*Paolo Del Panta è editore di All about Italy, magazine dedicato alle eccellenze italiane. Nato nel 1997 per sostenere la competitività delle imprese del nostro Paese sui mercati internazionali, All about Italy si è da sempre impegnato a promuovere la filiera italiana, diventando una vera e propria piattaforma specializzata che riunisce al suo interno importanti ambasciatori dell’italianità, rappresentando un esclusivo trait d’union tra la qualità del Bel Paese e il mercato straniero. Oggi la prestigiosa pubblicazione – che è stata anche testimone di importanti riconoscimenti, tra cui anche una medaglia celebrativa da parte della Presidenza della Repubblica Italiana consegnata in occasione del Gala Italia tenutosi a Monaco di Baviera – è distribuita in USA e in Germania, con due edizioni in lingua originale, pensate appositamente per i mercati di riferimento.
ALL ABOUT ITALY – La crescita del vino italiano passa dalla Valpolicella, l’intervista a Olga Bussinello, Direttore del Consorzio Tutela Vini Valpolicella
Rubrica a cura di Paolo Del Panta*
Il vino è uno dei protagonisti principali sul palcoscenico delle eccellenze agroalimentari italiane: il nostro paese può contare infatti su un territorio fertile e generoso, particolarmente adatto per la coltivazione di vitigni in grado di produrre risultati dal valore eccelso, amati e invidiati in ogni parte del mondo. È il caso della fortunata regione della Valpolicella, madre di alcune fra le varietà enologiche più incredibili e apprezzate, fra cui spicca soprattutto Sua Maestà l’Amarone, campione del gusto e del piacere. Abbiamo incontrato Olga Bussinello, Direttore del Consorzio Tutela Vini Valpolicella, per discutere delle potenzialità di un prodotto in ascesa, di sviluppo sostenibile e di tutela delle peculiarità distintive di uno dei fiori all’occhiello del settore agroalimentare italiano.
Le caratteristiche geologiche e climatiche del territorio della Valpolicella sono alla base della grande originalità e tipicità dei suoi vini. Come sfruttare le risorse della zona preservando il territorio?
Il Consorzio Tutela Vini Valpolicella approda alla certificazione “RRR” dopo cinque anni di lavoro sulla vitivinicoltura sostenibile, che ha coinvolto le aziende, i referenti scientifici e le istituzioni del territorio. Si tratta della prima start up in Italia di certificazione di un’area a denominazione, condivisa e ottenuta con il supporto fattivo delle amministrazioni locali partner del progetto, di un ente di accreditamento, di uno dei tre istituti di ricerca in viticultura ed enologia italiani. Gli obbiettivi sono: la conservazione del paesaggio, quella dell’ecosistema, la gestione delle risorse e la tutela della biodiversità. Anche la difesa della vite dalle malattie è gestita con logiche etiche, pensando ad un territorio in cui la viticoltura professionale e l’urbanizzazione sono contigue. La certificazione, che attesterà la produzione delle uve nel rispetto dell’ambiente e del territorio, sarà annuale ed evidenziata sulla bottiglia da un marchio registrato.
Cresce la presenza della Dop Valpolicella e del suo vino principe, l’Amarone, sul posizionamento e sui mercati mondiali e nazionali: quali elementi sanciscono il successo del marchio, quali sono i mercati più promettenti e su quali invece occorre investire di più?
Ormai la qualità del prodotto vino è complessivamente cresciuta in tutti i paesi produttori e quindi la sensibilità dei consumatori che vogliono sempre più avere emozioni ed esclusività nei beni di lusso. I vini della Valpolicella sono un po’ di tutto questo. Blend di uvaggi autoctoni, raccolta esclusivamente a mano, doppia selezione delle uve prima in vigneto e poi in cantina, lunghi affinamenti per i vini invernali e freschezza floreale o del frutto per il Valpolicella doc. Stati Uniti, Germania e Canada sono lo zoccolo duro dell’export. In crescita nel medio lungo termine Cina e paesi dell’est Europa.
Lei ha affermato che l’Amarone deve essere una locomotiva per i vini italiani: quale può essere il contributo del marchio Valpolicella Dop nell’economia e nel funzionamento del sistema Italia?
I vini della Valpolicella con il sistema Prosecco stanno già trainando il vino italiano nel mondo per valore e volume. Hanno concorso a ciò vari fattori: piacevolezza dei vini, riconoscibilità dei prodotti, attività commerciale importante di alcuni grossi brand, reputazione positiva dei prodotti made in Italy.
Nei disciplinari di produzione, un comma stabilisce una netta separazione in fruttaio tra le uve destinate alle doc e quelle per vini Igt e da tavola e rendere, quindi, più efficaci i controlli: quali passi sono necessari ancora per garantire una tutela sempre più efficace del prodotto?
La tracciabilità in Italia è già molto sicura. Il consumatore è garantito se acquista l’originale. Il vero problema contro cui noi ci stiamo impegnando anche economicamente ogni anno sono le imitazioni/contraffazioni dei nostri vini.
Dopo l’incontro Renzi-Jack Ma, per la conquista dei mercati internazionali attraverso l’e-commerce di Alibaba, il Consorzio non ha appoggiato la scelta di investire in questo canale perché svilirebbe il prodotto vino. Crede anche che una strategia come questa farebbe emergere solo i più grandi?
Il Consorzio non ha mai detto che l’e-commerce non va bene per il vino ma che gli aspetti fiscali meritano molta attenzione per non trovarsi impreparati davanti alle difficoltà essendo il vino soggetto a tassazioni ed accise differenti nei vari paesi. La superficialità potrebbe costare molto cara.
Come è necessario muoversi, a livello non solo commerciale, ma anche culturale, per sfondare in mercati emergenti ma lontani dalla cultura del vino, come appunto la Cina?
Occorre fare i passi giusti, misurati nel tempo, guardare al medio termine e investire sulla formazione ed informazione del trade e dell’horeca.
Olga Bussinello, unica donna italiana alla direzione di un Consorzio vinicolo: il mondo del vino in Italia è ad appannaggio principalmente maschile? Quanto spazio possono trovare effettivamente le donne?
Il cambio generazionale inizia già a riequilibrare in molti settori le presenze di genere e questo sta accadendo anche nel vino. La capacità dei singoli, uomini o donne che siano, deve fare il resto.