Frammentazione del mercato delle imprese di produzione, obblighi di investimento, sistema di sotto-quote, diritti di sfruttamento delle opere prodotte e squilibrio tra fornitori e produttori tradizionali, da un lato e ‘over the top’ dall’altro. Sono le 5 criticità della produzione audiovisiva in Italia, secondo l’Agcom.
Le 5 criticità e le possibili direzioni di marcia per superarle sono state presentate e individuate oggi dal Consiglio dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, relatore il Commissario Antonio Martusciello, che ha approvato a maggioranza gli esiti dell’indagine conoscitiva sul settore della produzione audiovisiva.
L’indagine conoscitiva – si legge nella nota Agcom – che ha visto la partecipazione delle imprese e delle associazioni di categoria degli operatori del settore (autori, produttori, distributori, fornitori di servizi di media audiovisivi) ha evidenziato elementi di specificità del contesto nazionale.
La produzione audiovisiva italiana è contraddistinta dalla presenza di numerosi operatori con dimensioni economiche e finanziarie estremamente diversificate. Il settore è altamente concentrato con una quota significativa del fatturato di poche grandi imprese dotate di riconosciuta professionalità anche a livello internazionale. Le imprese di piccole dimensioni assorbono una quota significativa dell’occupazione ed esprimono opere di qualità elevata.
Il quadro normativo è variegato e complesso, caratterizzato da una pluralità di interventi di rango primario e secondario con una sedimentazione di obblighi disomogenei. La questione dell’adeguatezza del quadro normativo e regolamentare è ancor più rilevante alla luce delle risposte ai programmi di riforma avviati a livello europeo (revisione della direttiva sui servizi di media audiovisivi e della direttiva in materia di contenuti digitali e tutela del diritto d’autore) e nazionale (disegno di legge di iniziativa del Governo in materia di cinema, audiovisivo e spettacolo dal vivo).
Dall’indagine emergono, in particolare, le seguenti criticità e possibili direzioni di marcia:
1. La frammentazione del mercato delle imprese di produzione, per cui si ravvisa la necessità di un consolidamento, anche al fine di rafforzarne la competitività internazionale;
2. l’attuale sistema di obblighi di investimento, per cui si ritiene necessario individuare un giusto bilanciamento degli interessi attraverso una maggiore semplificazione e flessibilità;
3. l’articolato e complesso sistema di sotto-quote, che richiede una semplificazione del quadro normativo e regolamentare;
4. l’opportunità di intervenire sulla nozione di produttore indipendente e sul sistema di negoziazione e gestione dei diritti di sfruttamento delle opere prodotte;
5. il superamento delle criticità nel rapporto tra soggetti tradizionali (fornitori di servizi di media audiovisivi e produttori) e i c.d. “over-the-top”, con l’obiettivo di ridurre lo squilibrio competitivo che avvantaggia questi nuovi soggetti del mercato digitale.