di rappresentanza del settore che ne sosterranno fattivamente la crescita. Un ringraziamento speciale a Crédit Agricole, Sponsor sostenitore che ci ha accolto presso Le Village per l’evento di lancio, una nuova e bellissima location a Milano.
In che modo il tema della diversità di genere può essere declinato per produrre valore e generare opportunità?
Il mondo del femminile ed il ruolo della donna nelle diverse culture ci racconta la storia della nostra evoluzione. Ci sarebbero molti esempi interessanti da ricordare. Prendendo come elemento di interesse la leadership, quando si attuano processi di integrazione, fra maschile e femminile, si da vita ad una leadership più consapevole e matura capace di influenzare in modo vincente i contesti aziendali sia sul piano dell’innovazione che sul piano economico e della produttività dei team. Dati e ricerche lo confermano. Oserei dire anche la scienza. L’integrazione della diversità è di per sé il presupposto per dare vita ad un cambiamento capace di influenzare nuovi modelli culturali, sociali, ed economici. Tutto parte dal nostro atteggiamento, dal nostro pensiero. Se non ci alleniamo a intervenire sul pensiero è difficile credere che riusciremo, come Paese, a compiere passi in avanti davvero significativi.
Che ruolo giocano oggi le donne nel campo della comunicazione e delle pubbliche relazioni?
Le donne della comunicazione e delle pubbliche relazioni giocano sicuramente un ruolo rilevante in quanto, per loro natura sono intrinsecamente dei portavoce e degli ambassador, in grado di influenzare il contesto e l’opinione pubblica. Lo dimostra il loro quotidiano impegno nel creare e diffondere una corretta comunicazione e informazione e nella collaborazione fattiva con i media e i giornalisti, Per tale motivo la loro voce può sia concorrere ad amplificare la cultura del valore nella diversità di genere, sia sostenere tutte le organizzazioni e gli stakeholder che si stanno già impegnando su questo tema. GWPR pur nascendo come Associazione di categoria e con l’intento di rappresentare le donne della comunicazione e delle pubbliche relazioni, grazie al suo autentico impegno, ha l’obiettivo di sostenere le donne e le professioniste in tutti i settori e industry.
Il gap di genere si combatte in primo luogo sul terreno della formazione, fin dalla più tenera età: quali azioni concrete sono necessarie in questo senso?
Per un vero cambiamento della società, dovremmo iniziare pensando ai luoghi dove i nostri figli vengono cresciuti, inclusa casa nostra. Sono convinta che i progetti dovrebbero essere attivati già nelle scuole dell’infanzia così da creare una continuità formativa nel tempo, capace di dare vita a modelli mentali, schemi e parametri basati sui processi di integrazione. Ciò consentirebbe di creare spazi di risonanza e sintonizzazione continui.
I processi di integrazioni della diversità generano il nuovo, poiché liberano un potenziale illimitato di cui l’essere umano è naturalmente dotato. Il talento, anche in azienda, nasce da questo spazio che ci si concede.
Il processo educativo è un viaggio costante, e deve considerare tre aspetti: cuore, mente e pancia. Ogni manager dovrebbe accedere a percorsi formativi capaci di arricchire la persona sia sul piano della conoscenza, che dei tecnicismi che della consapevolezza.
Qual è la situazione attuale nel nostro paese rispetto alla crescita professionale femminile e quali sono le prospettive per il futuro?
Da una ricerca condotta su 35 Nazioni (Women in business 2019), l’Italia è il fanalino di coda per quanto riguarda le donne che ricoprono una posizione nel senior management, anche se emerge dagli ultimi dati pubblicati da ManagerItalia che l’accesso a posizioni manageriali nel mercato delle aziende private sia in netto miglioramento. Tuttavia, le donne manager sono ancora il 27%, il 17% se si considerano solamente i dirigenti. Incoraggiante invece il fatto che il 31% del management femminile ha meno di 35 anni. Per migliorare le prospettive attuali bisogna imparare a riconoscere i pregiudizi limitanti e trovare modalità nuove per superarli, sciogliere i nodi e trasformare le principali barriere alla carriera in opportunità. Collettivamente dobbiamo impegnarci a garantire pari opportunità di sviluppo professionale, valorizzando con sincera intenzione i talenti femminili, creando cultura di inclusione e “sfruttando” la trasformazione digitale per diffondere sempre più soluzioni lavorative flessibili.
Elisabetta Pasca