Quindi sono questi gli elementi su cui puntate per attrarre i lettori italiani?
Quello che vogliamo offrire è uno spaccato, non troppo tecnico, del mercato musicale, raccontando con qualità e intrattenendo un pubblico più vasto. C’è una fetta di mercato molto ampia che magari non sa cosa sia Billboard, forse ha visto il marchio o ha sentito parlare delle sue classifiche ma non lo conosce con esattezza: vorremmo far affiorare questa realtà al lettore portando alla sua attenzione dei mondi che magari non sono così noti. Approfondimenti, interviste esclusive, sguardo sui backstage: contenuti originali e un linguaggio tutto nostro, autorevole ma anche scanzonato, sia su cartaceo che online.
Nella sua carriera si è mosso altre volte nel settore musicale. Immagino dunque che la musica per lei sia anche una passione oltre che un lavoro.
Sono molto appassionato ma non esperto. Credo che la maggior parte delle persone però lo sia: la musica è una forma d’arte incredibile e trasversale, che riguarda tutti, a prescindere da età o ceto sociale. Quindi sì, sono un appassionato, e la mia carriera, per una serie di motivi, è rimasta ancorata a questo mondo, e di ciò sono ovviamente molto felice.
Non solo articoli e interviste ma anche eventi e partnership. Cosa possiamo aspettarci dal futuro di Billboard Italia?
Oltre alla realtà editoriale avremo infatti molto altro. Ad esempio inaugureremo su YouTube un nostro canale dove caricheremo i nostri video, senza dimenticare ovviamente le nostre piattaforme social con numeri sempre in crescita. Poi avremo una parte dedicata allo sviluppo di progetti territoriali che arricchirà i nostri contenuti. Billboard Italia dovrà essere una piattaforma e un media che brand e aziende possono utilizzare per presidiare il campo della musica e l’industria musicale secondo l’interpretazione che ne ha lo stesso Billboard. Stiamo costruendo una serie di format che partiranno il prossimo anno e che non esistono ancora nel nostro Paese, degli eventi che saranno legati alle copertine del giornale, degli showcase, delle aree dedicate all’interno di altri concerti dove inviteremo degli artisti a commentare le esibizioni… Sono modelli di intrattenimento che costituiranno il patrimonio commerciale su cui si baserà tutta la parte di contest di Billboard e che daranno vita ad altri contenuti, soprattutto digitali. Lavoreremo quindi tantissimo sul territorio e sulle esperienze, di cui godranno sia i consumatori che i brand.
Sembra quindi che la parola chiave sia “contenuto”.
Esattamente. Anche per i miei trascorsi lavorativi, so quanto esso sia importante. Ho dovuto gestire in passato dei team che creassero contenuti utilizzabili per i brand. Il contenuto in questo momento guida: anche in tv si creano delle strutture che diano vita a diversi contenuti. Ogni singolo editore è divenuto oggi un content publisher. Bisogna assolutamente impegnarsi per creare dei contenuti allettanti e interessanti restando però aderenti alla propria realtà, coerenti con la propria natura senza inseguire a tutti i costi i trend del momento. Se si offre al pubblico un prodotto di qualità senza tradire sé stessi, allora si è davvero rilevanti. L’editoria musicale ultimamente ha perso la propria natura inseguendo troppo altri argomenti, perdendo quindi un po’ di credibilità. Oggi però vince chi fa bene quello che sa fare. Noi vogliamo essere così, verticali e aderenti al mondo musicale, intercettando gli appassionati e contaminando chi ne è meno avvezzo ma allo stesso tempo è fortemente curioso di questo settore.
Lucia Mancini