Google vara un programma per mettere l’infrastruttura video di YouTube a disposizione degli editori. «Embedded player», questo il nome, sarà testato da cinque giornali europei, tra i quali in Italia La Stampa e il Secolo XIX, e sarà poi lanciato nel corso del 2016. Il progetto è stato annunciato a Berlino stamane nel corso di una giornata dedicata alla Digital News Initiative (Dni), l’organismo al quale partecipano Google e alcune tra le più importanti testate al mondo, con l’obiettivo di realizzare, attraverso tecnologia e innovazione, un ecosistema economicamente sostenibile per il giornalismo di qualità.
I siti che aderiscono a «Embedded player» utilizzeranno YouTube per mettere online e distribuire agli utenti su pc, smartphone, tablet e tv connesse la propria produzione video. I contenuti vivranno sia all’interno delle testate sia sulla piattaforma YouTube, nei canali dedicati. Gli editori avranno la possibilità di vendere la pubblicità da sé, nel qual caso avranno il 100% dei ricavi, oppure di ricorrere a Google come concessionaria, dietro un compenso. Il traffico generato dai video sia sui siti sia all’interno dei canali su YouTube sarà attribuito alle testate.
«Già un terzo delle ricerche sulla nostra piattaforma è correlato alle notizie», ha affermato Ben McOwen Wilson, responsabile delle partnership per l’Europa, presentando il progetto. «Ma fino ad ora non abbiamo fatto un gran lavoro per capire a fondo le esigenze del giornalismo e le potenzialità del video per gli editori. È per questo che abbiamo pensato a Embedded player e a una fase pilota, per affrontare e risolvere al meglio le sfide legate all’iniziativa».
A Berlino sono anche state annunciate le testate che parteciperanno a questa prima fase. Per ora si tratta del Guardian, del Pais, della Stampa e del Secolo XIX, della Frankfurter allgemeine zeitung e di Zeit online. A queste nei prossimi giorni se ne potrebbero aggiungere altre, fino a una dozzina circa. Obiettivo del test è mettere a punto il programma e definirlo in tutti i dettagli, soprattutto da tre punti di vista: come raggiungere gli utenti su tutti i dispositivi e ottimizzare l’esperienza utente nella fruizione delle notizie (oggi YouTube, su cui vengono caricate oltre 300 ore di video ogni minuto, è già disponibile su più di mille device); come consentire alle testate flessibilità di utilizzo e personalizzazione, massimizzando i ricavi; infine come ridurre la complessità legata all’erogazione dei video e individuare le esigenze emergenti degli editori. Il costo di banda ed erogazione, come pure dell’infrastruttura tecnica, dal player ai server, sarà interamente sostenuto da Google. Il lancio ufficiale è programmato entro marzo del prossimo anno.
«Embedded player» fa parte dei programmi di Dni, nata la scorsa la primavera. Dalle otto testate fondatrici iniziali, tra le quali, unica per l’Italia, La Stampa, sono salite a circa un migliaio le organizzazioni giornalistiche europee che hanno dimostrato un qualche interesse in uno dei progetti Dni. Tra le iniziative più recenti Accelerated mobile pages (Amp), il progetto per rendere più semplice ed efficace la navigazione dei siti di news da mobile, e il fondo da 150 milioni di euro per finanziare i progetti giornalistici innovativi.(lastampa.it)