Manager di lunga esperienza nel settore Luxury e Fashion, Francesco Giovagnoni ha ora una nuova sfida da affrontare: quella di guidare una realtà storica e consolidata come Campo Marzio. Da poco nominato nuovo Amministratore Delegato dello storico brand romano specializzato in accessori per il viaggio, articoli regalo, di design e per la scrittura e preziose proposte stationery, Giovagnoni avrà il compito di consolidare lo sviluppo dell’azienda in un momento decisivo come quello attuale. Il riposizionamento del brand passerà dalla revisione delle strutture organizzative, dalla riqualificazione e ottimizzazione delle rete distributiva e dalla ridefinizione delle strategie digitali, ma altre ancora sono le strade da prendere per Campo Marzio. Ce le ha raccontate il nuovo AD Francesco Giovagnoni.
I punti chiave per rilanciare il brand Campo Marzio
Dott. Giovagnoni, lei ha una lunga esperienza come manager nel settore Luxury e Fashion. Cosa significa per lei, oggi, essere alla guida di una realtà come Campo Marzio?
Per me questo nuovo compito significa raccogliere una sfida estremamente stimolante ed eccitante. Campo Marzio è una realtà che per tantissimi aspetti assomiglia al mondo Luxury da cui provengo. Con il dovuto rispetto e la misura che deve essere considerata per realtà oggi così distanti, Bulgari e Campo Marzio non hanno poi origini così diverse. Nascono a 500 mt di distanza, nel cuore di Roma, quasi un secolo fa, come 2 botteghe artigiane: una orafa e una di strumenti di scrittura. Sono entrambi emblemi dell’italianità, di Roma, del savoir-faire, dell’eccellenza manifatturiera italiana. Fra l’altro mi piace ricordare che gli strumenti di scrittura in tutto il 20esimo secolo hanno rappresentato e raccontato la parte più nobile del nostro Paese, perché di pertinenza dei letterati/scolarizzati. Campo Marzio, fin dalle origini, ha accompagnato e rappresentato un pezzo importante nel panorama più nobile della nostra Repubblica e nel mondo dei parlamentari a Montecitorio.
Su quali elementi intende puntare per delineare una strategia di consolidamento e sviluppo dell’azienda?
Quello che il marchio già possiede in casa, perché il rinnovamento non deve mai essere cesura, ma solo ed eventualmente rinascita e re-interpretazione dell’esistente. E devo dire che fin da subito ho capito che ci sono tutte le premesse per fare qualcosa di importante, a partire dalle risorse a disposizione, prima fra tutte quelle umane, che mostrano un attaccamento all’azienda incredibile. Abbiamo tracciato le linee guida di un piano aziendale che, guardando fino al 2022, punta sull’attenzione alle persone, sulla qualità dei prodotti e sull’heritage del marchio con l’obiettivo di raccogliere le sfide del mercato internazionale e della digitalizzazione. Rissumendo: omnicanalità, digitalizzazione e internazionalizzazione, ma anche efficienza di processo e superamento del concetto di stagionalità sono i punti fermi di questo piano di sviluppo che ha lo scopo di migliorare progressivamente la redditività aziendale. È una crescita sostenibile che si basa su tre assi fondamentali: la creazione di una nuova piattaforma digitale integrata, l’internazionalizzazione attraverso i travel retail e i department store più qualificati, il consolidamento del progetto multichannel e O2O.
L’offerta di Campo Marzio tra tradizione e modernità
Campo Marzio è un brand storico del Made in Italy. In che modo è possibile oggi, secondo lei, coniugare con successo la tradizione di questo marchio con un’offerta moderna e attuale?
Campo Marzio è la sinesi perfetta di molti trend che oggi si possono riscontrare nella quotidianità, primo fra tutti la bleisurizzazione del mondo: le sneaker portate come scarpa in ufficio, lo zainetto per il manager, un look molto più informale che in passato. Campo Marzio dentro sé ha tutto questo, con il suo stile un po’ dandy, colorato, playfull, universale, che va sopra le righe, ma senza mai esagerare. Oggi Campo Marzio rappresenta proprio questa perfetta sintesi, attraverso l’accessorio, la borsa o lo strumento di scrittura. Da lì partiamo, perché la nostra storia – nobile – non va mai tradita, ma oggi più che mai dobbiamo stare al passo con i tempi e reinterpretarci per seguire l’evoluzione di un stile che oggi si centra su altre categorie di prodotto, come lo SLG.
Quali sono secondo lei i punti di forza di un brand come Campo Marzio e in che modo possono essere raccontati efficacemente?
Credo che si possano riassumere in queste parole chiave: savoir-faire, italianità, tradizione, heritage, cultura, colore, sdrammatizzazione e bleisurizzazione (business is leisure) del mondo. Concluderei citando una domanda che ci piace porre e che ben riassume l’anima di Campo Marzio: “Chi l’ha detto che il business deve essere noioso”?
Lucia Mancini